Capitolo 1

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Limbo City, ore 13:15
Un anno prima.

-Dannazione, devo trovare chi mi ha portato qui!-
Vagavo dentro quello strano mondo da ormai troppo tempo e avevo ucciso altrettante creature grazie all'ausilio della mia spada, Rebellion, e delle mie pistole, Ivory ed Ebony. Non capivo come facevo ad essere catapultato qui dentro ogni volta e mai lo capirò, sinceramente.
Dopo più di due ore passate a correre e uccidere mostri, sentii un assordante tonfo, guardai in aria e vidi appollaiato sul tetto di una casa un enorme creatura, molto minacciosa e dallo strano aspetto. Quello doveva essere il responsabile di tutto questo. A dire la verità la sua faccia somigliava a quella di una scimmia.
Risi tra me e me e la guardai dritto negli occhi.
-EHI! FACCIA DA SCIMMIA, SCENDI DAL TRESPOLO E VIENI A MORIRE!- gridai sfoderando Ivory e sparando un colpo che centrò la creatura in mezzo alla fronte.
Questa, dopo la mia mossa, fece un verso talmente acuto che dovetti tapparmi le orecchie e scese a terra, davanti a me.
-Mai pensato di andare in qualche programma di canto?- lo presi in giro impugnando Rebellion.
Subito gli corsi incontro e sferrai una serie di colpi al torace, che il mostro incassò a malapena.
-Sei deboluccio eh?- risi.
Saltai e lo colpì in pieno volto con la spada, rifilandogli un fendente e dopo molti altri colpi, veloci ma precisi. Il mostro, si accasciò per terra e fece un ultimo flebile grido.
-Ahhh, sta' zitto!- lasciai cadere la spada sulla sua gola e la creatura morì. Dopo averla sfilata e riposta dietro la schiena, racchiudendola nel marchio che avevo in mezzo alla scapole, il mondo in cui ero intrappolato sparì risucchiato in un vortice.
Mi ritrovai in un angolo sperduto di Limbo City, spaesato e senza conoscere la mia esatta posizione.
Ogni volta la stessa storia! Esco da quell'incubo e mi ritrovo chissà dove costretto a farmi i chilometri per ritornare indietro.
Cominciai a camminare fuori dal vicolo in cui mi trovavo e una volta sulla strada principale, capii in che parte di città mi trovassi. Beh, per lo meno non dovevo rifilarmi ore di camminata, perché mi trovavo abbastanza vicino alla mia roulotte.
Decisi di fermarmi prima al Chemistry, uno dei miei pub preferiti. Era un posto tranquillo, perfetto per prendersi una sbronza pomeridiana, quindi entrai e mi sedetti in uno sgabello di fronte al bancone.
- Ehi!- gridai, dato che non c'era nessuno dietro al bar a servirmi.
Dopo appena qualche secondo, uscì dal retro una ragazza. Alta, occhi verdi, capelli rosso fuoco e con delle curve mostruose, non l'avevo mai vista... probabilmente lavorava lì da poco.
-Ciao dolcezza, sei nuova?- chiesi alla ragazza ammiccando.
-Ehm... s-sì...- rispose lei.
-Sei timida, vero?-
-A-abbastanza.-
-Non c'è bisogno di esserlo con me, piccola. Mi dai un whisky? Con ghiaccio.- dissi appoggiando il gomito sul bancone.
La ragazza fece subito quello che le chiesi e dopo si mise a passare una spugna sopra al piano bar.
Bevvi il liquore tutto d'un fiato e sbattei il bicchiere subito dopo. Gliene chiesi un altro.
-Come ti chiami?- mi chiese lei dopo avermi riempito il bicchiere.
-Dante... tu?-
-Scarlett...- mi rispose continuando a non guardarmi.
-Bene, Scarlett, allora, prima cosa: riempimi il bicchiere, per favore; seconda cosa: mi dai il tuo numero?-
Scarlett arrossì violentemente, prese la bottiglia e mi riempì il bicchiere, continuando a non guardarmi.
-Beh io...-
-Non dirmi che sei impegnata. Anche perché non esiste nessuno più bello di me...-  la interruppi alzando un sopracciglio.
-Sei modesto... e sfacciato... vero, Dante?- sorrise guardandomi di sottecchi.
-Abbastanza, l'hai notato?-
-Già.-
Bevvi l'ultimo bicchiere e mi sporsi dal bancone per prendere l'intera bottiglia di whisky, avevo bisogno di bere tanto, dopo il giretto all'altro mondo. Scarlett mi guardò interdetta.
-Tranquilla dolcezza-  le lasciai sul bancone cinquanta dollari  -Ci vediamo-  mi incamminai verso l'uscita con la bottiglia in mano.
-A-aspetta...- disse piano la ragazza.
Appena mi girai, lei mi porse timidamente un tovagliolo con su scritto il suo nome e il suo numero di telefono. Le sorrisi e le feci un cenno con la testa, dopodiché me ne andai via.

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