Four.

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«Se non apri subito quella porta, giuro che la sfondo e ti butto nel cesso per poi tirare lo sciacquone dieci volte» urlo irritata «è da più di mezz'ora che sei lì dentro»

Finalmente mio fratello esce dal bagno, spingendo la porta talmente forte da farla sbattere nel muro dall'interno.

Mi passa accanto sfiorandomi il braccio, senza neanche rivolgermi uno sguardo.

Uh. Qualcuno è di cattivo umore oggi.

Stavo per aprire la bocca per punzecchiarlo con le mie solite battutine, ma decido di stare zitta e darmi una mossa.

Lavo i denti, il viso, eccitata, un po come tutti il primo giorno di scuola.

Metto un filo di matita nera, e passo leggermente del burro cacao al gusto di ciliegia sulle labbra, giusto per dare un po di colore al viso e rimanere più naturale possibile.

Do una sistemata ai capelli non troppo in disordine, considerando che mi sono appena svegliata.

Prendo il profumo di mio fratello, ho un debole per i profumi maschili, lo spruzzo un paio di volte alla base del collo e sui polsi, per poi strofinarli l'uno contro l'altro per far assorbire l'essenza.

L'aria è fresca, le strade sono affollate solo da bambini e ragazzi con alle spalle uno zaino, e dagli uomini nelle loro auto diretti a lavoro, alcuni intenti ad aprire la saracinesca dei loro bar.

Si sente già l'aria di metà settembre, l'arietta fresca che ti rianima i polmoni dopo un lungo periodo di caldo e giornate afose. Devo riabituarmi a questa sensazione.

«Buona fortuna per il primo giorno di scuola, signorina Payne» mi giro, sentendo una voce familiare alle mie spalle.

Sono sorpresa nel vedere il vecchietto con cui scambiavo qualche parolina ogni tanto, era ormai da qualche mesetto che non lo vedevo.

«Signor Landscoor, da quanto tempo! Come sta?» gli rivolgo un sorriso sincero.

«Beh, si va avanti!»

Adoro gli anziani. Alcuni di loro sono così soli, fanno tenerezza, mentre passeggiano per le strade con le mani unite dietro la schiena, come se avessero bisogno di stare in mezzo alla gente, per colmare un vuoto scavato dalla solitudine. Ho sempre avuto paura della vecchiaia, non che io mi senta Peter Pan, ma mi tormenta il pensiero che magari un giorno potrebbero abbandonarmi tutti in un vecchio ospizio per anziani.

Paura di restare sola.

Paura della solitudine.

«Buongiorno» Liam saluta educatamente l'uomo di fronte a me, ha un'espressione seria, mentre esce di casa chiudendo con poca delicatezza la porta, per poi aprire la macchina ed entrarci.

«È stato un piacere chiacchierare con lei, a domani signor Landscoor»

Ricambia il saluto, così entro in macchina anch'io.

Per tutto il tragitto in macchina, si sente solo il silenzio spezzato dai nostri respiri.

Se fossimo in un cartone animato probabilmente si sentirebbe il famoso grillo.

Finché non mi decido a rompere il silenzio.

«Si può sapere che ti prende?»

Mi lancia un'occhiata veloce, ma non si lascia distrarre più di tanto e continua a guidare attento.

Non ricevo risposta, così mi limito ad alzare gli occhi al cielo e girarmi dalla parte del finestrino a fissare la strada.

«Ho trovato quella troia della mia ragazza» fa una breve pausa e si corregge «ex ragazza, con in bocca la lingua di quel verme di Tom» posso sentire il disgusto nella sua voce mentre ne parla.

Anche se può sembrare strano, mio fratello è un tipo sentimentale, se davvero tiene ad una persona, si strapperebbe il cuore dal petto per quest'ultima.

Tiene molto alle piccole cose, é il doppio orgoglioso rispetto agli altri ragazzi, a volte non sta a sentire neanche spiegazioni, per lui hai torto a prescindere.

«Cheryl? Ne sei sicuro? Lei non è la tipa» dico un po incredula «com'è successo?»

«Ieri sera, sono uscito a fare un giro con Louis. Lei mi aveva inviato un sms prima dicendo di essere già impegnata con Tom» continua con un tono nervoso «credevo di potermi fidare di quel tizio, credevo fossero solo amici, ma poi li ho beccati in quel vialetto buio vicino Carlo's, sono riuscito a vederli solo grazie ai fari di una macchina.

Si è accorta di me solo quando ho gridato il suo nome.»

«L'hai picchiato?» dico, con un filo di preoccupazione nella voce. Anche se quel ragazzo meriterebbe qualche pedata nelle palle.

«Certo!» dice, come se fosse la cosa più ovvia del mondo «lei mi pregava di smetterla, ed è scoppiata a piangere»

«Questa cosa non mi convince. Quel ragazzo le ha sempre fatto delle avance, e non credo che lei avrebbe ceduto così facilmente. Dovresti parlarle»

cerco di rassicurarlo, sapendo per certo che lui non le avrà fatto aprir bocca.

Lui annuisce e, per un momento, vedo un briciolo di speranza sul suo volto.

stay with me • Niall HoranWhere stories live. Discover now