Capitolo 14

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-"CHE COSA GLI HAI FATTO?-" sentii gridare, anche se nella mia testa sembrava tutto ovattato, come quando stai per addormentarti.
Aprii flebilmente gli occhi, per capire cosa stesse succedendo attorno a me. Dopo aver combattuto con Vergil e aver ricevuto quel brutto colpo alla spalla con la sua katana, ho perso i sensi. Poi un boato e quest'urlo: una voce femminile, con una nota demoniaca... infatti la vidi lì.
Scarlett stava studiando Vergil, girandogli intorno, mentre l'altro se ne stava lì, mantenendo il contatto visivo con lei e con la spada sguainata puntatale addosso.
La ragazza emanava un potere assolutamente superiore: era forte, lo si poteva vedere ad occhio nudo.
Mi misi seduto e, premendomi una mano sulla spalla ferita, mi allontanai da lì, appoggiando la schiena al muro. Mi sentivo inutile, lei era lì a combattere per me, perchè ero stato troppo impulsivo, troppo stupido da essermi fidato di Caitlyn.
Ma che mi dice il cervello?!
Scarlett si avventò su mio fratello come una furia, sferrando fendenti all'aria e cercando di colpirlo, ma Vergil li schivava con una velocità pazzesca, sembrava quasi si teletrasportasse da un punto all'altro.
-"E' strano come tu abbia già imparato queste cose, Vergil..."- disse il demone scansandosi dalla spada che il ragazzo le aveva lanciato.
-"Perché mi impedisci di portare avanti il mio piano, Scarlett? Lo sai anche tu che è meglio per tutti noi. Gli umani hanno bisogno di una guida! Perché tu e Dante non riuscite a capirlo?!"- rispose Vergil incassando un pugno allo stomaco.
-"Tu, non sai nulla... NULLA! Scateneresti l'inferno sulla terra. E tutti i demoni del Limbo si riverserebbero sul Pianeta, devastando ogni città, uccidendo ogni essere umano... come puoi anche solo pensare che sarebbe migliore? Che tu saresti migliore?"-
-"Li controllerò, li terrò a bada... io e Dante"-
Scarlett rise talmente forte che mi sentii quasi vibrare le ossa.
-"Tu vorresti controllare centinaia di migliaia di demoni? Tu soltanto? E non dirmi che lo farai insieme a Dante, lui è solo una pedine de tuo sporco gioco! Tu senza di lui non arriveresti a NIENTE!"-
Vergil strinse i denti in un ghigno furibondo mentre accecato dalla rabbia, si scagliò contro di lei.
Volevo alzarmi, volevo trovare la forza di alzarmi e combattere, ma mi sentivo debole... prosciugato di ogni forza: la ferita che avevo era tanto grave?
-"Dante!"- sentii chiamare debolmente da dietro le mie spalle.
Era la ragazza incappucciata che stava sempre insieme a Vergil. Si teneva la spalla, aveva un profondo taglio sulla fronte incrostato di sangue coagulato e i vestiti impolverati.
I due combattenti al centro della stanza si colpivano l'un l'altra con tutte le loro forze mentre Kat, con le ultime forze in corpo, mi aiutava a trascinarmi fuori.

~

Quando riuscimmo a uscire fuori dall'edificio, sembrava quasi che dentro non si stesse combattendo un match demoniaco, regnava la quiete.
-"Dove sono andati tutti?"- chiesi alla ragazza che si mise accanto a me, dopo avermi aiutato a sedermi a terra.
-"C'è un rigido regolamento all'interno dell'Ordine, che comanda di disperdersi immediatamente in caso di attacco o pericolo, in modo da isolare il palazzo e non destare sospetti."-
-"Allora, fammi qualche tua strana macumba, come mi ha raccontato Vergil e rimettimi in sesto... devo ritornare là sotto!"-
Kat mi guardò triste. Sapevo cosa le passava per la testa: non voleva deludere il suo "padrone", non voleva lasciarmi scappare o darmi la possibilità di riprendermi; dall'altra parte invece, c'era il senso di colpa.
-"Senti un po', deciditi in fretta, io devo tornare da lei con o senza il tuo aiuto!"- mi cercai di rialzare ma lei mi fermò.
-"Aspetta! Ti aiuterò..."-
Kat tirò fuori dalla tasca una fiala contenente un liquido grigiastro, uno di quei grigi che sa solo di malattia, e me la porse.
La guardai perplesso.
-"Tu vuoi che io beva questa schifezza?"- chiesi aggrottando la fronte.
La ragazza annuì solennemente, non mi fidavo... ma allo stesso tempo non avevo molta scelta.
-"Stai attento però... la tua ferita non si rimarginerà, continuerai a sanguinare, anche se non sentirai dolore. Questa ha un potere limitato."-
Feci un bel respiro, gliela presi dalle mani, la stappai e la buttai giù tutta d'un fiato.
Il miglioramento fu subito palese: mi rimisi in piedi ed evocando la mia Rebellion cominciai a correre da lei.
-"Sto arrivando, Scarlett."-

Spazio scrittrice:
Oh mamma, ce l'ho fatta... è stata dura, davvero dura! Sto scrivendo capitoli un pochino più corti degli altri perché stiamo arrivando alla conclusione... se non il prossimo, il prossimo ancora sarà l'ultimo capitolo.
Grazie, grazie, GRAZIE per la pazienza, un bacino!

What's Before?Where stories live. Discover now