1. Un ragazzo speciale

80 17 13
                                    

Ogni volta era una scoperta. Sembra strano da dire ed allo stesso tempo affascinante: ogni volta che usciva da quel portone difettoso pensava di scoprire una nuova realtà scoprendo la realtà. La luce, le forme, i colori, persino i piccioni che inquietati dai passanti si alzavano in volo e svettavano sui mille movimenti di quello strano quadro. Ogni volta che vedeva il mondo provava quello stesso sentimento. Ogni volta per Timothy era come la prima volta, perchè la sua prima volta tra i lamenti e gli strilli non poteva di certo ricordarsela. Ogni volta si sentiva perso, profondamente perso in quell'equilibrio inspiegabile che era permesso solo dall'inspiegabile complessità della natura e dell'uomo di conseguenza. Impossibile dire come gli saltassero fuori idee del genere mentre camminava, andava al bar o buttava la spazzatura per fare un piacere alla madre, ma gli venivano. Non era un ragazzo normale, forse era un pazzo, uno squilibrato, qualcuno da cui stare alla larga: questo pensavano probabilmente i suoi simpatici coetanei nell'escluderlo sempre e comunque da ogni attività di gruppo extra-scolastica. Cene di classe, uscite... Mai niente di tutto questo. Eppure quanto lo desiderava. Avrebbe dato un occhio della testa per essere una persona normale, per essere una persona accettata, forse solamente per essere una persona. A nessuno si nega il saluto, o meglio, a nessuno che non si chiami Timothy Magnus.

Le cose "facili" non gli riuscivano: instaurare rapporti di amicizia, scherzare, ridere, giocare, andare allo stadio con gli amici, avere una vita sociale soddisfacente. Niente di tutto questo, ancora una volta. Gli piaceva credere si trattasse di una sorta di maledizione magica, gli piaceva giocare di fantasia a volte ed immaginarsi le entità oscure accanto a lui che gliele lanciavano e lo lasciavano al supplizio e alla sofferenza della pena. Altre volte accantonava la fantasia e veniva attraversato da mille lame sotto il colossale peso della solitudine. E l'abitudine di certo non mutava il dolore. Forse era per colpa sua, forse per colpa del suo fisico: non era altissimo e neppure bellissimo, minuto e fragile, non era di certo il tipo di ragazzo che avrebbe fatto scalpore in ogni scuola. Anzi, molto spesso rimaneva da solo ed inosservato e tornava ad esistere solo nel momento del bisogno, quando bisognava capire i principi della termodinamica per il compito dell'indomani o quando la professoressa di scienze doveva interrogare sull'ossidoriduzione. 

In quello Timothy era speciale, Timothy sapeva fare ad occhi chiusi le cose "difficili" con una capacità innata. Aveva una propensione per qualsiasi cosa che avesse a che fare con la parola "scienza" da poter catturare l'attenzione del più esperto al mondo in materia. E, gioco del destino, così fu...

Ruotò velocemente il polso per vedere l'ora dal suo fedelissimo Casio. 20:17. "Devo sbrigarmi, non posso tardare proprio oggi". Non poteva tardare il 13 maggio, il giorno del compleanno di Laura Montesi, sua madre. Doveva quantomeno arrivare per l'orario di cena. Ma Via dei Condotti era stranamente cupa quella sera, un quadro inquietante. Il fascino della storia non poteva mai perderlo, eppure aleggiava un clima insolito fra gli edifici dell'Urbe. Il vento era insistente e la temperatura era troppo fredda sotto un manto di cielo tenebroso e scuro. "Finis mundi" pensò. Quanto amava le citazioni latine...le sentiva personali. Eppure le sue origini si allontanavano di miglia e miglia ad ovest, nelle terre delle Americhe: a Concord in New Hampshire, città di nascita propria e del padre, del quale non conobbe mai il viso né il nome.

Poteva rimanere a casa quel giorno, buttarsi sul divano e oziare davanti una serie tv come tutti i ragazzi normali in un normale sabato pomeriggio. Non è nel suo stile. Era molto di più, la sua esile esistenza era forte in realtà. I normali avevano vari motivi per svegliarsi la mattina, vestirsi, lavarsi ed affrontare le giornate. Lui ne aveva uno ed aveva un nome: Professor Nolan.

QUANGLE. La libertà di sparireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora