Il ragazzo angelico

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Entrai nel teatro correndo, perché da buon ritardatario qual'ero, avevo fatto tardi di ben 20 minuti. Sapevo che la professoressa Price si sarebbe arrabbiata molto, visto che ci teneva molto alla puntaualità, ma non avevo resistito alla tentazione del mio favoloso caffè macchiato, per cui ero stato un quarto d'ora in fila.

"Salve..."
Salutai molto a disagio, visto che tutti mi stavano guardando, e non ero di certo tipo da palcoscenico e riflettori, ma più tipo da cameretta.
"Mellet, stia zitto e si sieda, che è già tanto se la lascio entrare, visto che ha fatto ben 20 minuti di ritardo. Che sia la prima e l'ultima volta!"
Come se non bastasse l'imbarazzo di essere guardato da tutti perchè ero entrato nel bel mezzo di un dialogo, ora si aggiungeva anche l'imbarazzo di essere guardato e, per di più, deriso da tutti perchè ero riuscito ad essere ripreso dall'insegnante senza neanche esser entrato in classe, il primo giorno di corso.
Grazie mille professoressa Price.

Si prospettava un lungo pomeriggio. Sarei dovuto rimanere lì per altre 2 ore. Non me lo aspettavo, ma mi stavo annoiando a morte. Credevo che la musica non mi avrebbe mai scocciato, e invece eccoci qui. La professoressa Price continuava a urlare e a spiegare l'importanza della respirazione nel canto. Io non ero andato lì per 'imparare a respirare', ma per dimostrare e migliorare le mie doti canore.
"Mellet, è ancora distratto!"
Ed eccola di nuovo a sbraitare contro di me. Se voleva che stessi attento avrebbe potuto anche parlare di cose interessanti e utili. Ora mi avrebbe rimesso in imbarazzo difronte all'intera classe.

"Scusate, è questo il corso di fotografia?"
Grazie, grazie e ancora grazie. Un ragazzo era appena entrato dalla porta, togliendomi dall'imbarazzo di ricevere un'altra sgridata. Devo ammettere che non lo avevo mai notato, ma non sapevo come avessi fatto, visto che era davvero bellissimo: aveva i capelli scurissimi, gli occhi erano di un castano chiaro, aveva zigomi scolpiti e labbra perfette, che quasi ti facevano venire voglia di rubare un bacio.
"No, mi dispiace. Lei è nuovo qui?"
La professoressa Price era già molto irritata di suo, e l'entrata del ragazzo misterioso, di certo non aveva contribuito a calmarla.
"Si, signora."
Ragazzo molto educato ma sicuro di se, pensai in quel momento.
"Come si chiama?"
Finalmente la professoressa aveva chiesto qualcosa che veramente mi interessasse sapere: il nome di quel ragazzo dal viso angelico, che sembrava quasi scolpito
"Jacob, Jacob Bixenman."

Lucky Strike - TRACOBWhere stories live. Discover now