5. Mi piaci

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In tutta la scuola, tra tutti i professori, Jordan Williams è il docente di matematica più strano che abbia mai avuto. Non solo è insoddisfatto di qualsiasi risultato che ottieni, ma lo sguardo che lancia al compito durante lo svolgimento è così inespressivo che non si riesce a capire se stai andando bene o se stai scrivendo solo cazzate.

Questo trattamento è doppiamente più irritante con me.

Il suo fastidio è dovuto al fatto che i miei voti sono sempre così alti e che io consegni con molto anticipo i compiti da svolgere.

Alla fine della sua infernale lezione, afferro il mio zaino e quello di Gabriel ed esco dall'aula insieme a Kyle.

Questa mattina non è venuto a lezione e temo che possa non essere a scuola. In quel caso non saprei come restituirgli lo zaino, non sapendo dove abita.

«Lo sai che cosa penso?» mi chiede Kyle mentre gironzolo per la scuola alla ricerca di una sagoma scura dagli occhi vuoti.

«No, non lo so.»

«Che questa storia del tutor forse non è una buona idea.» mi segue verso l'ingresso della mensa. «Avere a che fare con lui potrebbe metterti nei guai.»

Appena apro le porte, le parole di Kyle vengono confermate. L'insolita folla di persone raggruppate attorno a un tavolo dà subito un motivo all'assenza di Gabriel da lezione.

Lascio a terra sia il mio che il suo zaino e mi avvicino, seguita da Kyle che continua a borbottare: «te l'avevo detto».

La rissa non ha ancora avuto inizio, ma il modo in cui Gabriel tiene i pugni stretti e la mascella serrata non può che portare a quello. La folla di alunni attorno a loro attende uno sviluppo, che non ci deve assolutamente essere.

Prendendo coraggio, cammino verso Gabriel e lo affianco.

«Oh, guarda.» il ragazzo sposta lo sguardo su di me. «È arrivata la tua mammina. Ora ti tirerà per un orecchio via da qui.»

La folla commenta con chiassose risate.

«Gabriel, non starlo a sentire.»

«Gabriel, non starlo a sentire.» mi scimmiotta.

Mi volto verso di lui. «Vuoi chiudere quella bocca? Non sei divertente.»

«Ah!» si preme teatralmente una mano sul petto e barcolla all'indietro. «Le tue parole mi feriscono dritto al cuore. Invece di parlare, perché non usi quella bocca per fare altro?»

Gabriel scatta in avanti, pronto ad accanirsi contro di lui, ma, oltre alla mia mano sul suo petto, a fermarlo è Kyle.

Lo vedo uscire dalla folla e dirigersi verso il ragazzo.

«Tappati quella fogna, ogni tanto, Sam.» lo spinge via, adirato. «E non parlarle mai più così. Levati, va'. E voi altri? Che avete da guardare?»

Quando l'attenzione viene distolta da noi, torno a posare gli occhi su Gabriel, trovando il suo sguardo già su di me. Sfugge al mio tocco e si allontana.

«Aspetta.» gli urlo dietro.

Lancio un'occhiata a Kyle, ma lo trovo impegnato a parlare con una ragazza.
Mi riprometto di ringraziarlo più tardi e seguo Gabriel fuori dalla mensa, fermandomi solo a recuperare i nostri zaini.

«Gabriel.» lo raggiungo. «Ho il tuo zaino. Rallenta, non ho tutta questa resistenza.»

«Allora non seguirmi.»

«Come se avessi scelta.»

Si ferma d'improvviso, si volta a guardarmi e si riprende lo zaino.

«Ora sparisci.»

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