Three.

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Sono comodamente seduta sul divano di casa mia a guardare la tv sgranocchiando patatine in una ciotola posizionata sopra le mie gambe.

Non mi sembra neanche vero che da domani, tutto questo 'relax' dovrà finire.

Domani è il primo giorno di quella tortura di nove mesi chiamata 'scuola'.

Prego con tutte le mie forze affinché non abbia dei professori scorbutici e ignoranti come la maggior parte di loro.

Giro per i canali, quando sento la porta d'ingresso aprirsi.

Mio fratello ed un ragazzo castano chiaro con gli occhi blu, un po bassino rispetto a Liam, appaiono dalla parete che divide il corridoio dal salotto.

«Ciao» mi saluta il ragazzo sconosciuto.

«Ehm, ciao» mi maledico per essere rimasta in pigiama quando noto che è davvero un bel ragazzo.

Le guance sono leggermente colorate di rosso, ma per mia fortuna, loro stanno già salendo le scale. Mi risparmio un'altra figuraccia. Da quanto in qua Liam ha degli amici così carini? Penso di essermi ridicolizzata abbastanza, così decido di spegnere la tv ed andare a fare una bella doccia fresca. Chiudo la porta del bagno, mi spoglio, fissandomi nello specchio di fronte a me.

Sono così pallida, i miei occhi verdi, contornati da ciglia abbastanza folte, risaltano con la pelle chiara del viso, stessa cosa le labbra rosee non troppo carnose. Alcune ciocche dei capelli biondo cenere, lunghi al punto giusto, mi ricadono sotto le spalle, fino a coprire parte del seno. Mi lascio accarezzare dall'acqua che scorre sul mio corpo, mentre ripenso a stamattina, a lui.

Com'è che si chiamava? Ah già, Niall.

Ha un nome così melodico, è bello da dire, da sentire e tutto.

Chissà se lo rincontrerò un'altra volta.

In una cittadina come Doncaster non è poi così difficile.

E se frequentasse la mia stessa scuola?

Scuoto la testa, come per cacciare via quei pensieri.

Mi avvolgo con l'asciugamano bianco abbastanza corto ed esco dal bagno, camminando in punta di piedi per evitare di scivolare essendo ancora bagnata. Prima che potessi entrare in camera, il ragazzo di poco fa esce dalla camera di mio fratello. Non potrebbe accadere in un momento peggiore di questo.

«Ehm, p-potresti dirmi dove si trova il bagno?» vedo i suoi occhi fare lentamente su e giù mentre mi guarda.

«Certo, è lì» gli indico la porta con la mano sinistra, mentre con la destra tengo l'asciugamano per non farlo cadere.

Sarebbe il colmo.

Sorride.

Non posso fare a meno di mordermi il labbro, e corro in camera mia.

Dopo aver asciugato le ultime goccioline d'acqua, apro l'armadio e decido di mettere una canottiera color senape, con un pantaloncino chiaro a vita alta, e le mie solite All Star nere.

Non ho voglia di stare a casa, è domenica, e neanche a farlo apposta, è l'ultimo giorno delle vacanze estive.

Prendo il mio iPhone dalla scrivania e inizio a scrivere.

A Dustin:

'Spero per te che tu sia libero, perché devi passarmi a prendere, ho voglia di pizza.

Sam.'

Non passano neanche due minuti, che arriva la risposta.

Da Dustin:

'Ed io ho voglia di stare con te.

Passo tra 10 minuti.

Dus x'

Passeggio tra le strade del centro, chiacchierando del più e del meno col ragazzo che mi sta accanto.

Dustin è un vecchio amico, ci conosciamo grazie alle nostri madri, anche loro amiche di vecchia data. Purtroppo non saremo compagni di scuola, ma nonostante lui abbia scelto un indirizzo diverso dal mio, non perderemo i contatti. Mi trovo davvero bene con lui, si distingue da molti ragazzi.

«Allora pronta a dire addio alla tua vita sociale e bentornato allo studio?» scherza il ragazzo.

Io rido istericamente per poi uscirmene con un 'no' secco.

Scoppiamo a ridere.

E aggiungo «Però, a dire il vero, sono un tantino curiosa di conoscere i compagni, i professori, e la scuola in se per sè. Magari non sarà poi così male»

«Già.»

Continuiamo a parlare fino alle 11:05, così ci incamminiamo verso il parcheggio per andare via.

Stringo con le braccia il mio amico da dietro, contando i quadratini sul suo addome, avendo una strana fissa per gli addominali dei ragazzi, mentre il vento mi scompiglia i capelli da sotto il casco.

Scendo dalla vespa. Gli do un veloce bacio sulla guancia, prima di avvicinarmi alla porta di casa.

«Sam» mi volto, inclinando leggermente il viso.

«Ti voglio bene» sorrido.

«Anch'io te ne voglio» dico, prima di entrare in casa e chiudere la porta alla mie spalle.

Sento il rombo del motore dissolversi, per poi sparire, segno che Dustin è già andato via.

stay with me • Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora