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«Niall.»
Due. Le volte in cui suo fratello lo ha già chiamato. Ma lui non ha la minima voglia di rispondergli, quindi finge di non aver sentito.
«Niall.» strano come la voce di Finnick stia diventando sempre più dolce ogni volta che pronuncia il suo nome. Deve essersi spaventato davvero, deve aver temuto di perdere suo fratello una volta per tutte. Quella è l'unica spiegazione per cui non gli sta ancora urlando contro. Devono essere stati anche i dottori a dirgli di essere delicato con lui, perché in quel momento è come un bicchiere di cristallo già scheggiato, in bilico sul tavolo della cucina. Ha chiaro bisogno di aiuto, anche se lui non lo vuole.
Continua a stare seduto sulla poltrona sistemata davanti alla finestra. Da lì può vedere perfettamente il lago tra gli alberi. Ha comprato quella casa proprio per la vista, proprio per ricordare che quello è ancora il suo posto preferito, nonostante non vada effettivamente lì da anni. Anche adesso che abita tanto vicino da raggiungerlo a piedi in pochi minuti. Niall guarda, ma non si avvicina mai davvero.
Suo fratello si accovaccia davanti a lui, sperando che il minore gli presti attenzione, ma non è così fortunato.
«Hey, Ni...» Finnick allunga il braccio e con la mano afferra il mento ruvido di barba di suo fratello, costringendolo a voltarsi verso di lui. «Guardami.»
Niall non vorrebbe obbedire a quel comando, o meglio quella richiesta, ma alla fine decide di spostare lentamente gli occhi blu e incrociare quelli dello stesso colore dell'altro.
«Per favore, alzati. È da ore che stai seduto qui. Voglio la tua compagnia, voglio che parli un po' con me.»
L'espressione di Niall è gelida, completamente vuota. Finnick quasi rabbrividisce.
«Non ho nulla da dirti.» è la prima frase che Niall sussurra dopo ore, con voce estremamente piatta.
Beh, come può pretendere Finnick di ottenere tanto? Niall non ha mai parlato con lui come vorrebbe in quel momento, nemmeno quando stava bene.
Finnick passa la mano sul viso del più piccolo, che chiude gli occhi e serra la mascella, segno che quel gesto lo sta solo infastidendo.
Finnick sospira internamente e accarezza i capelli di Niall, nonostante siano sudici. Dovrebbe spedirlo almeno in doccia.
«Devi reagire. Non puoi restare così per sempre.»
«No?» il tono ironico che Niall usa fa esternare il sospiro che Finnick continua a trattenere.
«Non vuoi provare ad andare in pista con me?»
Se Niall ruscisse a tirare fuori qualcosa dall'involucro che si sente adesso, sarebbe sicuramente una risata.
Perché Niall ha fatto ciò che ha fatto? Perché Niall ha continuato a farsi fino a non capire più nulla? Non ricorda molto di quella sera, ma sa perfettamente quale sia la risposta a quelle domande. Perché voleva spegnere ogni cosa. Perché voleva azzardare una volta per tutte e non doversi preoccupare più della sua vita. Per andare lontano da quella maledetta pista di pattinaggio. Quindi no, non vuole andare in pista. Piuttosto, sfiderà se stesso su quanto tempo può effettivamente passare in quella posizione, a fissare il vuoto. A fissare il lago e sognando le temperature giuste che lo porterebbero a ghiacciarsi. Freddo e gelido, proprio come lui.
Sei giorni. Dopo essere uscito dall'ospedale, ha resistito soltanto sei giorni nella condizione di automa, ad alternare il letto in cui doveva seppellire il viso nel cuscino per non mettersi ad urlare e in cui i demoni venivano a fargli visita nei sogni, alla poltrona nell'altro angolo della stanza.
Dopo quei sei giorni, semplicemente si è alzato da lì ed è andato a farsi una doccia lunga e calda, di quelle che dovrebbero scioglierti le membra, di quelle che a volte riescono perfino a farti tornare a vivere.
È ancora gocciolante quando si aggrappa al lavello per guardarsi allo specchio. La sua pelle è bianca come quella di un fantasma. «Sei un coglione.» sussurra a se stesso. Per aver fallito nel tentativo di togliersi la vita. Per aver solo provato a togliersi la vita.
Ha ancora alcune cose da dover fare prima di morire. Come riuscire a vincere l'oro. I suoi occhi non riescono più a reggere il blu delle sue stesse iridi dopo quel pensiero. Lui non riuscirà mai a vincere quell'oro. Si lascia cadere per terra e attira le ginocchia al petto. Infila le mani tra i capelli ancora fradici e li stringe con troppa forza. Le lacrime sgorgano fuori senza che possa fermarle. Ha passato gli ultimi anni a gareggiare da individuale e a fare un punteggio tale da non arrivare mai al primo posto. Perfino suo fratello era frustrato e stufo di vederlo sempre nei gradini più bassi del podio. Lui continuava ad allenarsi come ha sempre fatto, continuava a sputare il sangue sul ghiaccio bianco, ma era quasi come se qualcosa non fosse al posto giusto. Probabilmente è solo il fatto di non avere una compagna accanto mentre pattina. Niall non è fatto per farlo da solo.
Ma cosa dovrebbe fare? Finnick lo ha fatto provare tante, troppe volte con pattinatrici diverse negli ultimi anni, alcune principianti, altre più esperte. Ma con ognuna di loro non è mai riuscito ad allenarsi come... come faceva con le uniche due persone che non vuole tirare fuori dal suo vaso di Pandora. Niall sa che è colpa sua. Sa che non riesce a trovare la sintonia con nessuna di quelle ragazze, perché loro non sono Rose Marie. Perché loro non sono... Eveline.
Ma non può pensare a lei. Quante volte non l'ha permesso al suo cervello? Lei non esiste più, lei gli ha fatto soltanto male, lei lo ha abbandonato.
Dovrà continuare da solo. Oppure... ci ha pensato anche troppe volte, ma non è riuscito mai a farlo davvero, ad appendere i pattini al muro e a finire gli studi che ha intrapreso all'università. Ovviamente, anche quelli sono stati lasciati a metà, come tutto ciò che Niall intraprende e prova a realizzare nella sua vita.
Dio... è proprio lui che non va. Ma non può stare lì con le mani in mano, senza fare nulla.
Così asciuga le sue lacrime, il suo corpo e i suoi capelli ed esce da quel bagno. Esce da quella casa in cui si è rinchiuso.
«Dove stai andando?» Finnick è stupito di vedere Niall fuori dalla sua stanza, con il giaccone addosso.
«Fuori.» dice soltanto e il più grande non riesce nemmeno a chiedergli se vuole compagnia. Sa perfettamente quale sarebbe la sua risposta.
Niall fa il giro della sua abitazione e intraprende il vialetto sul retro, quello che lo conduce dritto al laghetto. Quel vialetto pieno di erbacce perché sempre inutilizzato.
Più si avvicina, più il battito del cuore di Niall accelera. Il suo respiro è corto, sta usando la bocca per farlo e ogni volta che espira una nuvoletta di fumo si forma davanti alle sue labbra.
I suoi piedi si fermano soltanto quando sfiorano l'acqua fredda al bordo del laghetto.
Niall si guarda intorno e cerca di non far emergere i ricordi. Deve esere soltanto uno spettattore passivo della sua vita. Così è riuscito a superare gli ultimi anni.
Niall si abbassa e afferra un sassolino da terra. Lo lancia con tutta la forza che ha nel braccio, facendo increspare la superficie dell'acqua.
Niall osserva i cerchi concentrici che si agitano un po', quelle ondine che ha formato artificialmente perturbando la quiete del lago. E il sasso è finito sul fondo, proprio come il suo cuore, proprio come la sua anima nera.
Non sa nemmeno quanto tempo passa là fuori, a lanciare sassi dentro al lago.
Finnick lo raggiunge appena prima che faccia buio. Lo affianca, restando in silenzio. Probabilmente è lì per dirgli di tornare dentro, proprio come faceva quando era solo un ragazzino. Ma in quel momento non dice una parola. Forse aspetta che sia suo fratello a parlare. Perché lo conosce bene e sa che a quel punto lo farà, dirà qualcosa.
«Finn?» quello di Niall è soltanto un sussurro, ma in mezzo a quel silenzio, il più grande lo sente perfettamente.
«Sì?»
«Io...» si ferma, deve trovare la forza per continuare. «Sto bene. Io sto... bene.»
Finnick si volta a guardarlo per fargli un sorriso triste. «Lo so, Niall.»
E al più piccolo non resta che annuire. Non si lamenta nemmeno quando Finnick fa passare il braccio sulle sue spalle e lo attira a sé.
Si lascia avvolgere da quel calore e cerca di trattenere un sospiro. Andrà tutto bene...
I giorni passano in fretta, sono tutti uguali. Niall è tornato in pista e ha ripreso con la sua solita routine. Certo, è decisamente più stanco del solito, ma può farcela.
Si sta togliendo i pattini quando Tess si avvicina a lui. Tess è l'attuale fidanzata di Finnick, è una pattinatrice individuale allenata proprio dal maggiore degli Horan. Lei sì che ha vinto l'oro, più volte perfino. Lei sì che è l'orgoglio di Finnick.
«Niall? Cosa fai stasera?» il ragazzo non è nemmeno stupito da quella domanda. Tess si preoccupa spesso di suo cognato, specialmete da quando Niall è andato in overdose. È una ragazza dolce dopotutto e proprio per quel motivo Niall non riesce a capire come faccia a trovarsi bene con Finnick. Non che sia la prima a trovarsi bene con suo fratello. Deve avere degli aspetti che rivela soltanto alle ragazze e che lui non conosce. Ha sempre invidiato Finnick, se deve essere sincero. Ma proprio per quella sua invidia, ha sempre cercato di imitarlo il meno possibile, di essere completamente diverso da lui.
Peccato solo che Niall si odi abbastanza.
«Nulla, credo che andrò a casa e dormirò fino alla prossima vita.» Niall emette una piccola risata, forse la sua battuta non è stata poi così carina.
Tess finge di non aver pensato che quella potesse essere un'allusione ad un altro tentativo di togliersi la vita. «Bene, allora verrai con me. Prendiamo una birra in qualche pub e facciamo due chiacchiere.»
Niall fa automaticamente una smorfia. «Viene anche Finnick?»
«No.» ecco, quella risposta lo stupisce abbastanza. Sì, di certo non se lo aspettava. Non chiede se suo fratello sia d'accordo e ignora il pensiero che sia stato proprio lui a mandare la sua ragazza in perlustrazione. Ma dopotutto, non ha molta voglia di andare a casa da solo a deprimersi. Quindi accetta. Indossa una camicia e si lascia trascinare in un posticino carino in centro.
«Posso farti una domanda?»
Niall guarda il suo bichiere di birra ancora sano, lo fissa praticamente da quando gliel'hanno portato, giusto per non incrociare per troppo tempo lo sguardo di Tess. Annuisce soltanto in risposta.
«Vorresti abbandonare il pattinaggio?»
Niall scrolla la spalle.
«Lo sai che con me puoi parlare senza farti problemi, vero?»
Certo, così che poi sarebbe potuta andare a riferire tutto tranquillamente a suo fratello. Quindi Niall opta per una risposta che anche Finnick conosce bene. Le sue spalle si incurvano maggiormente e prima di pronunciare quella frase si pente ugualmente di aver accettato di uscire con lei. «Io vorrei soltanto tornare a gareggiare in coppia.»
«Cosa cambia dall'individuale? Scusa se te lo chiedo, ma davvero non ho mai provato con nessun altro se non me stessa e non riesco a capire cosa tu ci veda in più.»
Niall solleva finlmene lo sguardo. Non dovrebbe rispondere, ma non sa perché, vuole farlo. «Quando sto lì in pista con una persona accanto io... mi sento più sicuro di me. Mi sento importante perché la mia partner deve fidarsi completamente di me. Devo stare concentrato e attento ogni singolo attimo, lei è una mia responsabilità, se mi distraessi rischerei di farle male e non deve succedere. Quando pattino in coppia mi sento bene, perché so che senza di me, così come io senza di lei, non riusciremmo ad andare da nessuna parte.»
«Cerchi la completezza in qualcun altro.» Tess lo dice con le sopracciglia corrugate. Niall scrolla semplicemente le spalle, ancora una volta. Forse Tess ha ragione, ma non ha voglia di ammmetterlo. «Sai che puoi essere completo anche da solo?»
Sì, beh... ma lui non ci riesce. Non ci riesce proprio.
Per il resto del weekend dopo quell'uscita, Niall sta lì a pensare, troppo e non fa altro che maledirsi per questo.
Vorrebbe quasi non andare in pista quel lunedì mattina, ma deve. Finnick lo aspetta per l'allenamento. Potrebbe inventare una scusa, ma una parte di sé quella mattina è stranamente attratta lì, sul ghiaccio.
Strano, quando Niall arriva in palestra suo fratello non è ancora arrivato. Molto strano, visto che mancano cinque minuti all'inizio dell'allenamento.
Nel mentre che lo aspetta, Niall indossa i pattini ed entra in pista, scaldandosi camminando da una parte all'altra, passando sempre per il centro. E si trova proprio al centro della pista quando sente la voce di Finnick alle sue spalle.
«Niall. C'è una persona che vorrebbe vederti.»
Niall si volta e si ferma di colpo. Il suo stomaco si chiude, il suo cuore fa una... capriola? O forse sta solo cercando di fuggire via e mettersi al riparo?
Riconoscerebbe quel colore di capelli ovunque. Le sue mani tremano e il suo respiro si ferma. Perchè accanto a suo fratello, con un timido e piccolo sorriso sulle labbra, c'è Eveline Moore. Già, proprio quella Eveline.

Cold Heart ●Niall Horan●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora