Capitolo 15

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Anche se la mia ferita stava sanguinando copiosamente, mi sentivo bene. Sapevo che l'effetto della roba che mi aveva dato Kat mi stava aiutando solo con le energie e che in realtà ero messo parecchio male, ma in quel momento non me ne poteva fregare di meno; dovevo andare da Scarlett, perché aveva bisogno di me!
Passai davanti a una vetrata a specchio e guardai il mio riflesso: ero pallido come uno straccio e profonde occhiaie nere marcavano i miei occhi, mentre la canottiera grigia sotto il cappotto si tingeva sempre di più di rosso scuro. Facevo letteralmente pena.
Scossi la testa e ricominciai a correre verso lo studio di Vergil. Sentivo l'aura demoniaca di Scarlett allargarsi e diventare sempre più forte, sempre più distruttiva.
Entrai dalle porte ormai mezze distrutte e lì li vidi combattere: erano concentrati, ad ogni movimento che facevano si studiavano per diversi secondi.
-"Scarlett!"- gridai e corsi verso di lei.
Lei si girò a guardarmi e nel suo sguardo vidi un misto di sollievo e preoccupazione che sapevo fosse tutta per la mia spalla ferita, anche se in quel momento non poteva fregarmene di meno... l'unico mio pensiero era aiutarla a sconfiggere quello stronzo di mio fratello.
Mentre lei si distraeva dal combattimento per colpa mia, vidi Vergil approfittare della situazione per attaccarla.
-"NO!"- urlai con tutte le mie forze e con un letale colpo la trafisse dritta al cuore.
Scarlett sbarrò gli occhi mentre il suo splendore demoniaco si indebolì improvvisamente.
Cadde sulle ginocchia e si accasciò sul pavimento, mentre un fiotto di sangue fuoriusciva dal suo petto nel momento il cui Vergil estrasse la sua spada.
-"BASTARDO!"- gridai e mi scagliai contro di lui con ferocia e cominciando a colpirlo talmente velocemente e forte da metterlo in difficoltà; parava i miei colpi a mala pena.
-"Dante, parliamone"- disse con il fiatone.
-"Abbiamo parlato anche fin troppo e ne ho abbastanza di farlo. Il tuo piano fa schifo, è la cosa più stupida che io abbia mai sentito, ok?"-
In qualche modo vidi nello sguardo di Vergil il disappunto e la delusione: per caso c'era rimasto male?
Parò un colpo alto con la Yamato mentre gli sferrai un montante in pieno stomaco. Incassò il colpo e abbassò la guardia, e fu in quel momento che ne approfittai per affondare la mia Rebellion nella sua coscia.
Urlò di dolore quando la sfilai lentamente. Fece cadere la sua katana e si portò entrambe le mani sulla ferita, cercando di fermare il flusso di sangue che usciva velocemente. Alzò lo sguardo e puntò i suoi occhi nei miei... era addolorato, ma non solo dal fatto che aveva uno squarcio che gli trapassava la coscia da parte a parte, anche da qualcos'altro.
-"Io ti farò cambiare idea Dante... lo giuro su nostro padre e nostra madre."-
Detto questo, spuntò da nulla la ragazza incappucciata che aprì un varco e lo portò via trascinandolo dentro.
Corsi verso di loro, intenzionato a fermarli e a finire una volta per tutte quella storia, a costo di porre fine alla vita di mio fratello, se fosse stato necessario. Gridai con tutte le mie forze e sferrai un fendente all'aria proprio mentre il portale si chiuse, ricavando solo un pezzo di stoffa, che cadde a terra... tutto ciò che mi rimaneva di Vergil era un pezzo del suo cappotto. Non appena ebbi il momento di realizzare quanto successo, mi voltai subito verso Scarlett, riversa a terra in una pozza di sangue.
-"Scarlett... oh Dio, ti prego, no. No!"- gridai premendo entrambe le mani sulla sua ferita -"Ti prego resta come, piccola. Ti prego, ti prego, ti prego..."- mormorai tra me e me.
Il suo flebile respiro cominciò a farsi sempre più debole, le pupille scattavano sotto le sue palpebre socchiuse... se davvero quella stronzata della vita che ti passa davanti sul letto di morte fosse stata vera, probabilmente le stava succedendo in quel momento.
Dovevo fare qualcosa!
Raccolsi le su gambe e poggiai la sua testa al mio petto e, con uno sforzo sovrumano la sollevai. Probabilmente l'effetto della brodaglia che mi diede Kat stava svanendo, facendomi diventare sempre più debole... guarire dalle ferite provocate da armi demoniache richiedeva più tempo del necessario.
Cominciai a camminare diretto fuori da quel posto, continuando a pregarla di rimanere con me, di restare sveglia, non me lo sarei mai perdonato se fosse morta lì tra le mie braccia.
Riuscii a portarla fino al piccolo cortile fuori dall'edificio e lì, crollai anch'io. Le mie ginocchia sembrarono burro nel momento in cui si piegarono al suolo.
-"Ti prego no!"- la pregai con la voce spezzata dal pianto.
-"Dante..."- disse lei in un sussurro -"Non te ne vergognare... anche i demoni possono piangere."- continuò accarezzandomi una guancia.
-"No..."- risposi mentre una lacrima mi rigò il volto -"Io ho bisogno di te, Scarlett. Io non so che fare, dove andare senza- "-
-"Io vorrei che adesso mi guardassi negli occhi e ascoltassi bene quello che ho da dirti."- mi interruppe lei costringendomi a guardarla in quei suoi smeraldi -"Tu, ora ti dimenticherai di me, ti dimenticherai di tutta questa storia, di tuo fratello, di quello che c'è stato tra noi due. Vorrei che tu continuassi la tua vita da dove l'avevi lasciata prima di incontrarmi. Mi dispiace di non esserti stata di aiuto, ma almeno ho evitato l'inevitabile, per adesso..."-
Accarezzai il suo viso con le mani sporche del suo sangue mentre la pregavo di smetterla... come potevo dimenticarmi di lei? Di noi? Io... io l'amavo, cazzo!
Sentii le sue mani emanare una strana forza e invadermi il corpo, scaldando prima la mia testa, poi tutto il resto. Mi sentii subito meglio, più energico, ma allo stesso tempo più vuoto, come se un pezzo di me se ne stesse andando per sempre.
-"Voglio che adesso ti alzi e che te ne ritorni a casa. Senza guardarti indietro, senza..."- mandò giù il groppone che aveva in gola -"Senza guardare me..."-
Non riuscivo a parlare, non uscivano parole dalla mia bocca, anche se in quel momento volevo gridare a squarciagola il mio dissenso, volevo abbracciarla ancora più forte e donargli la mia vita, in cambio della sua salvezza, volevo dirle di chiudere quella bocca e che ce l'avremmo fatta, che lei ce l'avrebbe fatta... ma non riuscii a dire nulla. A dire il vero, non riuscivo neanche a vedere il suo volto, come se non avessi mai conosciuto quella ragazza in realtà.
In un ultimo barlume di ragione, la baciai... mentre il suo corpo cominciava a dissolversi come cenere.
-"Stupido..."- disse quella ragazza improvvisamente -"Lo sto facendo per te... per non darti ancora una delusione, ancora del dolore."-
E non passò molto tempo, ritrovandomi inginocchiato in mezzo ad un mucchio di polvere quasi brillante.
-"Ma che cazzo..."- mi guardai attorno smarrito. Ero sporco di sangue e la spalla mi faceva male, nonostante non ci fossero ferite.
Ma dove cazzo sono?
Mi alzai in piedi pulendomi i jeans dalla polvere e cominciai a camminare verso la strada principale, più smarrito che mai. Cos'era successo?
Quando qualcosa mi disse di fermarmi, mi guardai alle spalle: gli occhi mi si appannarono e calde lacrime cominciarono a scendere senza controllo, mentre una folata di vento si portò con sé quella strana cenere scintillante... ma che diavolo mi stava succedendo?! Mi asciugai il viso con la manica del cappotto e una sensazione strana invase il mio corpo.
-"Ahhh!"- scossi la testa e mi lasciai alle spalle quel vicolo, sgattaiolando tra la gente che camminava sulla 1st Avenue di Limbo City.

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