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"si vis vitam, para mortem"

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"si vis vitam, para mortem"








Bianco.


È tutto bianco attorno a me.

Pareti, pavimento, nient'altro.
Solo un'immensità di niente che circonda il mio corpo inerme.

Non so cosa fare, come muovermi, o chi chiamare. Non ho voce, non ho forza, non ho nulla.

Sento il vuoto più cosmico avvolgermi sempre più, fino a che non riesco quasi a respirare.
Sono bloccato qui, solo e distrutto.

Sono forse già in paradiso?

No, non vedo angeli qui in giro.

Questo è ciò che tutti definiscono "aldilà"? Una vasta distesa biancastra di cui non saperei che farmene?

Magari sono già morto.
Sì, sono sicuramente già morto e destinato a stare qui per l'eternità.

Non è il tuo momento.

Che cosa?











Apro gli occhi, spossato e accecato da una luce troppo forte, che mi ferisce, penetrando le mie sensibili pupille.

Sono immobile, su un letto.
Cerco di alzarmi, ma non ci riesco.
Mi sento debole, impotente, una piccola bambola rotta di porcellana tenuta insieme solo da un po' di stupida colla.

Sembra che mi sia passato addosso un camion, sono fasciato dalla testa ai piedi e giuro di non poter più sentire il mio corpo, inchiodato tra questi cuscini e costretto a rimanere avvinghiato ai mille tubi infiltrati tra le mie vene, e in chissà quante altre parti.

Mi trovo in una camera, bianca.
Macchinari di ogni genere stanno fischiando in questo preciso istante, producendo rumori fastidiosi e assordanti.
Non sono in grado di capire cosa stia accadendo, sono sicuro di non essere del tutto cosciente. C'è ancora un pezzo della mia testa assente, situato in qualche altro universo parallelo.

Credevo non ci fosse nessuno che riuscisse a sentirmi, credevo di essere incastrato su questo deprimente lettino solo e disperso, senza anima viva che potesse aiutarmi.

E invece mi sbagliavo.

Un gruppo di medici sta correndo verso di me, frettolosamente, e appaiono tutti colmi di carte e strani aggeggi elettronici tra le mani.
Neanche il tempo di muovere un dito che quello che presumo sia il più autoritario tra loro posiziona uno stetoscopio sul mio addome e comincia a sussurrare parole che mi risultano incomprensibili.
Una di loro mi poggia una mano sulla fronte, poi sul braccio, sorridendo.
Questo dovrebbe servire a confortarmi?

GOODNIGHT N' GO ; taekook Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt