Capitolo 11. Destini Incrociati - Parte Prima

68 11 46
                                    

Il giorno restante trascorse placido per quasi tutti i membri della Crocevia. Nessun avvistamento di navi nemiche turbò la navigazione del capitano Morven e la regolarità del fiume permise ben presto a tutta la ciurma di rilassarsi e imbastire canti tradizionali e chiacchiere leggere con i combattenti arruolati quel mattino.

Tra loro, il mezz'elfo con le vesti da incantatore e l'halfling solare fecero presto a ritagliarsi una posizione di rispetto, e i marinai furono lieti di osservare i trucchi magici del primo e i giochi di mano del secondo; nessuno all'interno del gruppo di avventurieri si stupì della facilità con la quale i due si mescolarono alla ciurma.

CJ, da un lato, era palesemente nel migliore dei posti che potesse desiderare, circondato da gente abituata a scommettere a carte, svuotare barili di birra e raccontare le più sconce delle battute, cose alle quali l'halfling non solo era abituato, ma che adorava. Daniel, dall'altro, aveva trovato nell'equipaggio un pubblico ben disposto a sentirlo narrare delle loro gesta, anche se edulcorate per evitare troppi dettagli, e soprattutto desideroso di vederlo ancora materializzare stupendi fuochi intangibili tra le mani o ripulire con uno schiocco di dita il ponte, risparmiando ai mozzi parte del lavoro della giornata.

Mentre i due si divertivano con l'equipaggio, dunque, il resto del gruppo allentò a poco a poco la guardia, finendo per riuscire a rilassarsi davvero, forse per la prima volta da che avevano lasciato Riverwood. A bordo della nave non vi era il pericolo di essere riconosciuti e segnalati al culto, non finché non fossero sbarcati almeno, e gli avventurieri realizzarono ben presto che qualunque minaccia si fosse avvicinata alla Crocevia sarebbe stata segnalata con sufficiente anticipo da permettere a tutti loro di prepararsi.

La vastità e tranquillità stesse del Drago d'Argento erano una garanzia di protezione, e a tutti loro sembrò di aver trovato rifugio almeno per un po' tra quei flutti scintillanti e sotto un sole che prometteva buoni auspici per tutta la giornata a venire. Jake, Ben, Dad e Jord sedevano in quel momento all'ombra del cassero, chiacchierando di piani futuri e godendo del fresco degli spruzzi che arrivano fino a loro. Di tanto in tanto, il nano raccontava loro qualche nuovo dettaglio dei suoi studi, ma nessuno dei tre auditori ne era realmente dispiaciuto e anzi, la sua voce era diventata un elemento piacevole in quella quiete placida e gradevole.

Mentre loro discutevano, Eco faceva la spola tra i quattro nuovi compagni e l'equipaggio, con l'intento di apprendere il funzionamento di quella nave che tanto gli rammentava il passato, mentre Spock, seduto sulla murata a prua, si godeva la pace e la solitudine di quel trespolo nel quale nessuno aveva il cuore di disturbarlo.

Quando infine il sole declinò oltre il profilo dei monti e le ombre cominciarono ad allungarsi, l'equipaggio imbastì un pasto rapido sul ponte, adibendo a sedili i barili di merce meno pregiata e condividendo con entusiasmo il rancio con i nuovi arrivati, quasi fossero diventati a tutti gli effetti parte integrante della vita della nave.

La Crocevia si saturò di risate e scherzi, ai quali lo stesso Morven prese parte con letizia, e presto gli avventurieri si sentirono travolti da quel clima brillante e libero. Solo Spock si tenne in disparte, desideroso di preservare la tranquillità raggiunta durante la mattinata, e pasteggiò a prua inspirando con piacere l'aria fresca e profumata della notte sempre più densa. Anche se il buio si stendeva solido davanti ai suoi occhi, e i canti e le risate saturavano l'aria e invadevano la quiete, il druido era in grado di percepire il battito leggero della vita che brulicava intorno al fiume, una sinfonia del tutto dissimile da quella scordata e alcolica della nave, e alla quale sentiva di appartenere con ogni fibra del proprio corpo.

Ai margini di quel brusio, iniziava però a intuire anche i primi segni della presenza del deserto, che a qualche chilometro dalla prua della nave estendeva la sua influenza sulla natura circostante. Lo avvertiva allo stesso modo in cui aveva percepito l'innaturalità del baratro di Collediquercia e la cosa lo incuriosiva e preoccupava al contempo.

Nel sangue e nel fuoco - Cronache di Irvania IIWhere stories live. Discover now