XVII. Sensazione Tropicale

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Alexis;

I miei piedi affondarono nella sabbia spessa e morbida mentre assimilai ciò che mi circondava. Accanto a me si trovava Harry, le nostre dita erano intrecciate e guardavamo in lontananza. Il sole prevaleva sul cielo azzurro, e bruciava sulla nostra pelle.

Sono presenti altre persone, ma il lago non è affollato come credevo sarebbe stato. È tranquillo e quasi privato.

Guidai Harry con entusiasmo lungo la piccola collina fino ad un'area più pianeggiante, dove decidemmo di fermarci. Posai la mia salvietta ed Harry fece lo stesso sistemando la sua accanto alla mia. Si sedette grugnendo, appoggiando pigramente la sua schiena a me.

Si coricò poi fra le mie gambe, appoggiando la testa sul mio petto, chiedendomi di applicargli la protezione solare.

"Perché sono io a doverla mettere a te prima?" domandai, sapendo che però l'avrei fatto comunque.

"Non c'è un motivo. Solo fallo, per favore. O mi brucerò più velocemente di ciò che cucina Liam" rispose.

Ridacchiai e lo privai del tubetto di crema solare, aprendo il coperchio. Ne estrassi la giusta quantità e la distribuii sulle mani prima di farlo mettere a sedere. Gli applicai quindi la crema sulla schiena e sulle braccia, facendomi poi in avanti per rubargli un bacio.

Harry sorrise fra sé e sé quando gli lanciai il tubo, a fargli capire che era il suo turno. Mi voltai e sollevai i capelli che avevo lasciato sciolti. Preso sentii la fredda crema sulla pelle, applicata dalle sue grandi mani appena callose. Sorrisi quando si fece avanti con il viso e mi accarezzò la guancia con il naso. Mi voltai appena e lui portò le labbra sulle mie.

Il momento adorabile venne distrutto nel momento in cui entrammo in acqua. Mi tolsi i pantaloncini, mettendo in mostra la parte inferiore del bikini bianco e blu. Non riuscivo a trovare la parte superiore abbinata, ma quello che indossavo andava bene comunque.

I miei riccioli volavano dappertutto ogni volta in cui mi allontanavo da lui o compivo dei movimenti veloci. L'acqua schizzava in tutte le direzioni. Strillavo ogniqualvolta venivo investita dall'acqua fredda che Harry sospingeva verso di me. Alla fine della nostra guerra ero fradicia.

Lui mi cinse la vita con le braccia e mi avvicinò a sé nuotando fino a quando l'acqua non raggiunse l'altezza del nostro collo. Meglio, il suo collo. Non ero alta come lui, quindi l'acqua mi sarebbe arrivata al naso se non avessi cinto i suoi fianchi con le gambe.

Portai poi le braccia attorno al suo collo, avvicinando il viso al suo con un sorriso in volto. Mi sorrise e mormorò, "bello, vero?"

Annuii guardandomi attorno per un momento. L'acqua brillava alla luce del sole ed io feci del mio meglio per memorizzare alla perfezione questa vista. Era un così bello spettacolo, avrei desiderato portarlo sempre con me. Ma non potevo. Non importa quanto ci avessi provato.

"Sembra quasi...tropicale" suggerii voltandomi verso Harry. I nostri volti rimasero uno a pochi centimetri dall'altro. "Hai detto che hai sempre voluto viaggiare" dissi, nonostante la mia fosse più una domanda.

"Sì. Credo sarebbe rinvigorente. Vedere cose nuove per una volta" disse, "stiamo parlando di viaggiare mentre siamo immersi in un lago, non è precisamente la mia idea di romanticismo, ma..." aggiunse.

"Non sapevo fosse una fuga romantica. Che cos'è la tua idea di romanticismo?" ridacchiai.

"Questo" mormorò a voce roca un istante prima di azzerare la distanza fra le nostre labbra. Mi baciò con forza delicata. La morbidezza delle sue labbra e la facilità con le quali si muovono sulle mie mi perseguitarono a non finire. Non era necessariamente una cosa negativa, quanto più frustrante. Poiché se fossi stata costretta a restare senza i suoi baci non sarei stata in grado di durare un giorno solo.

Non riuscii a non sorridere sulle sue labbra, e lo sentii fare lo stesso. "Che cos'è che ti fa sorridere?" mormorò sulla mia pelle.

"Lo sai" risposi con fare giocoso. Lui sorrise e sospirò, portando le braccia attorno ai miei fianchi. Lo strinsi a me, ero a mio agio nei dolci movimenti dell'acqua e nel calore che prima era per me insopportabile, mentre ora era solo un ricordo.

"Non so niente" sbuffò abbracciandomi. "Ma mi piacerebbe".

Sorrisi quando gli diedi un bacio sulla guancia e dissi. "Così sei perfetto per me".

Lui sorrise appena ed accarezzò il naso con il mio. "Penso lo stesso di te". Non attese nemmeno un secondo per portare le labbra sulle mie con foga, unendole in un bacio colmo di passione. Portai una mano alla sua nuca, affondando appena le unghie nella sua carne mentre la mi bocca si muoveva in sincrono con la sua.

Lo sentii aderire ulteriormente a me, le sue mani strinsero la presa attorno ai miei fianchi. Il suo tocco si spostò occasionalmente sulle mie cosce, con le dita mi sfiorava la parte inferiore del costume. L'unico altro rumore che odo, oltre al rilassante cadere delle gocce d'acqua, è quello causato dal movimento delle nostre labbra. sospirai e mi arresi al suo tocco.

Harry mi leccò il labbro inferiore prima di prendere a succhiare sullo stesso. Sentii poi la sua lingua farsi spazio nella mia bocca, e trovai incredibilmente difficile resistere al far aderire il mio petto al suo, poiché desideravo ardentemente averlo il più vicino possibile. Gemetti appena prima di scattarmi.

"Mi sono quasi dimenticata che non siamo soli" gli ricordai mentre gli accarezzai la sua mascella perfetta.

I suoi occhi rimasero chiusi quando grugnì e ribatté con voce roca, "allora ritorniamo in tenda, piccola".

Mi morsi il labbro e dissi, "andiamo. Sembreremo uva passa una volta fuori dall'acqua".

Trascorremmo la maggior parte della giornata o sulla spiaggia o nel lago, applicando nuovamente la protezione solare per non friggerci al sole. Comprammo poi due hot dog allo stand, e nel mangiare mi sedetti accanto a lui ammirando il modo in cui i suoi capelli umidi gli aderivano alle guance, ed il modo in cui i suoi occhi erano più raggianti del solito.

Lo guardai mangiare, e notai che tirava fuori la lingua prima di mordere l'hot dog. Era così dolce. Ridacchiai fra me e me, distogliendo lo sguardo. Lo vidi però guardami accigliato, si stava domandando il perché del mio gesto divertito.

Nel masticare mormorò un "che c'è?"

Scossi il capo. "Niente".

Grugnì. "Ovviamente c'è qualcosa invece".

"Non è niente" insistetti e cercai di non ridere, ma non funzionò molto bene. Mi guardo con fare implorante. Quindi sospirai. "È solo che sei carino quando mangi".

Harry mi guardo per qualche secondo prima di dire, "okay, questa non l'ho mai sentita".

"Oh, quindi ricevi molti complimenti?"

"Pfftt, oh sì! La maggior parte me li faceva mia mamma" mi fece l'occhino facendomi sorridere. "Che cosa c'è di carino nel modo in cui mangio?"

Diedi un'alzata di spalle. "Non lo so. È che sei quasi sempre carino".

"Wow, sono molto lusingato...aspetta...quasi sempre?" domando con fare divertito, scuotendo il capo.

Un sorriso si fece spazio sul mio volto. "Oh okay, scusami. Ho parafrasato male. Sei sempre carino".

"Meglio" mormorò. "Solo non il meglio che tu possa fare".

"Non starò qui a riempirti di complimenti" ribattei dandogli un buffetto sul petto.

Harry si accigliò. "Ah no? Allora che cosa ci fai qui?"

Rimasi a bocca aperta. "Oh, ti conviene rimangiartelo o te ne pentirai".

Harry rise e rispose, "no. Vorrei vedere il modo in cui me ne pentirei".

"Ma certo" alzai gli occhi al cielo. 

1996 |ITA|Where stories live. Discover now