CAPITOLO 1

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Legai il grembiule nero intorno alla vita esile e mi diressi verso la cucina del bar in cui lavoravo quotidianamente dopo scuola. 
"Taylor, va' a prendere le ordinazioni del tavolo numero 18. Veloce!" La voce del mio capo, Dahlia, rimbombò in tutta la cucina, facendo si che i cuochi si voltassero a guardarmi. 
"Vado."
Controvoglia entrai nel bar già affollato e mi diressi verso il tavolo assegnatomi, ma non appena mi accorsi di chi vi era seduto, retrocessi.
"Dahlia!" La chiamai, chiudendo la porta della cucina dietro di me. "Dahlia, ti prego, ti scongiuro, manda qualcun'altro in quel tavolo. Per favore, non voglio andarci."
"Adesso non ho tempo da perdere con queste stupidaggini, Taylor. Avanti, vai a fare il tuo lavoro." Ringhiò, spingendomi di nuovo dentro al salone del bar.
Presi un bel respiro e, stringendo i pugni lungo i fianchi, avanzai verso di loro.
"Ciao." Dissi, mentre i ragazzi seduti al tavolo continuavano a parlare tra di loro. Tenendo lo sguardo fisso sul taccuino delle ordinazioni, domandai: "Cosa posso portarvi?"
Improvvisamente tra di loro calò il silenzio.
"Oh - mio - Dio." Esclamò una ragazzina. "Non ci posso credere!" 
"E così, la piccola Swift lavora da Starbucks... Che notizia!" Cantilenò una voce, che riconobbi essere quella di Selena. 
Alzai lo sguardo e notai che con lei c'erano altre tre ragazze, che riconobbi essere Vanessa, Demi e Miley, insieme (o forse dovrei dire appiccicate) ad altri quattro ragazzi.
Sorrisi, sperando che la nostra breve conversazione finisse presto. Dovevo solo prendere le ordinazioni e poi sparire nella cucina fino a che non se ne fossero andati. Ma, evidentemente, loro non erano della stessa idea.
"Ad essere sincera, ti trovavo meglio a lavorare come una maid, oppure in uno Strip Club. Si, decisamente lo Strip Club ti si addice perfettamente. Peccato solo la mancanza di tette." Vanessa sorrise maliziosa, dopo la sua brutale affermazione.
La voglia di risponderle per le rime era molta, ma sapevo che ciò avrebbe comportato una severa punizione da parte di Dahlia, il che poteva signifcare anche il mio licenziamento. 
Con un enorme sospiro, sorrisi alle ragazze e con tutta la calma del mondo, parlai: "Bene. Volete qualcosa da bere? Potreste scegliere un caffè, se vi può piacere. Altrimenti potreste  sempre optare per una  tazza di te, o magari una cioccolata calda da leccarsi i baffi."
Per un paio di secondi rimasero tutti in silenzio. 
"Se volete posso passare quando avrete scelto, non c'è alcun..." 
"Io prendo un caffè, grazie." Disse un ragazzo riccio, con dei begli occhi verdi, seduto tra Selena e un'altro ragazzo biondo.
Dopo di lui, anche gli atri ordinarono qualcosa da bere, mentre io annotavo quanto mi dicevano. 
Portai in cucina il biglietto e mi consegnarono, appena dopo cinque minuti, un vassoio con due caffè, due tazze di tè verde, uno al limone e tre cioccolate calde. 
Andai a consenare le bevande al gruppetto, senza proferire parola.
"Molto gentile." Cinguettò Miley. 
Senza considerarla di uno sguardo, mi volta e tornai a servire il resto del bar.
Passando di fianco al loro tavolo, spesso, sentivo qualche commento poco carino nei miei confronti. Il più delle volte era Selena ad aprire la bocca.
"E' una puttana, quella!" Diceva, scoppiando a ridere, rivolgendosi esclusivamente verso il ragazzo riccio, il quale le sorrideva, mantenendo lo sguardo basso.  "Davvero non sai cosa fa in giro?"
"Beh, si dice che durante le ultime ore di lezione si ritrovi nel bagno dei ragazzi con quelli più grandi e..." La voce di Demi si affievolì, non appena vide che ero davanti a lei. 
"Continuate pure a parlare, devo solo raccogliere i bicchieri, mi sembra che abbiate finito di bere." Dissi, sebbene sapessi che non era così. Iniziai a prelevare i contenitori di plastica e li posizionai con noncuranza sul vassoio. 
"Mmh... Veramente io volevo finire di..." Strappai di mano il tè a Miley, impedendole di finirlo. "Ehi, ma..."
"Potete andare alla cassa e pagare. Vi consiglio di uscire, oggi c'è veramente una bella giornata." Feci un cenno del mento, indicando il cielo azzurro. Era insolito che non fosse comperto da strati di nuvole: infondo Londra è famosa anche per il suo 'bel tempo'.
Entrai in cucina e mi diressi al lavabo per pulire il vassoio, che avevo sporcato gettandoci sopra i contenitori del frullato non del tutto vuoti e facendoli rovesciare.
Lo pulii facendo troppa pressione con la spugna, senza accorgermi che, inconsapevolmente, avevo iniziato a piangere.
"Ehi, Taylor, che succede?" Mi chiese Dahlia, poggiandomi una mano sulla spalla. Allungo una mano verso il mio viso e asciugò le lacrime che mi rigavano le guance. 
Scossi la testa.
"Niente. Domani ho una verifica e sono molto in ansia. Tutto qua." Mentii. Non avevo alcuna verifica, ma non volevo certo parlare dei miei stupidi problemi con una trentenne, che ormai aveva lasciato il mondo degli adolescenti problematici da un po'. "Davvero, adesso mi passa." Continuai, sfoggiando uno dei miei sorrisi più falsi che avessi mai fatto, al quale però credette.
"Dai, finisci di pulire qua, e poi puoi andare a casa." Disse, accarezzandomi una guancia. Le rivolsi un altro sorriso di ringraziamento, per poi girarmi e finire di lavare il vassoio, ormai lucido. 
Sentii i suoi passi allontanarsi e, non appena la porta della cucina si chiuse, asciugai velocemente il vassoio, appoggiandolo su un ripiano. Altrettanto velocemente, tolsi il grembiule, lo gettai su un attaccapanni, infilai la mia giacca di pelle blu e uscii. 
Eravamo alla fine di ottobre e il vento mi raggelava le mani e il viso. Fortunatamente il King's College London non era molto lontano dal bar, così in meno di dieci minuti fui nella mia piccola stanza dell'istituto.
Kristen, la mia migliore amica, nonchè mia compagna di stanza, non era ancora rientrata, così colsi l'occasione per farmi una doccia bollente.
Premetti forte la spugna lilla sulla mia pelle d'avorio, come se con la sporcizia, se ne potessero andare via tutti i problemi che ogni giorno mi perseguitavano. Ma non era possibile, evidentemente.
Non appena uscii dalla doccia, avvolsi il mio corpo in un asciugamano in microfibra verde. Aprii la porta del bagno per andare in camera e prendere il phon che avevo lasciato fuori, ma una luce bianca mi accecò per mezzo secondo, impedendomi di muovermi. Quando riuscì ad aprire  gli occhi, capii che si era trattato di un flash: Selena e le sue amiche mi avevano scattato una fotografia, mentre ero coperta da un semplice asciugamano.
"Cosa diavolo era?" Domandai ancora stordita. Le quattro ragazze ridacchiarono.
"Oh, niente di che..." Fece una.
"Stiamo solo facendo un articolo di giornale su studentesse che passano i loro pomeriggi all'interno dei bar, a servire ai tavoli." Rise Selena, seguita a ruota dalle amiche.
"Non potete farlo!" Urlai. Non volevo che la notizia si spargesse troppo.  "Senza il mio permesso non potete pubblicare nessunissimo articolo. Altrimenti vi denuncerò per violazione della privacy." Non so con quale coraggio parlai.
"Mmh... Io penso che tu accetterai senza protestare." Cinguettò Miley, guardandomi di sottecchi. Corrugai la fronte, mentre lei e Demi mi prendevano una per un braccio e una per l'altro, sbattendomi contro il muro. Intanto Vanessa mi aveva tolto da dosso il mio asciugamano e se lo stava rigirando tra le mani. 
Tutte e quattro le ragazze sghignazzavano, e io non riuscivo a capirne il motivo.
"Vedi queste foto?" Mi chiese Selena, mostrandomi le immagini di alcune ragazze in un Strip Club intente a farsi toccare da chiunque volesse. "Beh, che ne dici, invece di..."
Fece scorrere il dito sul display touch screen e comparvero le stesse foto precedenti, con la sottil differenza che nelle nuove foto, ero a farmi toccare da tutti. "...queste?" Sorrise, maligna.
"Cos... Com'è possibile? Io..." Balbettai, tanto era lo stupore.
"Si, certo. Lo sappiamo tesoruccio che non hai nemmeno idea di dove si trovino queste ragazze. Sei una santarellina, tu.! Disse Vanessa, guardandomi come se fossi uno scarabeo.
"Per nostra fortuna esiste photosoop. Dobbiamo spiegarti che cos'è, o ne hai una vaga idea?"
Rimasi a bocca aperta. Avevano intenzione di diffondere delle mie foto falsificate. Pornografiche.
Mi sentii morire dentro. 
"Avanti, biondina. Scegli. O queste su internet, o quell'articolo." Mi incalzò Demi, mentre Vanessa cominciò a frustarmi con il mio asciugamano bagnato.
Urlai per il dolore.
"Ora basta, ragazze!" Disse un voce maschile, proveniente da dietro Vanessa e Selena. Erano posizionate tutte quattro intorno a me, bloccandomi ogni possibile via di uscita.
Si voltarono tutte e quattro spaesate: non si aspettavano visite.
Notai, però, che i loro volti rasserenarsi. Probabilmente conoscevano colui che aveva parlato. 
"Che ci fai tu qui?" Chiese Selena, posizionandosi davanti a me per coprirmi.
"Lasciate andare la ragazza. Ci penso io. Voi andate a trovare una nuova idea per l'articolo." Continuò la voce. "Ah, e cancellate tutte le foto di questa ragazza."
Chi era così stupido da mettere a rischio se stesso, per aiutare me? Non aveva idea di cosa gli avrebbero fatto quelle ragazze. Lo avrebbero picchiato fino a fargli sputare sangue.
Al contrario, tutte le ragazze uscirono dalla stanza, senza proferire parola, chiudendo la porta dietro di loro.
Mi accasciai per terra e scoppiai a piangere. Battei i pugni sul pavimento di parquet, singhiozzando a più non posso.
Non c'era giorno in cui non venissi maltrattata. C'era sempre stato un qualche ragazzo pronto a picchiarmi o a umiliarmi.
"Non fare così. Alzati." Disse di nuovo quella voce, aveva un tono così freddo.. Pensavo che se ne fosse andato insieme alle ragazze. 
E di nuovo sbagliai la mia supposizione.
Le sue mani, si infilarono sotto le mie braccia e mi tirò su di peso, facendomi vergognare di essere nuda, davanti a un perfetto sconosciuto. Cercai con le braccia di coprirmi, e lui se ne accorse, così mi lanciò il mio asciugamano. 
Le lacrime continuavano a scendere e non c'era verso di farle smettere. 
"Chi sei?" Biascicai. "Cosa vuoi da me?"
Il ragazzo sorrise. Fui travolta dalla bellezza del suo viso. Aveva dei brillanti occhi verde smeraldo e un sorriso mozzafiato. Ai lati delle labbra piene, spuntarono due bellissime fossette.
Venni risvegliata dal mio momentaneo stato di trance dalla sua voce calda e roca.
"Ti senti bene?" Mi chiese preoccupato, ma non fidandomi, interpretai le sue parole come false.
Mi staccai da lui e mi diressi verso la porta, facendogli cenno col mento, di uscire.
"Si." Tagliai corto. "Questa è la porta."
Lui si avvicino, ma invece di uscire, mise una mano sulla maniglia e chiuse la porta.
"Cosa stai facendo?" Chiesi, imbarazzata. Indossavo solamente un asciugamano, e mi sentivo molto a disagio.
"Speravo di ricevere almeno un grazie.>> Disse, sorridendo malizioso. Quel sorriso...
"Ah..." Dissi, incerta. "E per quale motivo?"
 "Beh, mi sembra abbastanza ovvio." Disse sbalordito.
Un ciuffo ribelle dei suoi morbidi capelli gli cadde davanti agli occhi e lui, con un gesto disinvolto, spostò i riccioli all'indietro. Inconsapevolmente mi morsi il labbro, vergognandomene non appena vidi il suo sguardo divertito.
Distolsi gli occhi, dai suoi. Erano così belli.
"Beh, grazie tante, Ora puoi andare." Dissi , imponendomi di guardarlo negli occhi con aria di sfida.
Avevo uno sguardo divertito. Intimidatorio.
Le lacrime smisero di scendere.
Fece un passo verso di me, mentre io arretrai, inciampando sui miei stessi piedi, ma riuscendo a rimanere in piedi per pura fortuna.
Scoppiò in una risata fragorosa, continuando ad avanzare.
"Non ti avvicinare." Dissi, ponendo il palmo della mano rivolto verso di lui, come per fermarlo nel suo avanzamento.
"Ho detto che voglio un ringraziamento." Rispose, duro.
"Ti ho già ringraziato, direi." Cercai di assumere un tono autorevole, ma tutto ciò che uscii fu un sussurro smorzato dal rumore del parquet vecchio, che scricchiolava sotto i nostri passi.
"Cerco ben altro." Disse, mente la mia schiena batté contro il muro. I nostri petti erano vicinissimi e sarebbero stati a pari altezza, se il mio non si fosse mosso su e giù irregolarmente, a causa del mio respiro corto.
"Non sono disposta a darti nient'altro." Sussurrai.
"Non oggi." Rispose, lasciandomi senza parole. Passò due dita ruvide della sua mano sopra le mie guance precedentemente bagnate, accarezzandomi. "Non oggi."


YOU DESTROYED ME {Haylor Italian FF}Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang