6.1 - La via della Voce

82 9 0
                                    

Ad accoglierli al cancello c'era metà città.

Uomini e donne erano accalcati per tutta la lunghezza della strada rialzata, in attesa, e Irelith alzò presto una mano a richiamare la loro attenzione. Non ci fu esitazione nello stringere il pugno, come non ci fu nei brevi e vigorosi corni che si inseguirono su per la collina.

Avevano sconfitto il drago.

Pur da così lontano, poterono vedere l'entusiasmo pervadere la popolazione come se un brivido avesse scosso la città. Pur condividendo quell'euforia, Vulthir non si unì a loro. Dopo averlo affrontato così da vicino, infatti, ne era certo: quello non era stato lo stesso drago che aveva attaccato Helgen. Il colore delle scaglie, la dimensione, gli spuntoni appena accennati... non combaciavano con quanto ricordava. Soprattutto poi non ne aveva la stessa forza. Questo drago aveva saputo appena usare la Voce, mentre l'altro aveva letteralmente squarciato il cielo con una sola parola. No, non era lo stesso drago, ma tenne per sé i suoi ragionamenti e se non si unì all'entusiasmo generale fu solo per il dolore al costato, che pareva sul punto di lacerarsi a ogni sobbalzo.

Quando cominciarono la salita, petali rossi, viola e azzurri cominciarono a piovere dalle strade sovrastanti e grida e fischi si alzarono da ogni dove. Gli applausi riempivano le loro orecchie con un fragore che avrebbe potuto rivaleggiare lo stesso ruggire del drago.

Si costrinse a tenersi eretto in sella, ma non riuscì né a sorridere né a salutare perché la salita stava mettendo a dura prova la sua resistenza. Eppure non volle cedere. Ovunque venivano chieste notizie e a mano a mano che avanzava sentiva sempre più occhi puntati su di sé, e sempre più dita tese a indicarlo.

Sopportò, sfuggendo agli sguardi, e arrivarono in cima, dove lo Jarl li aspettava circondato dalle sue guardie. Irelith fece fermare la colonna, quindi smontò e s'inchinò profondamente.

«Abbiamo vinto, Irelith?»

«Sì, mio signore. La bestia è morta.»

Allora lo Jarl Balgruuf alzò le braccia al cielo e dichiarò, con voce tonante così che tutti potessero sentirlo: «Abbiamo vinto!» e il popolo tornò a esultare e battere le mani e i piedi. Le porte furono aperte e il corteo le attraversò festeggiando, ma proprio mentre Vulthir ne oltrepassava i battenti il cielo si scuri e la terra tremò di nuovo mentre un'alta voce echeggiava tra la piana e le nuvole:

«DO - VAH – KIIN!»

Scomparve così com'era arrivata e tutto tornò sereno e silenzioso mentre la luce riprendeva a splendere; ma non per Vulthir. Sentì la testa svuotarsi mentre le briglie gli scivolavano dalle mani e cadde dal cavallo.

Il mondo si spense attorno a lui.

The Elder Scrolls V - Skyrim (italiano)Where stories live. Discover now