Capitolo 18. Il respiro del fuoco - Parte Prima

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«Ha detto quando attaccheranno? E in quanti?» chiese Jake, facendo vagare distrattamente lo sguardo sui compagni. Erano risaliti sul ponte e si erano rifugiati all'ombra del cassero, per ascoltare il resoconto del mezz'elfo al sicuro da orecchio indiscrete. Sotto di loro, la Crocevia rollava adagio sul pelo dell'acqua, battendo ritmicamente al fianco della Valchiria, alla quale era stata ancorata. Alle loro spalle, udivano le lamentele della ciurma sconfitta, costretta a sostare seduta a prua e sorvegliata a vista dagli uomini di Morven.

A quella domanda, Daniel scosse il capo. «No, nessuna informazione temporale, ha solo detto che arriveranno presto. Che seguono la nave, presumo con la magia, e che non hanno intenzione di farsi sfuggire la ragazza.» Lo stregone alzò gli occhi su Kate, ferma sull'altro lato della nave accanto ai prigionieri, e storse le labbra. «Per me, la cosa più semplice è consegnarla e andare avanti per la nostra strada.»

CJ sgranò gli occhi. «Cosa? Stai scherzando, fratello? Non si consegnano così, le donzelle!»

«Mi trovo d'accordo con l'halfling. Non è affatto un comportamento da gentiluomini» rincarò la dose Dad. «O gentilnani e gentilmezzelfi, che dir si voglia.»

«E me non sembra il momento di pensare alla gentilezza» ribatté lo stregone, appoggiandosi più comodamente alla parete. «Non la conosciamo, non le dobbiamo nulla. Abbiamo una missione da portare a termine, non possiamo farci distrarre da problemi che non ci appartengono.»

«Direi che ora ci appartengono eccome» obiettò Spock, che sostava a qualche passo da lui e teneva il viso in parte rivolto al deserto. «Dato che il culto era qui per lei.»

A quelle parole, Ben lanciò un'occhiata turbata a Eco e al nano, riuniti con loro per ascoltare quel resoconto. Lui e i compagni avevano discusso prima di coinvolgerli e, nonostante la sua reticenza, era stato deciso che meritassero di conoscere ciò che li aspettava. Di lì a poco il culto avrebbe attaccato e il ranger aveva ribadito quanto fosse importante avere quattro braccia in più per la battaglia imminente.

Ben era stato costretto ad adeguarsi, riuscendo solo a strappare ai compagni la promessa di non nominare la profezia, almeno finché non si fosse rivelato estremamente necessario. Una piccola vittoria, che lo aiutava a sentirsi tranquillo solo in parte. Qualcosa nel nano continuava a turbarlo e confonderlo. Non era in grado di inquadrarlo e per questo non riusciva a fidarsi completamente di lui.

Intanto, davanti a lui Daniel scrollava le spalle, rivolgendosi a Spock e agli altri. «È vero, la sua famiglia è coinvolta nel culto, ma questo potrebbe non voler dire nulla. Potrebbe essere solo una ragazza viziata che deve sposarsi e non intende adeguarsi agli ordini del padre...»

«Padre che, si dà il caso, è anche un fervido seguace del dio del fuoco» lo interruppe Ben, allontanando la mente dalle preoccupazioni sui nuovi membri e incrociando le braccia con fastidio. «Un piccolo dettaglio.»

Non gli sfuggì l'occhiata irata che lo stregone gli rivolse, come non poté non notare di essere l'unico a ricevere quel trattamento. «Questo non vuol dire nulla» ribatté Daniel, in tono supponente. «Un matrimonio combinato resta un matrimonio combinato, indipendentemente dalle credenze di tuo padre.»

«Secondo me vuol dire molto, invece» si intromise Jake, interrompendo per un attimo la linea di fuoco tra lui e lo stregone. «Visto che ha mandato altri membri del culto per riprenderla.» Era chiaro che stesse cercando in tutti modi cercando di tamponare l'attrito tra lui e lo stregone, ma Ben non ne poteva più di quella situazione. Per questo, con un sospiro riprese su di sé l'attenzione, preparandosi a ciò che ne sarebbe venuto. «Esatto. Non possiamo ignorare che stanno venendo per lei. E in ogni caso, se è stata onesta con Jake potremmo aver trovato un'alleata.»

Nel sangue e nel fuoco - Cronache di Irvania IIWhere stories live. Discover now