•7•

833 45 8
                                    

《Punizione?!》.
La voce di Michele risuonò nel corridoio fuori dall'ufficio del vicepreside, facendo voltare bidelli intenti a pulire, segretarie curiose e alunni che si stavano avviando all'uscita, finalmente liberi... ma non Michele.
Quando il vicepreside l'aveva convocato nel suo ufficio si aspettava di tutto, tranne questo! Quale essere maligno potrebbe fare una cosa del genere?
《Pensavi davvero che te la saresti cavata con una semplice sospensione?》chiese calmo l'uomo seduto dietro la scrivania, tenendo lo sguardo fisso sul ragazzo.
Michele in realtà, pensava proprio di sì. A causa di quella sospensione sua madre, dopo lo shock iniziale, l'aveva trasformato in un recluso. Non gli aveva permesso di uscire la sera con gli amici, nè di andare, per esempio, a fare la spesa! Gli aveva pure ritirato cellulare e computer, lasciandogli solo i libri per studiare e la televisione, che il ragazzo però non riusciva a sopportare.
《Non ha idea di quanto sia stata pesante questa settimana a casa...》. Rientrare a scuola difatti era stata un liberazione per lui! Aveva rivisto tutti, che l'avevano accolto come se fosse stato lontano mesi e non pochi giorni... o meglio, tutti tranne Alessio, che se ne era rimasto in disparte a fissarlo con disprezzo.
Nessuno aveva più detto niente sulla foto che era stata inviata sul gruppo come se in realtà non fosse mai esistita, ma Alessio non aveva dimenticato nulla, si capiva... nonostante ciò, sembrava non essere cambiato niente: i soliti gruppi, le solite battute, i soliti compagni, a parte il fatto che lui e Alessio non si oarlavano più e che di colpo vicino a lui era finita Giulia, mentre Alessio era stato spostato in fondo all'aula. Un cambiamento del prof, sicuramente.
《Non hai idea di quanto potrebbe essere duro il riformatorio invece...》.  Michele alzò un sopracciglio, senza capire. 《La madre di Alessio voleva denunciarti... sai cosa significa? Grossi problemi, sia per te che per i tuoi genitori. Io l'ho convinta a ritirare la denuncia ed ora, per il prossimo mese, passerai tutti i pomeriggi qui, fino alle cinque》.
《Mi scusi, ma come faccio a studiare? Le prossime due settimane sono piene, non ho un attimo di tregua...》.
《Dovevi pensarci prima di farti sospendere, direi...》mormorò il vicepreside, con un tono appena sarcastico, rispondendo a qualche messaggio sul cellulare.
Michele avrebbe voluto urlare, insultare lui e tutta la scuola, uscire dall'ufficio sbattendo la porta e non tornare mai più, ma tutto era contro di lui e per una volta decise di tenere la bocca chiusa.
《Inizierai da oggi, precisamente tra dieci minuti》affermò l'uomo subito dopo aver controllato l'ora. 《Vai in biblioteca. Lì ci sarà il professore che vi controllerà. Tutto chiaro?》. Michele annuì silenzioso. 《Bene, puoi andare》e il ragazzo si avviò mesto fuori, anche se dentro la rabbia gli ribolliva come un mare in tempesta. Odiava la scuola e il potere che aveva su di lui, ma non poteva farci niente...
Decise perciò di reprimere i suoi istinti omicidi andando a comprare qualcosa da mangiare alle macchinette: stava morendo di fame...
Eppure, anche davanti a tutte le merendine, le parole del vicepreside gli risuonavano nella mente, facendogli esplodere la testa.
《Vaffanculo!》scoppiò, colpendo con una manata il vetro della macchinetta innocente.
《Come scusa?》.
Michele si voltò, trovandosi davanti Giulia con i suoi capelli blu che lo fissava perplessa.
《Non stavo dicendo a te...》borbottò, predendo un pacchetto di patatine e cominciando a mangiarlo voracemente. 《Ma che ci fai qui? Hai qualche corso extracurricolare?》chiese poi il biondo con la bocca piena.
《No...》mormorò Giulia con una smorfia schifata in volto. 《Ti ricordi che ieri la prof di matematica mi ha ritirato un manga?》. Michele annuì. 《Ecco... quella l'ha pure sfogliato... non ha ritenuto consono che io leggessi cose del genere a scuola, ed ora sono qui! Che vita di merda!》.
《Già...》borbottò il ragazzo, mangiando un'altra patatina. 《Ma che diavolo di manga leggi?》domandò poi, quasi spaventato. Giulia però evitò la domanda.
《Meglio andare comunque, il prof ci sta aspettando》.
《Quale prof?》chiese il biondo, gettando via il pacchetto ormai vuoto.
Giulia si voltò verso Michele con un sorriso malizioso.
《Il tuo prof》. E poi, senza dire altro, si diresse in biblioteca.
Michele, rimasto pietrificato da quell'affermazione, la seguì a ruota dopo qualche istante, giurando di fargliela pagare, un giorno o l'altro.
Ma appena entrò nel luogo della punizione, si trovò davanti il prof, che lo fissò con un leggero sorriso in volto.
《Bene! Divertiamoci un po'...》.
Michele sospirò, anche a causa dello sguardo che Giulia gli lanciò a quelle parole.
"In un altro contesto, avrei goduto di questa affermazione..."

•EPIPHANY• how I fell for my teacherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora