CHAPTER FIVE.

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L'ansia non appena arrivati su quel palco si impossessò di noi. Ci guardammo tutti con un'aria un po' confusa ma restammo lì in attessa del discorso\ predica del presidere.

"Ieri sera, come ogni anno, voi ragazzi organizzate queste feste sapendo che non è permessa droga e non sono permessi danni di alcun genere. Per chi non lo sapesse, ragazzi del primo anno, vi informo che ci saranno delle grosse punizioni. Non essendoci stata però alcune traccia di droga, ma solamente diverse cose rotte nel dormitorio dei King, per voi ci sarà una punizione meno severa" disse guardando tutti noi. "Voi siete l'origine delle vostre confraternite e dovete sempre portare l'ordine ma ieri non lo avete fatto perciò, ho deciso di unire per un mese voi confraternite. Ho preso questa decisione per farvi capire quant'è duro riuscire a mantenere l'ordine, perciò perchè non mettervi alla prova? Questa università ha sempre avuto una nomina brillante, non accetto questo tipo di comportamento perciò miei cari; la signorina Evans è pregata di andare ad alloggiare dai King, mentre il signor Allen e la signorina Greek devono andare dal signor Hide. Detto questo, avete un mese di maggiori responsabilità. Andate" concluse allargando le braccia.

Guardai fra tutti i ragazzi sotto il palco ed alzai la spalle fissando Cole. 

Mi diressi verso le scale per scendere e sentì prendere il mio braccio. "Mi sa che per questo mese la nostra scommessa salta" disse scendendo con me. "Un'altra cosa, fai stare tranquille le tue amichette, non voglio che nessuna spunti nel mio letto nel bel mezzo della notte" continuò e questa volta mi sembrò infastidito.

"Le mie ragazze sanno come comportarsi, piuttosto voi tenete a bada i vogli amichetti, non siete abituati a tante ragazze in giro" risi ironicamente ed andai via via.

Liam aveva un modo di fare tutto suo, era molto sicuro di sè e questo molte volte dava fastidio, ma non solo a me, in generale questo non è un comportamento molto carino.

Camminai fino ad arrivare dalle ragazze che mi aspettavano ai loro posti, arrivai davanti a loro e tirai un respiro.

"Avete capito no? dobbiamo andare dai King, mi raccomando ragazze, non facciamoci mettere i piedi in testa, qui comandiamo noi" dissi guardandole con un sorriso ammiccante. "Arriviamo lì ed impossessiamoci di tutto" continuai.

"Ciò significa che.." fece una pausa Chloe. "Avremo l'onore di conoscere la vera Haylie che viene da Manhattan?" sorrise Chloe.

"Eccola qui" risposi guardando i ragazzi dei King.

Arrivammo al nostro dormitorio e prendemmo tutte le nostre cose e le infilammo all'interno delle nostre valigie. La cosa che mi preoccupava era una: dove ci metteranno?

Non avevamo intenzione di dormire nei posti più brutti e scomodi, era un vero problema questo quì.

Non appena tutte noi finimmo di chiudere le nostre cose, ci avviammo verso il dormitorio dei King, arrivammo davanti la porta e bussammo.

Non appena la porta fu aperta, entrammo ed improvvisamente i ragazzi ci tirarono addosso dei secchi d'acqua freddissima.

"Benvenute ragazze" rise uno di loro.

Avanzai con Chloe e guardai mio fratello. "Grazie per il benvenuto molto carino, adesso però portate le nostre valigie nelle nostre camere, imbecilli" dissi avanzando verso le scale.

Arrivammo al piano superiore ed iniziammo a guardare tutte le camere, le guardai tutte e proseguì lungo il corridoio fino a quando non vidi una porta più grande rispetto alle altre. L'aprì e non appena entrai vidi una stanza meravigliosa. Era tutta bianca con una parete rossa, due lettini con due piumoni immensi bianchi con tantissimi cuscini rossi sopra. Il rosso era il colore dei King. L'abbinamento delle cose in camera era perfetto, chiamai Chloe e venne subito da me.

"Questa, questa è nostra" dissi entrando.

"E' perfetta" rispose lei guardandosi attorno. "Hei Gas, porta qui le valigie mie e di te Haylie, vogliamo questa" disse lei chiamando il ragazzo che stava salendo le nostre valigie.

Sentimmo dei passi dietro di noi, pensavamo fosse Gas, ma non era lui. "Mi dispiace deludervi ma questa è la mia camera" mi voltai e vidi Liam alle nostre spalle.

"Siccome tu sei un grande gentil uomo, la lascerai a noi, non è vero?" domandai sorridendo.

Rise per poi tornare serio. "Certo che no" disse. "Le camere per voi ragazze sono al piano di sotto, qui sopra ci stiamo noi ragazzi, detto questo potete anche scendere" continuò facendoci segno con le mani di andare via.

"Gas, porta giù le nostre valigie" disse Chloe.

Guardai Liam con disgusto e mi voltai percorrendo di nuovo tutto il corridoio. Scendemmo le scale e guardammo le altre camere, erano piccoline ed insignificanti, forse pretendevamo troppo.

"Alla faccia del rispetto" sbottai infastidita. 

Poi tutte le mie valigie e andai a guardare i bagno che avevamo in camera. Chiusi la porta e mi fermai guardandomi allo specchio: "Char, quanto vorrei che tu fossi qui adesso" sussurrai sentento un grande bisogno di lei, non ero pronta a tornare quella di un tempo, non ero pronta a niente ancora, ma non potevo deludere nessuno.

Aprì l'acqua e mi diedi una rinfrescata, presi lo scatolino di tranquillanti che tenevo in camera e ne presi una, ne avevo ancora bisogno. 

Quand'ero in clinita mi diedero tante di quelle pasticche che ormai non potevo farne a meno, mi aiutavano, mi rilassavano e durante quella permanenza lì mi aiutarono parecchio a non pensare a Char, dato che ero emotivamente distrutta a causa della sua morte.

Uscì in corridoio e andai in camera da mio fratello.

"Cole?" bussai chiamandolo.

Aprì poco dopo la porta e mi abbracciò. "Sorellina, ancora insieme" rise lui. 

"Si, è bellissimo però abbiamo delle camere orrende" dissi infastidita. 

"Se potessi ti farei stare qui da me" disse lui mostrandomi la sua, era meravigliosa ed era simile a quella di Liam.

"Aspetta, ma cosa diavolo indossi?" sbottò lui guardandomi dalla testa ai piedi.

"Cole, non iniziare. Non indossi niente di male" risposi sbuffando.

"Haylie, conosco questi ragazzi e solo Dio sa quello che hanno in testa, ti prego, non voglio picchiare nessuno" rispose buttando la testa indietro. 

Eccolo qui, il mio caro fratellino Cole, mi era mancata la sua gelosia, ovvio, come un calcio nello stomaco.

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