C'è sempre dell'altro

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Avete presente quando conoscete talmente bene i vostri amici che vi sembra di essere fratelli, ma poi quando vi guardate vi sentite così distanti?
Ecco questa sensazione la sto provando ora.
Siamo tutti sparsi per la casa, un po' nascosti dalle ombre e un po' illuminati dalle candele. Abbiamo preferito la luce calda del fuoco al posto di quella fredda di una torcia.
Michael e Vittoria sono alla ricerca di qualcosa da mangiare ma tornano in salotto con scarsi risultati. Mike e Shady rimangono in salotto a stendere tutti i sacco a pelo disponibili.
Leo rimane fuori a vedere se arriva qualcuno. Io sono seduta davanti al grande mobile presente in questa sala. Sono circondata da un grande tappeto rosso, con tante figure cucite sopra. Mobili di legno scuro riempiono la stanza. Due divani in pelle verdi abbelliscono il salotto. Piano piano questa stanza si riempie con tutte le nostre cose e mi sento quasi troppo invasiva. Un posto così tanto bello e rustico, con tanti ricordi è stato momentaneamente distrutto da noi. Noi che ci fingiamo uniti quando in realtà siamo solo obbligati ad esserlo.
'Ragazzi, venite qui dai' dico cercando di riunire il gruppo.
Tutti si avvicinano e chi prima, chi dopo, trova il proprio sacco a pelo e ci si siede sopra.
'Ho trovato un po' d'acqua e qualche busta di te' dice Michael tentando di apparire speranzoso. Vittoria appoggia la sua mano sulla spalla di Michael infondendo coraggio. Si guardano e si sorridono. Aspetta.. mi sono persa qualcosa?
'I sacco a pelo sono tutti qui. Direi che per stanotte possiamo sopravvivere' dice Mike mentre Shady annuisce.
'Non c'è nessuno fuori, al momento. Nessuno ci sta cercando. Ma non so se sia una cosa positiva.' dice Leo mentre si toglie la giacca e si accomoda con noi.
'Perché non dovrebbe?' Dice Vittoria. È sempre la più ottimista. Sorrido per questo e lei mi nota ricambiando.
'Se non ci cercano forse hanno già un piano. Forse lo avevano previsto' risponde Leo accanto a me.
'A proposito, qua l'è il nostro piano?' Chiede Mike.
Aggrotto le sopracciglia, non ci avevo pensato.
'Dovremmo averlo?' Chiede Shady.
'Di bene in meglio' risponde Leo grattandosi la nuca.
'Ok non abbiamo un piano ma potremmo avere tempo. Per oggi abbiamo fatto abbastanza. Parliamo di altro' dico.
Tutti annuiscono ma il silenzio prevale nella stanza.  Non c'è 'altro'.  Se c'è una cosa che ho imparato da queste esperienze è che se nessuno fa il primo passo, lo devi fare tu.
'Ho avuto paura. Tanta. Costantemente.' annuncio guardandomi le dita che giocherellano tra loro.
'Tu? impossibile.' dice Mike. Alzo lo sguardo su di lui e sorrido.
'E invece lo è. Ma c'è una cosa che mi ha fatto andare avanti, che mi ha fatto essere forte. Noi.'
Il silenzio continua ad essere il rumore prevalente di questa stanza. E questa è già una risposta alle mie domande.
'Abbiamo solo pensato a scappare, a metterci in salvo. Forse però se fossimo stati davvero un gruppo di amici, se solo fossimo stati più uniti...' abbasso di nuovo lo sguardo sentendomi in colpa.
'Se qualcuno fosse entrato con Harry quel giorno.. forse sarebbe ancora vivo' Dice Vittoria sospirando. La guardai, capendola.
'E se avessimo creduto a Riki fin da subito non sarebbe risultato un assassino' intervengo.
'Un assassino?' chiede Leo incuriosito.
'Pensavo che voi sapeste tutto' risponde Michael.
'Lo pensavo anche io...' chiede corrucciando le sopracciglia.
'Sono stanca, andiamo a dormire?' chiede Shady. tutti annuiscono mentre io decido di alzarmi e andare un po' fuori. Voglio rendere una boccata d'aria e respirare la libertà. Una volta fuori mi appoggio al muro e guardo il cielo stellato. Mi stringo nella coperta che mi sono portata dietro e sospiro. Ci sono alcuni termini che in inglese rendono di più. Per esempio 'I feel you'. In italiano significa 'ti capisco' ma il modo in cui lo dici è diverso. Dire 'I feel you' è come dite ti sento, sono dentro di te, lo comprendo perché io sono te. Non è un semplice 'ti capisco'.
E quando Vittoria ha pronunciato quelle parole 'Se qualcuno fosse entrato con Harry quel giorno.. forse sarebbe ancora vivo' è come se fossi stata dentro di lei e avessi sentito il suo cuore sgonfiarsi. Proprio in questo momento Vittoria esce dalla porta e si unisce a me.
'Non ci credo' dice dopo qualche minuto di silenzio.
'Non credi a cosa?' Chiedo stranita.
'Non credevo di riuscire a vedere un cielo stellato come questo. Non lo vedevo da tanto.'
I capelli lunghi rossi corrono lungo la sua schiena mentre il viso, più scavato per il poco cibo ingerito, adorna il suo corpo esile nascosto dalla coperta.
'Ti manca?' Chiede.
'Molto' rispondo.
'A te manca?'
'Non dovrebbe' risponde rivolgendomi lo sguardo.
'Lui è sempre con me. Ma allo stesso tempo non c'è... Non riesco a vedere niente senza di lui. Se mi sdraio sotto le coperte cerco il suo calore, che non c'è. Se mi siedo a tavola cerco la sua sedia per sedermici affianco, ma non c'è. Se accendo l'acqua della doccia aspetto sempre 10 minuti prima di entrare.'
'E questo che c'entra?'
'Facevamo la doccia insieme.' Risponde arrossendo. Mi viene quasi da piangere nel vedere quel rossore. Come se fossero passati solo due giorni, come se lui fosse qui a guardarci, come se il loro amore non fosse ancora finito, come se fosse appena iniziato, come se lui non fosse morto. È strano pensare a quanto valore noi diamo al tempo, scorre senza controllo, costantemente girato avanti. Sembra che ci trascini con lui. Magari fosse così, magari riuscissimo a starci dietro. L'uomo ha la tendenza di fare tutto ciò che è diverso e sbagliato. Tutto ciò che fa male per sentirsi vivo. Siamo nella costante ricerca di ciò che non ci piace e bramiamo tutto ciò che non possiamo avere. Nemmeno il tempo può trascinarci avanti perché continueremo sempre a camminare indietro, verso i nostri ricordi.
'Hai sentito?' Chiede vittoria guardando verso il bosco.
'Cosa?'
'Shh' mi zittisce. Guardo nella sua stessa direzione. Silenzio. E poi un rumore di passi, di foglie che si sgretolano. Il cuore inizia a battere più veloce e gli occhi scrutano tutto quello che possono captare. L'udito si fa avanti e rimane in allerta.
'Sta arrivando qualcuno' sussurro
'Nascondiamoci' dice Vittoria tirandomi dietro l'angolo della casa. Corriamo e appena nascoste i passi si avvicinano.
'C'è qualcuno?' Chiede una voce roca.
Aggrotto le sopracciglia e guardo Vittoria.
Non faccio in tempo a pensarla che la parola esce contemporaneamente dalle nostre labbra.
'Riccardo?'

LOST 2 - L'unica speranza sei tuWhere stories live. Discover now