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JEFF

-Non hai caldo?,io ho caldissimo-Dice provando a levarsi il vestito.
Cavolo, non sarebbe per niente male...
-Ferma!-Dico togliendogli la coperta.
-Te ne pentirai... io non sono un'allucinazione-Aggiungo.
Ride, Ride...
È l'alcool che le fa effetto.
Si addormenta di colpo, Mi muovo e per sbaglio sbatto il piede contro la penisola facendo rumore il suo viso si contorte.
Mi immobilizzo e trattengo il respiro.
Spero che non si svegli.
Il suo viso torna ad esprimere tranquillità.
-Non andare,resta -Dice cercando qualcosa con la mano che penzola dal divano.
Non sono sicuro che è riferito a me .
Mi avvicino e le afferro la mano per posarla sul divano.
Lei però la stringe e mi sorride.
Mi trovo felicemente bloccato e non posso fare a meno di sorridere nel vedere la sua mano stringere la mia.
Non ho nessuna intenzione di mollare la sua mano, così mi siedo per terra e poggio la testa sul tavolino.
Cinque minuti,mi dice.
Cinque minuti e mi nascondo di nuovo.
Mi addormento sognando Annabelle felice, con me.
Mi sveglio di colpo sentendo la sua mano stringere la mia.
Mi libero dalla sua presa e mi nascondo.
-Illuso-Sussurro.
-Non ti accetterà mai per quel che sei-Dico al mio riflesso nello specchio.
Mi sono nascosto o meglio rinchiuso, di nuovo nel bagno.
Sei un codardo ,dice la voce squillante nella mia testa.
-Non è vero-Dico tirando un pugno al vetro procurandomi una qualche frattura alle nocche.
I coltelli,pensai poi.
Sono ancora in cucina.

ANNABELLE

Un' improvvisa fitta alla testa mi obbliga ad alzarmi dal divano .
Prima di aprire gli occhi mugolo qualcosa di incomprensibile perfino per me e stringpo le mani a pugno...eppure c'è qualcosa che non mi torna...
C'è qualcosa nella mia mano... .
Apro gli occhi, ma non c'è nulla.
Ho addosso una coperta, ma non ricordo di averla presa.
Indosso una felpa non mia che però ha un buon profumo.
Non mi ricordo nemmeno di essermi addormentata sul divano.
Vado in cucina e d'avanti al frigo ci sono dei coltelli.
Emetto un verso spaventato poi mi ricordo che ieri sera c'era qualcuno a casa con me.
Mi ricordo che Ash non è entrato in casa quindi lo escludo a priori.
Mi ricordo che indossava una strana maschera a coprirgli il viso ed aveva un cappuccio,era molto carino ma allo stesso tempo sembrava molto fragile.
Mi ricordo che i coltelli appartengono a quest'ultimo, ma adesso dove si trova?
Perché aveva questi coltelli e perché era in casa mia ?.
-Sei ancora quì?-Sussurro spaventata.
-Vieni fuori non ti faccio nulla!-Dico.
-Sono pazza?!-Aggiungo.
Il mio telefono suona.
È un messaggio da parte di Ash.

Hey come stai?,sono con Grace per chiarire un po' di cose .
Passo nel pomeriggio.

Gli dico che sto bene e che non c'è nessun problema dato che sarei rimasta a casa.

JEFF

Sento un urlo e torno alla realtà .
-Sei ancora quì?-Sussurra spaventata.
-Vieni fuori non ti faccio nulla!-Dice .
-Sono pazza?!-Aggiunge.
Non posso non fare nulla.
Sono io quello pazzo;Il pazzo che uccide le persone , il pazzo che entra e si nasconde nelle case, il pazzo tra i due, sono io.
Apro la porta ma non esco dal bagno.
Qualcosa cade.
Sento tranquillamente il suo respiro accelerare, no, non è il suo, è il mio.
-Non ho armi-Sussurra.
Questa sua stupida, mi fa impazzire.
-Non ne ho nemmeno io-Dico.
-È solo che...- Inizio.
-Non ti giudico-mi interrompe.
-Sei una stupida-Sussurro, ma non dice nulla.
-E se fossi un killer?-
-Non mi avresti aiutata-
-E se avessi un'aspetto orribile?-
-L'aspetto non conta-
-E se ho fatto cose brutte?-Chiedo.
-Tante cose brutte-Specifico.
-Te ne sei pentito?-
-Sì, di alcune si, appena ti ho visto.-
-Allora, anche se hai fatto queste cose c'è ancora qualcosa di buono in te-
Esco dal mio nascondiglio.
Siamo a pochi passi di distanza, ho il cappuccio e la maschera, i nostri occhi sono incastrati.
-Come ti chiami?-Mi chiede.

ANNABELLE

Invio il messaggio ad Ash,sento qualcosa e la porta del bagno si apre improvvisamente sbattendo contro la parete.
Il telefono mi cade dalle mani.
Il mio respiro e il battito del mio cuore accelerarono.
Un lieve odore di menta e cioccolato mi invade le narici e sono quasi tentata di entrare nel bagno.
-Non ho armi-Sussurro dopo un po'.
-Non ne ho nemmeno io-Dice una voce bassa, maschile.
-È solo che...- inizia a dire.
-Non ti giudico-Taglio corto.
-Sei una stupida!-Sussurra ma riesco comunque a sentirlo.
Si, forse lo sono.
-E se fossi un killer?-Mi chiede.
-Non mi avresti aiutata-Dico secca.
-E se avessi un'aspetto orribile?-mi chiede.
-L'aspetto non conta-Gli dico.
-E se ho fatto cose brutte?-Chiede.
-Tante cose brutte-Specifica.
-Te ne sei pentito?-Chiedo.
-Sì,di alcune,appena ti ho visto.-Mi dice.
Sorrido.
-Allora ,se hai fatto queste cose c'è ancora qualcosa di buono in te-Dico.
Esce dal bagno.
Siamo a pochi passi di distanza ,ha il cappuccio e la maschera, i nostri occhi sono incastrati.
-Come ti chiami?-Gli chiedo.
-Il mio nome non mi piace-Dice .
-Ho tanti soprannomi-Aggiunge.
-Ti conosco?-Gli chiedo.
-Magari hai sentito parlare di me-Risponde.
-Allora chi sei?-Gli Chiedo.

JEFF

-Allora chi sei?-Mi chiede.
In tutto questo i miei occhi sono persi nei suoi.
-Chi sono?-chiesi.
Lei annuì.
-Io sono....,io-Rispondo.
-oh!-..
Solo in quel momento capì la cosa che avevo detto.
Si toglie la felpa.
-È tua?-Mi chiede.
Annuisco.
-Avevi freddo e...-Mi interrompe.
-Grazie-Dice lei.
-Non ti giudico-Mi ricorda riferendosi al mio cappuccio e alla maschera.
-Ti faccio vedere una cosa-Le dico facendola sedere sul divano.
Prendo il mio telefono e lo accendo ,dopo molti giorni.
Ignoro i messaggi da parte Jack, Evan e Ben .
-Lo conosci?-Le chiedo facendole vedere una mia foto senza cappuccio e maschera.
-No-Dice un po' spaventata tentando di non guardare la foto .
-È chiamato Jeff-Le Dico .
-È un killer?-
-Dicomo sia il più cattivo-Rispondo.
Alcuni mi definiscono un killer, ma non ho ucciso abbastanza persone per essere definito tale.
-È ricercato da anni dalla polizia per una grande serie di furti-Aggiungo.
-Il suo vero nome è Jeffrey blues -Dico.
-Come mai sai così tante cose su di lui?-Mi chiede.
-Perché... la persona di cui ti sto parlando sono io-Confesso.
Cala il silenzio e sento di non avere più aria nei polmoni.






































Solo un cuore Where stories live. Discover now