<<A niente.>> Risposi, con un tono più freddo di quando volessi. <<Che ti importa?>>

Alzò le spalle in risposta.

Improvvisamente diventammo entrambi taciturni. L’aria intorno a noi sembrava essersi appesantita.

Harry manteneva gli occhi fissi su di me, mentre io, fingendo di non accorgermene, esaminavo con lo sguardo il salone, completamente vuoto.

Mi sentivo eccessivamente a disagio e in imbarazzo, tanto da sentire la necessità di allontanarmi da lui immediatamente.

La stanza in cui eravamo, era circondata su due lati da pareti in vetro, che lasciavano trasparire le immagini dello spazio aperto davanti al ristorante, in cui Harry aveva parcheggiato la moto.

Le altre due pareti erano colorate di arancio opaco pastello, con leggere sfumature poco più scure, come se qualcuno avesse sfiorato tutta la superficie con una spugna,  accennando delle impronte sul muro e lasciandole sfumare.

A centro delle pareti due piccole lampade emanavano una luce tenue, che sembrava trasmettere calore alla stanza.

Probabilmente, se fossi stata nel cortile e avessi dato un’occhiata all’interno del ristorante, vedendo queste pareti arancioni, avrei percepito uno strano ardore, ma soffermando lo sguardo sul nostro angolo, sicuramente, avrei sentito un brivido percorrermi lungo la schiena, fino a farmi gemere dal freddo.

Ed era così che eravamo. Sembravamo essere rinchiusi in una capsula ghiacciata, come se volessimo racchiudere l’inverno, all’interno dell’estate.

<<Devo andare in bagno.>> Dissi, non sopportando più di stare sola con lui.

Presi la borsa e la giacca e velocemente camminai verso l’entrata.

<<Taylor!>> Mi chiamò Harry, mentre mi vedeva andare nella direzione opposta al bagno. <<Il bagno è dall’altra parte.>>

Aumentai il passo, fino a che non fui davanti alla porta, davanti alla quale Elizabeth era ferma a braccia conserte ad osservarmi.

Non le chiesi neanche di spostarsi, perché mi avventai a dosso a lei, spingedola da parte, mentre lei imprecava contro di me.

<<Ma sei stupida? Non ci vedi abbastanza bene, biondina?>>

Non la ascoltai minimamente. Spinsi la porta di vetro davanti a me, e senza pensare troppo, cominciai a correre nella strada buia.

Non sapevo dove andare. L’unica cosa che sapevo era che non potevo più stare da sola con lui.

Non avevo idea nemmeno di cosa mi avesse spinto a fare ciò che feci. Non aveva detto o fatto niente di strano o di intimidatorio.

Quindi perché ora mi trovavo a correre per strade a me sconosciute, al buio, sotto gli occhi straniti di qualche uomo anziano che portava a spasso il cane.

Dopo pochi minuti di corsa, iniziai a sentirmi stanca, ma le gambe continuavano a muoversi velocemente, spinte dall’adrenalina che si era impossessata di me.

Mentre correvo andai a sbattere contro un uomo appena uscito da un portone, che ovviamente non si aspettava di essere investito da una ragazzina che correva nel buio.

Lanciai un gridolino, mentre cadevamo per terra. Sentii l’uomo imprecare. Velocemente notai che era in giacca e cravatta, vestito molto elegantemente. Era probabilmente appena uscito da ufficio.

Balbettai delle scuse, mentre mi alzavo e riprendevo la mia corsa.

Cosa cavolo stai facendo, stupida?, mi domandai, mentre il vento freddo iniziava a soffiarmi violentemente in faccia e la pioggia iniziava a cadere dal cielo scuro.

YOU DESTROYED ME {Haylor Italian FF}Where stories live. Discover now