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Mi sento in trappola, proprio come quando vivevo sotto le rigide regole dei miei genitori.
L'ultima volta che mi sono sentito così avevo quattordici anni e mi trovavo di fronte a mio fratello Simon che non si meritava di morire.
Se l'avessi ucciso sarebbe finito chissà dove sempre con mamma e papà.
Una volta d'avanti a lui gli ho chiesto scusa, gli ho detto che gli volevo bene, di trovare qualcuno che lo amasse e di crearsi una vita, anche di cambiare il cognome se sarebbe servito, gli ho detto di trovare... la sua felicità e sono completamente uscito dalla sua vita.
Non ho ucciso Simon, ma ogni notte rubo ricordando i suoi incubi ed attacchi di panico a cui c'ero sempre e solo io.
Odiavo vedere mio fratello in quella condizione.
Passavano notti ed io non dormivo nella speranza di vedere chi gli facesse così male.
Non lo sentii piangere quella sera, anzi, mi sorrise ed io uscii dalla finestra e iniziai a correre il più lontano possibile abbandonandolo in quella casa.
Il mio ultimo e unico vero sorriso l'ho visto cinque anni fa sul viso del mio fratellino.
Col passare dei mesi decisi di tatuarmelo, sul petto, a sinistra, dove c'è il cuore.
All'inizio vederlo mi provocava solo nostalgia e sofferenza facendomi piangere ma alla fine, col passare dei giorni mi ha reso felice incidendo nella mente solo i bei ricordi di quella che prima era la mia vita.
Chissà se questa ragazza abbia mai sentito parlare di me, il ladro più spietato di tutti i tempi: Jeff.
Non è nemmeno da tanto che sono in questa zona, ma a causa del modo in cui sono venute a mancare le persone gli agenti hanno subito capito che sono il colpevole.
-Stasera festa?-Chiede Annabelle al ragazzo portandomi alla realtà.
-Promettimi di non bere-Dice il ragazzo scrutandola.
-Ma non è una festa se non si beve-Ribatte lei.
-Almeno promettimi di non ubriacarti-Dice Ash nella speranza di trovare un compromesso. 
Annabelle annuisce senza ribattere, ma penso che l'amico l'avrebbe avuta vinta comunque.
-Vado a casa a cambiarmi,ti passo a prendere dopo cena-La informa Ash.
-Ma come cambiarti?!,è indifferente come ti vesti,ogni ragazza ti salta addosso indipendentemente da quale delle tante giacche in pelle indossi-Dice all'amico. 
Il ragazzo ride.
-Oh Anna!,se volevi che restassi qua non c'era bisogno di riempirmi di complimenti- sorride e dai passi sembra che stia per uscire, invece si sofferma sul suo riflesso nella vetrata.
-Rimango se mi fai usare il phon per i capelli-
Lei ride.
Una bellissima risata che quasi mi fa percepire il battito del mio cuore.
-Sai già dove andare-Gli dice alzando gli occhi al cielo.
Quest'ultimo le manda un bacio volante e va al piano di sopra.
Mi auguro che non entrino in quel bagno, se dovessero chiamare la polizia con me ancora in casa per me sarebbe la fine.

ANNABELLE

Ash sparisce dal mio campo visivo e vado a chiudere la porta di casa.
Vicino alle giacche c'è un fantastico profumo di menta e cioccolato. 
D'istinto tocco la giacca di Ash .
Ha cambiato profumo?.
Chiudo a chiave la porta e mi sdraio sul divano.
-Speriamo di non fare incidenti-Dico ad alta voce.
Mi addormento impostando la sveglia così da potermi preparare in tempo.

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È d'avanti a me.
Trattengo il fiato e non mi muovo.
Confusa tocca la giacca dell'amico, ma so benissimo che sente il mio odore. 
Poco dopo si allontana da me addormentandosi sul divano.
Sono in trappola, non posso andarmene rischio di farmi prendere dalla polizia se esco allo scoperto in pieno giorno.
Nascondo il coltello nella tasca della felpa insieme alle barrette al cioccolato.
Due vittime, una sveglia ed una dormiente in pieno giorno.
Non dovrebbe essere difficile.
Il phon al piano superiore è ancora acceso e Annabelle dorme profondamente sul divano. 
Decido così di uscire dal mio nascondiglio.
Poggio una barretta al cioccolato,sul tavolo sperando che,non si faccia troppe domande al suo risveglio e che apprezzi il regalo.
Poi mi siedo per terra osservando il suo viso.
Ad un tratto inizia a rannicchiarsi sul bordo del divano e il suo viso inizia a contrarsi.
Afferro la coperta piegata sul poggia testa e la copro facendo attenzione a non essere brusco.
Se la toccassi si sveglierebbe.
Più la guardo soffrire a causa dei suoi incubi più mi ricordo di Simon ed i suoi momenti difficili.
Non so cosa fare, i ricordi mi stanno uccidendo. 
Vado nel bagno che ho rotto e inizio a piangere il più silenziosamente possibile.
-Scusami fratellino-Sussurro guardando lo specchio.
-Cosa facciamo?-Chiedo al mio riflesso nel vetro rotto.
-C'è ne andiamo come abbiamo fatto con Simon?!-
-No,io voglio cambiare,questa volta l'aiuto...-Dico al mio riflesso.
-Scusami Simon-Dico guardando in alto.
Piango e rido.
Rido ancora e ancora.
Prendo il coltello dalla tasca e alzo la manica della felpa.
Rido.
-Vedi cosa mi fai fare?!-Sussurro avvicinandomi allo specchio.
Punto il coltello contro il riflesso.
Rido mentre calde lacrime mi bagnano il volto.
-Sei proprio cattivo,non ti interessa di me?-Dico al riflesso.
-Allora?!, lo faccio?!-Dico ad alta voce inclinando la testa su un lato.
Prendo un asciugamano e lo stringo tra i denti per non urlare.
Poggio la lama sulla pelle e la lascio scivolare sul braccio.
Rido.
Piango.
E rido ancora finché sento Ash scendere al piano di sotto.
Guardo il mio braccio,cosa ho fatto...ancora.
Mi accovaccio per terra dietro la porta.
-Sei una cattiva persona Jeffrey-Dice la voce di mio padre.
-Smettila!-Sussurro.
E continuo a piangere silenziosamente.

ANNABELLE

-Svegliati Anna...-Sento ed apro gli occhi.
-Ash-Sussurro.
-Cosa hai sognato?-Mi chiede Ash.
-Non lo ricordo-Rispondo sfregando le mani sugli occhi.
-Come sto?-Mi chiede lui cambiando argomento per distrarmi un po'.
-Avevi ragione,i capelli facevano schifo,così molto meglio-Dico alzando il pollice verso di lui.
Ash è un bellissimo ragazzo; molto alto, corpo scolpito, capelli sempre perfetti e a valorizzarne il viso gli  occhi blu ghiaccio, per concludere, dettaglio che a nessuna donna è mai sfuggito, ha una bella moto.
Siamo amici da prima della morte dei miei genitori,lui è più grande di me ha 20 anni compiuti.
Le nostre famiglie sono molto legate,dato che i nostri genitori frequentavano lo stesso liceo.
Quando i miei sono morti la sua famiglia si è proposta per prendermi in adozione.
Ma alla fine venni affidata ai miei nonni.
Il mio telefono suona...
-Pronto nonna-Dico dopo aver accettato la chiamata.
-Starò lontano per impegni sul lavoro,tornerò per il tuo compleanno-Mi dice lei.
-Va bene,sta tranquilla.-Dico.
Ci salutiamo e stacco la chiamata.
Mi preparo ed esco di casa insieme ad Ash.
-Tieniti forte-Dice prima di partire.

Solo un cuore Where stories live. Discover now