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Eveline comincia a pensare che forse dovrebbe smettere di lavorare e dedicarsi soltanto al pattinaggio, proprio come faceva un tempo, ma sa perfettamente che è un pensiero stupido. L'Europeo le ha già portato qualche soldo in più rispetto al solito, sua madre è contenta di questo perché nonostante dica perennemente alla figlia di smetterla di passarle dei soldi, sotto sotto ne è davvero grata. Ma anche se il suo conto è rifiorito un po', Eveline sa che non è abbastanza. Così deve cancellare la frustrazione e occuparsi di servire ai tavoli del solito pub in cui lavora.
Negli ultimi giorni il suo cervello ha continuato a vorticare senza che potesse fermarlo. Si sente di nuovo una ragazzina, perché se deve essere sincera sogna di nuovo il mondiale, freme al solo pensiero.
E stranamente non ha paura. È come se si sia svegliata uno di quei giorni e sia diventata qualcun altro. Qualcuno più sicuro di sé, qualcuno più maturo, qualcuno addirittura temerario.
Sa di essere cambiata negli ultimi anni e ne è grata. Perché ha sempre odiato la vecchia sé, debole e inutile. Adesso invece sta imparando ad apprezzarsi. Ha tirato fuori quella parte del suo io che non sapeva nemmeno di avere. Forse lo yoga l'ha aiutata davvero in quegli anni. O semplicemente è stata la vicinanza con Niall. È inutile che finga, perché riavere Niall accanto la sta facendo sentire di nuovo stranamente bene. Si tratta solo di superare il passato. E lei ci sta provando davvero. Pensa che il culmine sia proprio il raggiungimento dell'oro al mondiale. Ecco perché lo sogna così intensamente. In più, adesso si sta concentrando sulla sua missione: salvare Niall, renderlo di nuovo felice, stargli accanto, amarlo... Amarlo? Non sa nemmeno cosa significhi di preciso quel pensiero, ma è venuto fuori senza che potesse fermarlo.
Scuote la testa senza farsi notare da nessuno. Allontana tutti quei pensieri e decide di concentrarsi soltanto sul lavoro che ha da fare in quel momento. È proprio allora, mentre asciuga dei bicchieri appena lavati, che solleva lo sguardo, attirata da qualcuno che si è lasciato cadere pesantemente su uno degli sgabelli davanti al bancone. Il locale è vuoto visto che sono le prime ore dell'alba. Sperava che restasse in quel modo almeno fino al termine del suo turno.
Si irrigidisce quando i suoi occhi ne incontrano un paio blu, di una sfumatura che però ha imparato ad odiare. Ecco, non si aspettava di certo di vedere Finnick lì a quell'ora, ma di sicuro non gli chiede che diavolo stia facendo e da dove arrivi, visto che comunque è vestito di tutto punto. Serata movimentata? Eveline non vuole proprio saperlo.
«Mi dai un whisky liscio, tesoro?»
«Puoi benissimo chiamarmi con il mio nome, Finnick, visto che lo conosci bene.» Eveline lo borbotta mentre abbandona i bicchieri e si accinge a preparare il drink all'allenatore.
Finnick ghigna soltanto, un sorrisino che lei vorrebbe solo schiaffeggiargli via.
«Stai festeggiando qualcosa o stai annegando qualche delusione? La tua ragazza ti ha finalmente mollato?» ironia. Tutti sono stupiti dal fatto che la tenera ragazza di un tempo abbia iniziato ad utilizzarla quasi con cattiveria. Ma lei adesso adora utilizzarla. Perché solo attraverso quelle semplici frasi può dire la verità, senza essere considerata pazza o parte di un problema che non c'è.
«Sto solo festeggiando il mondiale a cui parteciperò con il mio stupido fratello e la mia stupida ex ragazza. Ah e se voi due idioti scopaste, fareste un favore a tutti, te lo ha mai detto nessuno?»
Certo, chi altro avrebbe dovuto dirglielo? Eveline non capisce nemmeno quale sia il collegamento tra le due frasi che Finnick ha appena pronunciato.
«Smettila di intrometterti nella vita di Niall. E tanto meno nella mia. Non hai il diritto di farlo. E poi chi diavolo ti dice che tuo fratello vorrebbe scopare con me?» d'accordo, forse l'ultima frase poteva anche risparmiarsela. Soprattutto dopo che Niall le ha chiesto di baciarlo. Non che Eveline abbia capito effettivamente cosa sia scattato nella testa del biondo prima di quella gara.
Finnick si mette a ridere rumorosamente ed Eveline fa una smorfia.
«Tu sai che Niall ha una cotta per te da quando aveva dodici anni, vero?»
La ragazza si irrigidisce e desidera improvvisamente che il locale sia più pieno, così da sfuggire a quella conversazione.
È come un secchio di acqua gelida con tanto di cubetti di ghiaccio riversato sopra la sua testa. «Smettila, non è vero.» sibila tra i denti.
Finnick si scola il bicchiere che lei gli ha riempito e le fa segno per il bis.
«Tu davvero non lo sapevi? Andiamo, mi stai prendendo per il culo, dolcezza. Ho sempre pensato che facessi finta di niente perché non ti piacesse e non volessi friendzonarlo.»
Cosa diavolo è quello che sente dentro in quel momento? Quelle sensazioni confuse e frenetiche...
«Era il mio migliore amico.» sussurra, cercando di metabolizzare ciò che Finnick le sta dicendo. Non è possibile. Il suo cuore è palpitante e anche il respiro sta accelerando.
«E tu eri troppo accecata dal fratello sbagliato.» ghigna con divertimento e quasi cattiveria. Ad Eveline non importa se lui si stia comportando da stronzo, sa perfettamente che lo è.
Ma se... E se davvero Finnick avesse ragione? Se Niall è sempre stato innamorato di lei? Ci sono alcune cose che non tornano, ma potrebbero essere giustificate in diversi modi.
La ragazza cerca di ridestarsi in fretta e decide di rispondere comunque all'altro nel miglior modo possibile: «Già. Uno dei miei rimpianti più grandi la storia con te...» quanta verità in una sola frase.
E ovviamente Finnick annuì d'accordo. Dio, come aveva fatto ad innamorarsi un tempo di questo stronzo colossale? Credeva che da qualche parte avesse un cuore e dei sentimenti. E d'accordo, forse li ha, ma solo per se stesso. Lui ama soltanto se gli conviene. Bel concetto di amore quello. «E poi Niall stava con Rose, lui non voleva me.» borbotta alla fine. Una delle piccolezze che non le torna.
A quanto pare, per Finnick non è lo stesso, perché la guarda con scetticismo. «Niall si è messo con Rose dopo che ti sei messa con me. Stava solo tamponando. Voleva bene a Rose Marie, ma ha sempre amato te. Rose era il suo rimpiazzo, colei che Niall utilizzava per colmare il suo vuoto. Sareste stati voi la coppia perfetta, non loro, non noi.»
Eveline serra la mascella, assalita da un moto di rabbia. Si sporge in avanti e stringe gli occhi prima di chiedere: «Se tu lo sapevi, perché ti sei messo con me a discapito di tuo fratello? Non è un bel gesto.»
Come se Finnick avesse mai fatto un bel gesto. Eveline non riesce nemmeno a giustificarlo come faceva un tempo. Il fatto che un infortunio gli abbia stroncato la carriera e modificato la vita, distruggendo i suoi sogni più importanti, non è una scusante per il suo carattere di merda e i comportamenti da stronzo. Così come il fatto che Niall abbia subito tutto quello nel corso degli anni non sia una scusante sufficiente per fare lo stronzo davanti alle telecamere e di certo per aver tentato di togliersi la vita. Così come il fatto che lei abbia subito tutto quello non sia una scusante per piangersi addosso e non reagire, per essere debole e senza carattere. Lei ha una personalità, così come Niall. Devono solo tirarla fuori una volta per tutte. La pattinatrice adesso lo ha capito. E sta cominciando a capire anche altre cose.
«Perché sei una bella ragazza, tutti dentro quella palestra abbiamo sognato almeno una volta di scoparti.»
Eveline deve trattenersi dal colpirlo, solo perché non vuole perdere il posto di lavoro. «Sei un bastardo.»
«Lo sappiamo tutti, dolcezza. Lo hai capito un po' troppo tardi, ma adesso è un bene che tu lo sappia. E poi... in realtà io avevo paura che una relazione di mio fratello con te avrebbe compromesso la nostra missione. O meglio, pensavo davvero che a te non piacesse mio fratello se non come amico. Quindi ho risparmiato dei dolori. Non che Niall si sarebbe mai dichiarato con te...» Finnick termina incurante con una scrollata di spalle e torna alla sua bevuta.
«Noi non... L'incidente di Niall avrebbe comunque rovinato tutto.» Eveline preferisce ignorarlo e continuare il suo ragionamento.
Finnick emette un verso divertito con la gola. «Probabilmente non ci sarebbe nemmeno stato l'incidente. Niall sarebbe riuscito a calmarti, non saresti stata nervosa quel giorno e vi sareste allenati bene, sareste arrivati ai mondiali vincendo diversi oro e adesso stareste ancora insieme. Ah, e Rose...»
«Non dirlo, cazzo.» Eveline lo interrompe di colpo e l'altro alza soltanto le mani in segno di resa.
A quel punto il telefono di Finnick emette un suono strano e lo tira fuori dalla tasca. Aggrotta le sopracciglia, prima di annunciare: «Niall è appena uscito di casa. Che diavolo sta facendo a quest'ora?»
Eveline spalanca gli occhi per lo stupore. «Come fai a saperlo?» gli chiede ingenuamente.
«Il suo telefono ha una sorta di gps collegato al mio da quando ha provato a togliersi la vita. Mi dice ogni suo spostamento. E mi avvisa quando riscontra movimenti strani come questi.»
«E lui lo sa?» Eveline è quasi sconvolta.
Finnick si mette a ridere. «Ovviamente no. Oh, si è fermato nei prassi di casa sua. Che cazzo sta facendo all'esterno?»
Eveline ci riflette un attimo. Alza lo sguardo verso l'orologio e poi verso la porta, dalla quale sta entrando una delle sue colleghe per fare il turno di mattina prima di chiudere. Quello vuol dire che il suo turno è finito. «Il lago.» sussurra, come se una rivelazione le sia appena apparsa nel cervello. «Sono le temperature giuste... è ghiacciato.»
«Sta pattinando alle sei del mattino di sabato? Che problemi ha mio fratello?» borbotta il maggiore degli Horan, sollevando gli occhi al cielo.
Eveline non sa che problemi abbia. Probabilmente non ne ha.
E se c'è una cosa che ha appena capito da quella conversazione con Finnick, è che deve andare via da lì e deve farlo subito.
Ha bisogno di andare da Niall. Un'improvvisa voglia di quel lago l'ha assalita. O forse è un'improvvisa voglia di Niall? Il suo battito del cuore accelera senza che possa controllarlo e così anche il suo respiro.
Perché ha appena realizzato che nell'ultimo tempo ciò che sente per Niall non è il semplice amore fraterno che ha sempre provato.
Sarà stata la consapevolezza di stare per perderlo a farglielo capire. O semplicemente si è messa a fissarlo un po' troppo dopo tutti quegli anni e il suo cervello le ha giustamente detto che il suo Niall è un dannato figo da paura, con gli occhi blu che sembrano spenti, ma che nascondono il mondo, con l'espressione sempre corrucciata che lo rende affascinante e misterioso. Niall è sempre stato in quel modo, da quando aveva più o meno quattordici o quindici anni, una volta entrato nell'adolescenza. Il sorriso ancora più luminoso quelle poche volte in cui sbuca fuori. Per non parlare della sua risata. O dei capelli sempre scompigliati, come se non li tocchi per nulla la mattina quando si alza dal letto. Le spalle larghe e le braccia muscolose. Niall è... cazzo, Niall è perfetto. Molto più di suo fratello maggiore, che ha il naso troppo grande per il suo viso, la barba che non gli dona affatto e lineamenti molto più grezzi del più piccolo. Perché è sempre stata così cieca? Perché se ne sta rendendo conto soltanto adesso?
Quello che sente per Niall da quando lo ha rivisto dopo quegli anni è...
Si toglie in fretta il grembiule, afferra la giacca, saluta Margaret ed ignora Finnick che le chiede dove sta andando, mentre lei vola fuori dal locale.
Nonostante abbia fatto l'intera nottata al lavoro e forse avrebbe bisogno di dormire, non va a casa. Semplicemente raggiunge il più velocemente possibile la villa di Niall. Lo può vedere già dalla sua auto, che pattina nel loro laghetto, in quello che è sempre stato il loro pezzo di paradiso.
Può vedere perfettamente lo stupore nel viso del pattinatore quando si accorge di lei, che va spedita verso di lui. Riesce perfino ad accusarlo di essersene andato, con un coraggio che le è appena venuto fuori all'improvviso. Lo fa arrabbiare, ma non le importa, anche lei è arrabbiata.
Eveline vuole solo... oh, lo vuole e lo fa. Si sporge in avanti e quasi con irruenza lo bacia. Afferra il viso di Niall con entrambe le mani dopo aver unito insieme le loro labbra. E sentirlo ricambiare immediatamente le fa percepire delle stupide ma perfette farfalle svolazzanti nello stomaco. Come posto per il loro effettivo primo bacio, quel lago non può sicuramente andare meglio. Perché è dannatamente giusto, immancabilmente perfetto.

Cold Heart ●Niall Horan●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora