Capitolo 3

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Non capivo per quale motivo lei fosse lì, non capivo davvero. Solitamente quando mi trovavo "dall'altra parte" ero solo, non c'era nessuno che io conoscessi e adesso Scarlett era lì, con me.
Ero spaventato ma allo stesso tempo sollevato: non ero più solo.
Scarlett impugnava una lunga lama ricurva di colore nero, una specie di falce ma più corta. Era abbastanza tranquilla, come se in quel posto ci passasse più tempo del dovuto, si avvicinò a me e mi tese la mano.
-Dai, andiamo...- mi disse trascinandomi fuori dal locale -Dobbiamo trovare uno squarcio che ci riporti indietro.-
-Tu sai cos'è questo posto? Perché ci finisco sempre intrappolato?-
-So che si chiama Limbo, è una specie di "quinta dimensione" dove vivono creature angeliche e demoniache. Quelli che sconfiggi... che sconfiggiamo, però, solo solo demoni... gli angeli sono spariti da un po' dalla circolazione...-
-E perché ci finiamo sempre dentro? Che cosa sei tu?- le chiesi confuso.
-Sono un demone, ma per ora ti limiterai a vedermi così e non nella mia forma originale o demoniaca.-
-Ti puoi trasformare?!- chiesi esterrefatto.
-Sì... e invece tu...? Cosa sei?-
-Sono un umano, dannazione, io non so che ci faccio qui.-
-Impossibile. Non puoi essere un umano, loro non possono varcare la soglia del Limbo. Devi essere per forza o un angelo o un demone, Dante...-
Dopo che Scarlett pronunciò il mio nome mi guardò sconvolta fermando la sua camminata di colpo.
-Figlio di Sparda.- disse tra sè.
-Cosa?- chiesi non avendo sentito ciò che aveva detto.
-Tu... tu sei il figlio di Sparda... e di Eva.-
-Come sai chi sono i miei genitori? Come lo sai?- gridai afferrandola per un polso.
Non avevo mai sentito parlare dei miei genitori... a dir la verità non sapevo nemmeno chi fossero o che faccia avessero. Non li avevo mai conosciuti, ricordo la mia infanzia dai 7 anni in poi, prima c'è il buio più totale.
-Non ricordi nulla del tuo passato?- chiese lei liberandosi dalla mia presa con uno strattone.
-Io... no... ho preso la meningite a 7 anni che mi ha causato un amnesia.-
-Impossibile- disse fermamente lei -La meningite è una malattia che attacca solo gli umani, tu non lo sei, Dante.-
La confusione aleggiava nella mia testa, non stavo capendo nulla. Che cosa vuol dire che non sono umano?
-E se non sono umano, allora cosa sono?- le chiesi guardandola negli occhi.
-Un Nephilim. Metà angelo e metà demone. Tuo padre era un demone molto forte e tua madre un angelo- mi disse lei camminando e facendo roteare la sua falce uccidendo demoni che spuntavano dai lati -L'amore tra un angelo e un demone è praticamente proibito... quindi Mundus uccise tua madre strappandole il cuore, mentre tuo padre lo fece schiavo negli inferi.-
Se prima ero confuso, ora lo ero più di prima. Confuso e... ferito. Sentivo un dolore all'altezza dello stomaco che si espandeva ai polmoni e mi impediva di respirare regolarmente.
I miei genitori erano... scomparsi? E io non li avevo nemmeno conosciuti.
-Chi è Mundus?- chiesi per distrarmi e per sapere chi fosse.
-Mai sentito parlare di Kyle Ryder?- disse Scarlett infilandosi in un vicolo ed entrando in una specie di piazzale interno.
-Certo... è praticamente il padrone di Limbo City, perché?- risposi facendo spallucce.
-Lui è Mundus.-
Mi fermai in mezzo la strada impietrito. L'assassino di mia madre e il torturatore di mio padre è sempre stata o sotto i miei occhi e io non ne sapevo nulla?
-Mi stai prendendo per il culo.-
Scarlett scosse la testa mentre tirò fuori dalla tasca una specie di gessetto rosso, disegnò sull'asfalto una cerchio con altri simboli strani all'interno e ci salì sopra, afferrando il mio polso e trascinandomi a lei. Una forte luce bianca ci avvolse e in un secondo ritornammo nel mondo reale.
Feci alcuni passi indietro e mi sedetti per terra lasciandomi cadere.
Scarlett camminò piano verso di me e si accovacciò al mio fianco.
-Se vuoi ti riaccompagno a casa e ti racconto meglio la storia. Tutti sanno dell'amore tra tua madre e tuo padre e tutti sanno la loro fine... posso spiegarti meglio cosa accadde.-
La guardai negli occhi, causandole un leggero rossore, e acconsentii con la testa.

Piccolo spazio autrice:
Salve a tutti coloro che stanno seguendo questa storia: inizio con lo scusarmi per non aver continuato in tempi brevi, ma con il conseguimento del diploma e l'arrivo del lavoro praticamente subito, non ho avuto tempo nemmeno per guardarmi intorno.
Vi ringrazio per aver letto i capitoli precedenti e per essere arrivanti fino qui; spero che la mia storia vi piaccia e di star facendo un buon lavoro.
Mando un bacio a tutti e ancora grazie! 🦄

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