Parte 11

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CAPITOLO 29

Trascorse l'intera nottata seduta lì, al fianco di quella scrivania, incapace di muoversi e di prendere qualsiasi decisione. Una lettera di tre pagine le aveva sconvolto nuovamente la vita, stavolta per sempre. Sapere del marito, del figlio e del loro segreto le fece comprendere ogni cosa e chiarire qualsiasi dubbio che negli anni aveva offuscato il suo giudizio. Marc non era pazzo, mentre lei era stata cieca dinanzi alla realtà; una realtà palese da sempre, una verità che lei stentava a credere. Sin dalla sua nascita, Patrich aveva dimostrato capacità innaturali, febbre o malanni su di lui non sembravano attecchire. Questo da una parte confortava Teresa, dall'altra la faceva riflettere; una tale condizione non poteva essere comune. Al contrario Marc sovente stava male, diventava pallido e si sentiva mancare; tali sintomi lo ponevano nella normalità, ma solo adesso Teresa comprendeva che i suoi mancamenti erano dovuti alle sue gesta e nient'altro. Suo marito era un eroe e lei non aveva fatto altro che disprezzarlo. Provava, ora, ribrezzo e vergogna per se stessa, sia per aver vissuto con una specie di vampiro, sia perché lui l'aveva amata, concedendole il dono di un figlio mentre lei lo aveva ferito con il suo comportamento. Quell'uomo, riempiendo pagine e pagine di spiegazioni, voleva dimostrarle ancora una volta tutto il suo amore e manifestare la sua ansia. Sapeva di essere prossimo alla morte e conosceva la mano esecutrice, eppure le sue premure e istruzioni erano rivolte a lei e Patrich. Ora che il nome di Hans Martens era stato portato alla luce ed i suoi piani accuratamente descritti nella lettera, a Teresa non restava altro che fare ciò che per l'ultima volta il marito le chiedeva. Correre in soccorso del figlio, senza avvertire autorità di nessun genere: ormai quel morbo doveva essersi diffuso a tal punto da colpire gli esponenti più importanti anche tra le forze dell'ordine, non aveva altre possibilità se non agire da sola. Decise che per la prima e forse unica volta nella vita avrebbe preso decisioni autonomamente: i genitori non dovevano sapere nulla oltre quello di cui erano già a conoscenza e non doveva fidarsi di nessuno. Non era affatto sicura della sue capacità, sempre ansiosa ed esitante verso gli ostacoli che la vita poneva, Teresa temeva enormemente di fallire; sopra ogni cosa non immaginava in che modo poter aiutare il figlio. Il primo istinto fu quello di madre: se l'obiettivo era annientare Hans di certo Patrich doveva essere lì, ma in seguito ragionò con la calma e la tranquillità del marito; se Patrich necessitava di un addestramento particolare per affrontare un simile ostacolo, probabilmente si stava ancora preparando e vi era un solo posto dove poteva farlo in assoluta tranquillità, lo stesso luogo in cui Marc lo conduceva spesso e non solo di domenica, non per pregare. Era chiaro, la cattedrale di Mechelen era il nodo di ogni cosa. Serrò forte le labbra, alzò gli occhi al soffitto come in attesa di un consiglio, forse dal marito, quindi si sollevò dal pavimento, avvolse la lettera e la ripose in tasca, scese le scale e corse in strada, aveva bisogno di un taxi. Alcuni minuti furono sufficienti per raggiungere la cattedrale, la maestosa porta era aperta. Quando fu dentro osservò attentamente le poche persone sedute e tra esse di certo non vi era chi cercava. Notò la porta della stanza dietro l'altare, era aperta, forse il prete poteva esserle d'aiuto. Ricordava che quasi tre anni prima vi era un sacerdote di nome Johan, amico di suo marito, forse poteva chiedere a lui. Attraversò la lunga sala con passo veloce incurante dei fedeli raccolti in preghiera, entrò nella stanza, era vuota. Un computer era poggiato sul letto e un video era stato appena visionato. Una parete aperta e del sangue, gocce di sangue sparse in vari punti. Teresa mantenne la calma, sistemò il computer sulle gambe e fece ripartire il video: Hans minacciava una bimba puntandole una pistola alla testa, la piccola piangeva terrorizzata. Quel bastardo si rivolgeva ad un certo Johan, voleva la vita di Patrich in cambio di sua figlia, Katena. Aveva visto abbastanza, non c'era tempo da perdere, Patrich rischiava la vita, doveva correre da lui in qualche modo. Ma non ancora, un secondo video era stato caricato, un uomo parlava con le lacrime agli occhi.

«Patrich, giovane Patrich. Se stai vedendo questo video saprai che provo una vergogna immensa e che sono un verme. Tuttavia ora conosci per quale motivo ho agito così, perché ho ucciso tuo padre e avrai capito che è stato lui stesso a chiedermelo. Per quanto non volessi, per quanto il desiderio di dare la mia vita pur di salvare la sua fosse fortissimo, né io né lui avemmo scelta. Hans Martens odiava suo fratello Marc per averlo tenuto allo scuro di tutto e per averti protetto sino allo strenuo.»

GLENVIONWhere stories live. Discover now