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Montreal. Niall ed Eveline sono seduti l'uno accanto all'altro in auto, ma non si toccano né si parlano. È come se fossero distanti anni luce. Niall ha perfino le cuffiette nelle orecchie dalle quali esce musica ad alto volume, mentre i suoi occhi sono ben chiusi. Eveline sente perfettamente che si tratta di musica deprimente e non carica come sarebbe dovuta essere prima di un mondiale. Beh, come contraddirlo, ultimamente ascolta soltanto musica depressa perfino lei che non l'ha mai fatto.
Ma con la morte di Rose Marie e la preparazione forzata e poco riuscita delle esibizioni, nessuno dei due pattinatori vorrebbe essere lì.
Eveline sospira. Ha improvvisamente voglia di piangere quando arrivano sul posto per vedere la pista di pattinaggio su cui il giorno dopo avrebbero gareggiato.
Un'ansia terribile le turbina dentro, la consapevolezza di fare un casino davanti al mondo intero piuttosto che realizzare il loro vecchio sogno le fa venire la nausea.
Sia lei che Niall stanno in silenzio, mentre Finnick analizza il ghiaccio ad alta voce. Cosa alquanto inutile per il parere dei più giovani. Aspettano soltanto che li portino in albergo così da chiudersi in camera e provare almeno a riposarsi. Strano, ma vero, Eveline riesce perfino ad addormentarsi prima di cena. Peccato che venga svegliata dagli incubi che l'hanno fatta perfino sudare nel sonno, sia dal bussare insistente alla porta.
Va ad aprire con qualche minuto di ritardo e i suoi occhi si riempiono di stupore. Pensava fosse Finnick pronto a strigliarla e invece è Niall.
«Hey.» Eveline lo sussurra, quasi come se fosse una parola sbagliata.
Il ragazzo non le lascia aggiungere altro. Entra all'interno della camera facendo spostare la sua partner e si richiude la porta alle spalle.
«Cosa... Cosa posso fare per te?»
Niall si volta a guardarla con un sorrisino triste.
«Non credevo che saremmo arrivati qui in queste condizioni, Eve... Noi due domani faremo la più grande figura di merda della nostra vita.»
Ed Eveline la pensa allo stesso modo, ma sentirlo dire al ragazzo che ci ha sempre creduto le fa venire la nausea. Tristezza e delusione le chiudono però lo stomaco, quindi non potrebbe vomitare nemmeno se volesse.
«Dovresti smetterla di pensarlo.»  si ritrova a dire allora per entrambi.
«Perché dovrei? Lo hai visto anche tu che...»
E ovviamente viene interrotto da Eveline, che non riesce ad accettare il fatto che Niall sia lì soltanto per buttarla più giù di quanto non faccia già da sola: «Perché sei venuto a svegliarmi, eh? Per dirmi che non ti fidi più di me? Per dirmi che era giusto che morissi anche io o soltanto io dentro quella macchina così che tu avresti potuto ottenere il tuo titolo? Perché se è così, puoi anche tornare in camera tua, diamine! Mi dispiace, ma hai me con cui fare questa cosa. Rose Marie non c'è più.»
Quella è decisamente la prima volta in tutta la sua vita che Niall vede Eveline arrabbiarsi in quel modo, alzare la voce contro di lui e dire cose che fanno male con tanto di lacrime agli occhi.
«Mi sento già abbastanza in colpa da sola. Non lascerò che ti ci metta anche tu.» termina, cercando in tutti i modi di non mettersi a piangere.
Niall abbassa lo sguardo, non riesce più a reggere quelle iridi velate.
«Non è soltanto colpa tua. È di entrambi, è anche mia.»
«E allora perché non proviamo a metterla da parte e tentiamo di realizzare ciò che abbiamo sempre voluto, eh?» chiede ancora.
E Niall chiude la distanza tra i loro corpi e le stringe le braccia intorno al collo, chiudendola in un abbraccio. Uno di quelli che non si scambiavano da troppo tempo.
Eveline affonda il viso nel collo di Niall e sospira. Va bene, forse se entrambi ci metteranno un po' di fiducia, potranno non fare del tutto la loro figura di merda. Forse potrebbero perfino ritrovare la loro sintonia. Dopotutto sono sempre e soltanto loro.
«Eve, ti voglio comunque bene, lo sai vero?»
«Sì, perché lo faccio anche io.»
E va già meglio, i due pattinatori avevano proprio bisogno di sentirselo dire. Di ricordare quel piccolo indispensabile particolare.
Quella sera Eveline e Niall non riescono a dormire insieme come hanno sempre fatto prima di una gara. Restano però fino a tardi all'esterno dell'hotel, cercando di non congelare per l'aria fredda e passandosi una tazza di cioccolata calda che stanno dividendo. Finnick non dice assolutamente nulla ai due su questo. Sa che ne hanno bisogno.
Finnick passa loro accanto e dice soltanto di non fare troppo tardi, perché hanno bisogno di dormire. Poi sparisce nella notte, dirigendosi verso la città.
Eveline avrebbe voluto chiedergli dove stesse andando. Dopotutto era ancora il suo ragazzo, ma non aveva il coraggio.
Hanno perfino le camere separate, perché durante le competizioni è come se non fossero una coppia. Sono semplicemente allenatore e allieva.
Quindi non ha nemmeno il diritto di fermarlo, ovunque Finnick sia andato. Né di aspettarlo alzata. E quello forse è un bene, o forse no, ma almeno si risparmia il ritorno dell'ex pattinatore ubriaco con una donna già mezza nuda al suo fianco. In ricordo dei bei vecchi tempi, prima di una competizione nessuno doveva togliergli del buon sesso. Che avesse già una ragazza, quello era solo un dettaglio insignificante.
Ad ogni modo, entrambi i pattinatori non dormono bene quella notte. Perfino Niall è tentato di farsi mettere del trucco sul viso, almeno per coprire le occhiaie profonde. Ma anche se ci pensa, deride se stesso e lascia perdere. È già abbastanza stare dentro quei vestiti attillati e colorati. Non che siano mai stati un problema per lui, i suoi fan lo ritengono perfino sexy dentro a quelle mise, ma ogni tanto se ci riflette troppo inizia a sentirsi un po' ridicolo.
Niall sa che quella mattina avrebbe dovuto comprare un fiore per Eveline, ma proprio non ce l'ha fatta. Non riesce nemmeno a raccogliere le margherite sul prato fuori dal palazzetto. Niente, deve rinunciare a quelle piccolezze abituali, perché nonostante la sera prima abbia avuto quella conversazione con la ragazza, lo sentirebbe troppo come un tradimento nei confronti di Rose Marie. È divertente che lo considerasse tale nei confronti di Eveline anche quando la loro amica era ancora in vita. È un circolo vizioso dal quale non uscirà mai.
Niall alza lo sguardo nel momento in cui sente qualcuno sedersi accanto a lui. Sa che è Eveline ancor prima di girarsi in realtà, perché una zaffata del suo profumo gli è arrivato al naso. Quell'odore così familiare, così lei.
«Ni, hai visto Finnick da qualche parte?»
Il ragazzo fa una smorfia involontaria prima di scuotere la testa. Non vede suo fratello da un po' e gli andava più che bene in quel modo. In più sperava che lei si fosse seduta lì per aiutarsi a vicenda prima della gara. Per trasmettersi un po' di carica.
Ma Eveline non sembra essere dello stesso parere. La ragazza ha la nausea e spera che sia solo l'ansia prima della gara.
Un pensiero stupido continua a passarle per la testa. E se fosse incinta? L'ultima volta che ha fatto l'amore con Finnick risaliva ad una settimana prima, l'unica e ultima volta dopo la morte di Rose Marie. Un modo per farsi perdonare dopo che lui ha detto delle frasi che non avrebbe dovuto dire, su quanto avesse fatto schifo l'allenamento e sulla delusione di portarli al mondiale come non avrebbe mai voluto. La ragazza aveva cercato di dimenticare la frase che le aveva detto: «Credevo di portarmi a letto un talento del pattinaggio. Adesso non ne sono più così sicuro.»
Ma poi si era scusato, giusto? Sì, l'ha abbracciata, ha detto che non pensava davvero quella frase e l'aveva spogliata.
Eveline pensa che forse dovrebbe lasciarlo. Ma non può. Finnick è ciò che ha sempre voluto. E poi cosa sarebbe successo se la loro storia fosse finita? Che fine avrebbe fatto con il pattinaggio? Beh forse avrebbe dovuto pensare proprio a quello in quel momento e cercare di vincere il mondiale. Farebbe felice Finnick in primis.
«Ho bisogno di lui.»
«E allora va a cercarlo.»
No, forse non dovrebbe soffermarsi sul tono dispregiativo che ha usato Niall nel pronunciare quella frase. Lo fa soltanto per qualche secondo, poi la sua testa torna al loro allenatore.
Eveline decide di seguire il consiglio di Niall e si alza di nuovo in piedi.
Sente ciò che ha mangiato risalire davvero lungo la gola quando sente Niall borbottare: «Scopare prima di una gara scarica le gambe.»
Forse sono gli Horan ad avere una certa cattiveria innata dentro. O forse è solo lei che li rende tali.
Raggiunge il bagno per miracolo e svuota lo stomaco nella tazza fin troppo pulita prima di farlo sul pavimento.
Dio, si sente stupida. E stupido è anche il pensiero di poter essere incinta. Non potrebbe essere successo in nessun modo. Vorrebbe un test di gravidanza, solo per rassicurarsi. Ma dentro di sé sa che è solo un modo per giustificare il suo malessere generale.
Forse un figlio di Finnick non sarebbe poi così male. Forse lo ancorerebbe a lei per sempre.
Eveline esce dal bagno con la testa bassa, ma la solleva in fretta quando sente la voce di Finnick a poca distanza e la sua risatina, di quelle sexy.
Si deve voltare per vederlo, visto che proviene da dietro di lei. E forse sarebbe stato meglio non farlo. Perché la prima cosa che vede sono le labbra di quella donna, forse anche più grande di Finnick, su quelle dell'allenatore, che sta ricambiano quel bacio come se fosse la cosa più normale sulla terra.
Eveline sente qualcosa rompersi all'interno del suo petto. E sa perfettamente che è il suo cuore. Perché è consapevole che fino a quel momento il maggiore degli Horan l'abbia solo presa in giro. E che quello che sta vedendo è un tradimento bello e buono. Chissà da quanto tempo andava avanti con quella donna, che le sembra in realtà l'allenatrice di Tomlinson e Calder, ma non è poi così sicura. Francese? Proprio come Rose Marie. Evidentemente gli Horan le preferiscono di gran lunga a lei.
Forse un figlio di Finnick sarebbe la cosa peggiore del mondo. Perché Eveline da quel momento in poi non vorrà più avere niente a che fare con quell'uomo.
Si volta e cammina spedita verso la porta. Deve solo recuperare in fretta e furia la sua borsa. Poi può dirigersi verso l'uscita del palazzetto.
Niall nel mentre è rimasto seduto sugli spalti e ha dovuto affrontare Louis Tomlinson, sedutosi accanto a lui poco dopo che Eveline era sparita alla ricerca di suo fratello.
«Siete deboli. Non riuscirete a batterci questa volta. Io ed El abbiamo in programma una piccola sorpresa, una mossa speciale, mentre voi avete solo delle brutte cere. Guardala attentamente la nostra esibizione, Horan. In bocca al lupo.»
D'accordo. Adesso anche Niall ha bisogno di ritrovare Eveline. Non dice una parola al ragazzo un po' più grande di lui, perché se aprisse bocca forse gli darebbe soltanto ragione, quindi non è il caso.
Cammina spedito verso dove si è diretta Eveline ed è in quel momento che vede tutto: suo fratello che è troppo vicino ad una donna che non è Eveline e la ragazza in questione che è appena uscita dal palazzetto, con tanto di sua borsa in spalla.
E Niall lo capisce subito. La sua partner se ne è andata. Ha appena rinunciato al mondiale solo per colpa di suo fratello. E a lui? Non ci sta pensando minimamente.
Niall sa che lei non tornerà indietro e di certo non ha la minima forza di seguirla all'esterno e cercare di fermarla.
«Dov'è Eveline?» gli chiede Finnick come se tutto fosse normale pochi minuti dopo essersi allontanato dalla donna ed essere tornato davanti alla pista. La cosa divertente è che il maggiore degli Horan non si è accorto proprio di nulla.
«Lei non c'è più.» risponde Niall guardando il tabellone. A breve avrebbero dovuto gareggiare proprio loro, ma ormai è tardi.
«Che vuoi dire?» chiede allora Finnick, forse cominciando davvero a preoccuparsi.
«Voglio dire che se n'è andata. Eveline se n'è andata, lasciandomi qui, da solo con te e con un mondiale che non faremo mai.»
Niall sente la sua anima diventare nera lentamente. È come un fuoco che lo brucia. Una voce interna continua ad urlargli che ha sbagliato tutto. A fidarsi ancora, forse perfino a volerle bene. È in quel momento che Niall decide di odiarla. Perché è decisamente più facile.
Niall si toglie la bandana del suo paese che ha al collo e la getta per terra, prima di calpestarla e allontanarsi da suo fratello... o meglio allontanarsi da tutti.
È finita.

Cold Heart ●Niall Horan●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora