Capitolo 7#Se non lo avessi fatto...

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-Ti ho trovata, finalmente.

In pochi minuti mi ritrovai sotto un gazebo bianco, circondato da lillà e violette.

Hamisch mi aveva preso le mani ed era INGINOCCHIATO! Trattenni a stento una risata fragorosa.

C'era anche un pittore che mi stava ritraendo. Oh, fantastico!

-Alice Kingsley...- cominciò.

Sempre quel brivido quando pronunciava il mio nome.

Mi accorsi che aveva qualcosa sulla spalla...

-Hamisch...

-Che succede?!

-Hai un bruco sulla spalla.

Lui si guardò la spalla e grugnì. Ecco il vero problema di Hamisch, poteva essere carino quanto voleva ma la verità era che era un bambino viziato.

Gli intimai di non ferire il bruco e lo posai su un albero lì vicino.

Quando rimisi le mani tra le sue notai che fissava con riluttanza la foglia dove avevo posato il povero buco.

-Alice Kingsley...-ricominciò lentamente -...vuoi diventare mia moglie?

Ecco.

Lo aveva detto.

Sapevo che lo avrebbe fatto ma non sapevo che avrebbe fatto così male.

Mi sentivo male.

Tutto girava intorno a me e sotto i sorrisi dei miei parenti.

D'accordo. Stavo per svenire. Non riuscivo a formulare frasi di senso compiuto.

-Ecco...sta...sta succedendo troppo...in fretta...

Mi girai completamente verso tutte le persone che mi stavano guardando.

-Io credo...

Allora lo vidi e mi si strinse lo stomaco.

Il coniglio! Adesso lo vedevo bene. Indossava un...un panciotto?! E aveva un orologio da taschino in mano. Lo sollevò alto e lo picchiettò più volte col dito guardandomi! Sì, guardava proprio me!

La curiosità. Quella morsa strana che spinge le persone a fare cose impudenti. La curiosità mi fece parlare.

-Di aver bisogno...di un momento!

Non aspettai risposte. Non aspettai sguardi carichi di domande e disapprovazione.

Mi misi a correre.

Vicino a me scorrevano veloci i giardini degl'Ascot.

Le rose mi strappavano il vestito azzurro. I loro rami mi si impigliavano trai miei capelli. Perfetto! La pettinatura era distrutta.

Ecco! La siepe del coniglio bianco.

Lo vedi! Era ancora là! Ma scappò appena mi vide.

Lo seguii curiosa.

Passai sotto un arco di rose bianche. Pensai alla conversazione con la signora Ascot:

"IMBECILLI! Hanno piantato rose bianche quando le avevo espressamente chieste rosse!"

"Potete sempre dipingerle di rosso."

"Che cosa strana da dire!"

Ora sembrava lontanissima.

Inciampai in una pozza di fango e mi sporcai le scarpe in tinta col vestito.

Vidi in lontananza il coniglio che saliva su una collinetta.

Da lì si vedeva la villa degl'Ascot.

Era tutta bianca e trai giardini spiccava il gazebo con tutti gli invitati davanti. Notai Hamisch che camminava avanti e indietro. Abbozzai un sorriso. Da quel che sapevo, la bellezza di Hamisch aveva da sempre attirato ogni donna. Tranne me. Perché?! Perché quando mi aveva chiesto di sposarlo mi ero sentita sporca, sbagliata, una...traditrice?

Mi girai di nuovo.

Il coniglio bianco era sparito.

Mentre salivo sulla collina sentivo la stanchezza che mi avvolgeva.

Un albero che non avevo mai notato si stagliava in mezzo a quella collina. Una quercia forse, ma non potevo dirlo con certezza non ero mai stata brava a studiare quei libri complicati senza figure ne dialoghi.

Mi accasciai al tronco cercando di riprendere fiato ma stando molto molto attenta a non chiudere gli occhi.

C'era stato un momento, mentre ero davanti al gazebo, in cui avevo chiuso gli occhi per la frustrazione. E avevo visto due occhi. Erano marroncini ma i loro angoli erano verdi. Erano rossi di un pianto imminente e mi mettevano angoscia.

Non avevo intenzione di rivederli.

Mi guardai intorno alla ricerca del coniglio.

L'albero a cui ero appoggiata era grande. Molto grande. Alla base si divideva in grandissime radici.

Tra due radici c'era un buco. E mi si illuminò il volto pensando che forse era la tana del coniglio quella.

-Ehi! C'è nessuno?

Le mie parole rieccheggiavano nel buco. Sembrava molto profondo. Strano.

Appoggiai le mani sui bordi e mi spinsi avanti anche se il vestito mi impacciava.

Se non lo avessi fatto...

Un pezzo di terra si staccò sotto la mia mano destra.

Persi l'equilibrio.

Caddi dentro urlando.

Se non lo avessi fatto...

Alice in Wonderland, return to UnderworldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora