II. La fiera

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Dopo aver lavato i piatti ed aver aiutato nonna a sistemare il suo cardigan fatto a maglia, lei disse, “Penso che la fiera inizi tra poco. Se vuoi possiamo andarci”

“Certo” risposi facendo spallucce. “Sarà divertente”

“Non c’è dubbio! È la cosa più interessante che anima questo buco lubrificato dal calore dei poteri malefici di Satana”

La fissai con un ghigno divertito in viso. “Um…non sono sicura di volerne sapere di più o…”

“Non domandarti da dove proviene il mio vocabolario. Chiediti piuttosto perché tua madre non abbia ereditato questo dono” mi informò, in qualche modo sembrava seria al riguardo, ma anche comica allo stesso tempo.

Le mie spalle sussultarono quando risi, e scossi il capo alla donna di fronte a me. Quest’ultima mi sollecitò poi a prepararmi, poiché evidentemente eravamo in ritardo.

Indossai un paio di shorts di jeans strappati a vita alta. Poi sistemai una camicia nera e verde attorno ai fianchi e legai i miei spessi capelli marroni in una coda di cavallo. Indossai velocemente un paio di stivali prima di assicurarmi la maglietta bianca all’interno dei pantaloni.

Mi diedi una breve occhiata allo specchio prima di correre al piano inferiore quando nonna mi chiamò. Si era tolta il grembiule e si era acconciata i capelli in uno chignon.

Una volta salite sul pick up, nonna mi squadrò stringendo lo sguardo al mio abbigliamento. “Se resti incinta sotto la mia supervisione tua madre non mi permetterà più di comprare la tinta per capelli. E non posso vivere con i capelli bianchi”

Schiusi le labbra con fare incredulo. “Nonna” iniziai, “non resterò incinta”. Poi ridacchiai. “È già abbastanza brutto che tu pensi che possa succedere”

Mi guardò male. “È il mio modo per dire…che sembri una donna ed una troppo attraente

“Grazie?”

“È un complimento!” ribatté infastidita, facendomi ridere mentre ci spostammo lungo la strada, la sua mano reggeva saldamente il volante.

Quando giungemmo a destinazione notammo subito dove si sarebbe svolta la fiera. Attorno a noi splendevano diverse luci che individuavano grandi giostre, giochi e molte persone. Non tante quante si sarebbero aggregate in alcune aree famose, ma per questa zona era una manifestazione abbastanza importante.

E le risa, le urla e l’entusiasmo si diffondeva copiosamente. Sorrisi, ero contenta di trovarmi lì. Almeno fino a quando il pick up si fermò improvvisamente, facendomi balzare in avanti, bloccata dalla cintura di sicurezza.

Rimasi a bocca aperta quando nonna suonò il clacson ed esclamò, “Gli adolescenti diventano sempre più stupidi con ogni anno che passa!”

Feci ricadere le mani sulle ginocchia e dissi, “Grazie, nonna”.

1996 |ITA|Donde viven las historias. Descúbrelo ahora