Capitolo Trentanove.

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09 settembre, ore 19:32
Non vedevo Natasha da più di due settimane, quindi oggi ha deciso di venirmi a trovare per dirmi "addio". A dir la verità, non è un vero e proprio addio, visto che tornerò qui a dicembre, ma lei ama fare questo tipo di cose.
In queste ultime settimane sono stata molto di più con la mia famiglia, estraniando quasi gli amici dalla mia vita. Sapete perché? Se fossi stata con loro avrei dovuto vedere anche Federico, quindi ho preferito allontanarmi.

Siamo nella mia camera a preparare la valigia e stranamente lei sta in silenzio, ma la comprendo: non è semplice. Da domani inizierò un nuovo percorso lontano da tutti, da sola. La cosa positiva è che inizierò ad essere indipendente, così da poter diventare anche più forte. La persona che mi mancherà di più è lei, proprio così!

"Okay, abbiamo finito!" esclamo, chiudendo la valigia e sedendomi sul mio letto.
"Uff, è stata una faticaccia." afferma ridendo.

Già, non sapevo quali vestiti portare e quali tenere qui per i giorni in cui sarei tornata, quindi ho impiegato un'ora solo per decidere ciò.

"Io vado un attimo giù, tu resta qui." urla, uscendo dalla mia stanza e chiudendola a chiave.

È scema? Mi ha chiusa dentro?
Cosa deve fare?
Non penso qualcosa di buono..

Dopo trenta minuti d'orologio, Natasha e Manuel vengono da me e mi fanno scendere. Le luci sono tutte spente e c'è un silenzio tombale, cosa avranno combinato?
Entro in salotto e la luce si accende d'improvviso.
"Buon viaggio!" urlano all'unisono.
Ci sono Yuri, Francesco, Ben, Sara e Federico. Aspettate, c'è Sara? Cosa ci fa lei qui? Vogliono prendermi in giro? E sta con Federico?

Sorrido e saluto tutti, soffermandomi davanti Sara. Ha un'espressione dispiaciuta, ma quindi lo ha capito che ha avuto un brutto comportamento?
"Scusa, Emma. Sono qui per scusarmi." sussurra abbracciandomi. Che strana, ma allo stesso tempo non la biasimo.
"Scuse accettate." affermo staccandomi.

Sinceramente questa festa mi sa un po' di "addio" e proprio per questo avrei preferito non farla. Volete sapere un altro motivo per cui non mi piace? Federico, chi altrimenti? Mi sento osservata costantemente.
Tra di noi c'è soltanto un contatto visivo e questo mi turba più di qualunque altra cosa. Mi chiedo cosa faremo quando io sarò a New York e lui in chissà quale altro posto, con mille ragazze tra i piedi. Frena, frena Emma! Io e lui non stiamo insieme e non lo siamo mai stati, ma ammetto di essere un tantino gelosa di lui. Diciamocelo, dopo i bei momenti passati insieme mi sono affezionata a lui tantissimo. Come farò?

"Ehi piccina, abbiamo capito che sei triste perché non ci vedrai per un bel po', ma fallo un sorriso." dice Benjamin, avvicinandosi e tirando le mie labbra in su per farmi sorridere.
"Ah-ah-ah, che ridere!" affermo ironica, allontanandomi.
Uff, voglio che tutto ciò finisca!

Stiamo guardando un film, Le pagine della nostra vita di Nicholas Sparks, e sono in un fiume di lacrime.
È stato un colpo basso.
Avere un film di questo tipo davanti agli occhi e Federico alla mia destra è dura.

Alla televisione appaiono i titoli di coda ed io mi alzo subito dal divano, per poi andare in cucina e bere un po' d'acqua.
"Tutto okay?" chiede una voce roca alle mie spalle.
"Tutto okay." sussurro, sapendo di star mentendo.
Sento i passi sempre più vicini e due mani che afferrano i miei fianchi, facendomi girare dalla parte opposta.
"Mi mancherai." sussurra a due centimetri dalle mie labbra, provocandomi dei brividi lungo la schiena. Tutto questo riavvicinamento da dove esce fuori?
"Anche tu, ma sarà meglio così." affermo decisa.
Succede tutto in pochi secondi, anzi in una frazione di secondo: le sue labbra si fiondano sulle mie e non posso fare a meno di continuare quel bacio dolce e passionale. Mi mancava davvero tanto il suo sapore.

Non so cosa stia succedendo dentro di me, in realtà. Direi un misto tra felicità e tristezza? Un pizzico di amore e due cucchiaini di passione.

"Devo andare ora, è tardi e ho delle questioni da fare." dice freddo, allontanandosi subito da me come una molla. Cosa gli succede?
"Okay, vai pure." dico.
Lo vedo andare a salutare gli altri e poi uscire da qui. Cosa dovrà fare di così importante?

Torno di là e continuo a parlare con gli altri, anche se mi sarebbe piaciuto stare un po' di più anche con lui, nonostante tutto.
Sono ormai le 22:12 e i ragazzi stanno andando via, lasciandomi andare a dormire così da non essere uno zombie domani mattina.
Natasha ha deciso di tornare a casa sua per non dare ulteriore fastidio e intralciare me domattina.

Mi distendo sul letto e dopo aver guardato il soffitto per almeno una decina di minuti, pensando e rivivendo tutti i miei momenti qui, mi addormento.

10 settembre, ore 05:57
"Mamma, devo andare!" urlo dalla porta.
Ho già salutato tutti tranne lei perché ha perso tempo nelle sue innumerevoli raccomandazioni, come ovviamente fanno tutte le mamme.
"Oddio, mi mancherai tantissimo piccola." sussurra abbracciandomi.
Sarà difficile, mammina!
"Okay, vai Emma." dice, asciugandosi le lacrime.

Esco dalla casa in cui sono stata 19 anni per andare e inoltrarmi in un'altra città, in una nuova avventura. Sono pronta?

Prendo il bus e in meno di 5 minuti arrivo in aeroporto. Vedo Natasha e gli altri aspettarmi lì, davanti al check-in.

"Inglesina ci mancherai." fu l'ultimo commento della mia amica, preceduto da altri più stupidi.
Mi guardo intorno e resto visibilmente delusa dall'assenza di Federico. Può essere che non voglia vedermi? È successo qualcosa?
"Vabbè, devo andare ragazzi." dico con voce spezzata. Sì, devo ammettere che mi mancheranno tutti loro!

Prendo la mia valigia e mi inoltro nella fila per il check-in. Ci vorrà tantissimo e tra esattamente 10 minuti devo prendere l'aereo. Spero vada tutto bene! Ma quanto ci vuole? Se mi fanno perdere il volo faccio un casino.

"Venga signorina!" mi sorride il tipo del check-in.
Ti cavo un occhio se sorridi ancora!

"No, Emma!" urla una voce alle mie spalle.
Cosa? Io la conosco bene questa voce.

"Scusi?" chiede ancora il moro.

Non posso far finta di niente.

Mi giro e corro da lui, lasciando la valigia là per terra. Mi fiondo tra le sue braccia e avvolgo le mie gambe intorno alla sua vita.
"Mi sono svegliato tardi, scusa amore." sussurra.
Amore? Amore. Amore. Amore. Amore.

Involontariamente mi scende una lacrima, quando sento dire il mio nome dal ragazzo di prima. Non posso perdere l'aereo, scusa Federico.

"Devo andare, scusa. Ti voglio davvero troppo bene." sussurro a due centimetri dalle sue labbra, prima di baciarlo.
Metto i piedi a terra e vado via, non prima di averlo guardato negli occhi per qualche secondo e aver notato le sue emozioni. Ci tiene a me.

Faccio il check-in e salgo in aereo, prendendo postazione. Come mio solito, prendo il sedile dalla parte del vetro così da poter ammirare ogni millimetro del mondo, sotto di noi.
Ciao mia bella Napoli.
Ciao terra di sogni.
Ci vediamo presto.

spazio autrice
ecco l'ultimo capitolo di questa storia. cosa succederà nell'epilogo?

Un'estate di Noi | Federico RossiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora