CHAPTER TEN.

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POV'S HAYLIE.

La festa stava già prendendo una piega diversa, i ragazzi e le ragazze del campus stavano iniziando a divertirsi, dopo tutto le feste senza divertimento nemmeno dovrebbe essere chiamate feste.

Per un, non so quale motivo specifico, vedevo sempre lo sguardo di Cole sopra di me, cercai di ignorarlo più che potevo ma sembrava non volersi arrendere.

Mi allontanai dalla sua vista il più presto possibile e andai verso il cortile, ma non ottenni nulla. Mi venne dietro Mark ed ovviamente questo attirò l'attenzione di mio fratello, che non esistò a seguirmi ma non dissi nulla, feci finta di niente. 

Volevo proprio vedere cosa stesse creando nella sua testa. 

Adoravo mio fratello, eravamo così in sintonia ma molte volte l'avere un fratello gemello così protettivo e geloso non era un vantaggio, anzi. Dopo il mio incidente 'mentale' questo suo modo di fare peggiorò.

Continuai a camminare con Mark al mio fianco, che iniziò a parlare.

"Grazie per aver dato movimento a questa festa" ridacchiò. "Sarebbe stata un fallimento, ma diciamo che era un piccola scommessa fra noi e le altre ragazze e devo dire che grazie al tuo aiuto, ci hanno battuto" disse alzando gli occhi al cielo.

"La forza delle ragazze" risi chinando lo sguardo. "Cos'avevate scommesso?" domandai guardandolo. Mark era molto alto, aveva i capelli biondi e gli occhi verdi. Pur essendo al buio i suoi occhi splendevano, come se fossero un raggio di luce.

Aveva un fisico palestrato ma non troppo, era molto genuino in viso ed aveva un bello stile.

"Chi vice decide quali regole ci saranno al campus" disse lui ed io aggrottai la fronte leggermente confusa. 

"Perchè proprio adesso? Mancano pochi giorni e torneremo tutti ai nostri vecchi dormitori" dissi intrecciando le braccia a causa di un brivido di freddo che percosse il mio corpo.

"Non eri presente alla partita? il preside ha deciso di tenere ancora un po' le cose come stanno, Gli piace questo tipo di convivenza, quindi staremo così a tempo indeterminato" disse lui grattandosi la testa sorridendo, notò poco dopo il mio corpo avvolto fra le mie braccia e con gentilezza mi porse la sua felpa. Mi stupì e sorrisi sinceramente. 

"Grazie" dissi coprendomi meglio. "Non sapevo ancora nulla, comunque mi dispiace per voi, ma le ragazze hanno delle idee folli, lo  dico da ragazza" risi leggermente e poco dopo lo fece anche lui, ma non continuò, si sedette sul muretto dietro di noi e prima che potessi salire per sedermi accanto a lui sentì il mio corpo alzarsi da terra nel verso senso della parola.

Capì subito, Cole.

"Cole, che diavolo?" sbottai.

"Risposta sbagliata piccola, sono Liam" disse. "La festa per te finisce qui" continuò stringendomi con forza. Non mi avrebbe lasciata, era chiaro.

"Liam" quasì strillai infastidita. "Mettimi giù" dissi picchiando contro la sua schiena. "Mi si vede il sedere" continuai portando la mia mano sopra di esso cercando di coprilo. Senza capirne molto non sentì più la musica e capì che stavamo tornando al dormitorio. Mi sentì in colpa, proprio mentre stavo facendo conoscenza con Mark, in più indossavo ancora la sua felpa,  ma Liam venne a rovinare tutto. Questo ragazzo era fuori di testa. 

"Tu hai rovinato il mio appuntamento, perciò credo sia da persone educate ricambiare il favore" disse sorridendo maliziosamente.

"Quindi io adesso dovrei rinfacciarti un tuo problema?" chiesi infastidita e lì notai la sua espressione cambiare.

Mi aveva già chiesto scusa mille volte, ma ero parecchio nervosa e non diedi peso alle mie parole, ma credevo fortemente in quello che dicevo, quindi sapevo che mi avrebbe preso per stronza, ma non mi importava più di tanto. 

"Credevo avessimo superato questa fase" disse seriamente.

"Scusami, ti porto una cioccolata e ti faccio dormire nel mio letto caldo" dissi ironicamente.

"Scusami se non mi sono fatto perdonare con una borsa della Chanel, non credevo fossi così superficiale come tutti dicono. Ho cercato di rimediare al mio errore, cosa che non ho mai fatto con nessuno, quindi postresti essere meno stronza" disse lui guardandomi dalla testa ai piedi. Quello sguardò mi infastidì molto.

"Nessuno ti ha chiesto niente, hai fatto tutto tu" risposi con tutta la rabbia che avevo dentro.

"Svegliati principessa, qui non siamo nell'Upper East Side, sarai bella quanto vuoi, ma nessuno si farà mettere i piedi in testa da te" mi rispose con sicurezza e mai nessuno aveva usato questo tono con me, il che mi stupì e decisi di non dire nulla. Liam era il primo ragazzo che venne dietro di me facendomi la corte o facendo il lecchino, se aveva qualcosa da dirmi lo faceva senza pensarci due seconde e devo ammettere che questo era ammirevole e sotto un certo punto di vista mi faceva piacere.

Ecco il fastidiosissimo rumore della sveglia di Chloe. Erano già le sette del mattino, nuovo giorno, si torna a lezione.

Mi alzai e mi voltai verso Chloe che stranamente non era a letto, mi alzai e vidi la porta del bagno chiusa, così bussai. Sentì qualcuno ridacchiare e non appena la porta si aprì, Chloe fece uscire la sua testa.

"Sono con Gas, ti libero il bagno in un secondo" disse lei tenendosi l'asciunga mano.

Rabbrivì nel sensire quelle parole e scossi la testa. "Userò il bagno di mio fratello, divertitevi" dissi ridendo per poi lasciarla lì.

Presi tutte le mie cose e mi avviai ancora in pigiama verso la stanza di Cole.

Bussai ed entrai in camera. "Hayl!" sbottò lui seriamente coprendosi immediatamente le parti intime.

"Il tuo amico Gas è in camera mia con Chloe, mi serve il bagno. Non ti guardò Cole, tranquillo" dissi entrando senza degnarlo di uno sguardo, ma scoppiai a ridere non appena mi voltai e vidi le sue guancie tutte rosse. "Da piccoli avevi il pene piccolo" risi con tutti i miei sentimenti.

"Haylie, dio santo" rise imbarazzato.

Entrai in aula e vidi in lontananza Mark seduto, così mi avvicinai a lui. Ero abbastanza imbarazzata, mi sentivo ancora in colpa per la sera precedente. Liam mi aveva fatto fare una figuraccia e non volevo che Mark pensasse male, dopo tutto era stato così gentile.

Mi avvicinai a lui e posai la felpa sul banco. "Ecco la tua felpa" sorrisi. "Scusami per ieri, non volevo lasciarti lì solo come uno stupido" mi scusai sinceramente.

Rdacchiò e prese la sua felpa. "Scusami tu, non volevo che Liam si infastidisse. Non credevo fosse il tuo ragazzo" disse arrossendo leggermente.

"Nonono" alzai le braccia in aria. "Liam non è il mio ragazzo" aggiunsi. 

"Credevo di si, dato la sua scenata" rise. "E' da Liam" continuò scuotendo la testa. 

"Conosci Liam così bene?" domandai sedendomi accanto a lui.

Annuì e mi guardò seriamente. "Io e Liam eravamo grandi amici, ma adesso fra me e lui non scorre buon sangue" disse sorridendo alzando lo sguardo poco dopo verso di me. "Magari uno di quesi giorni potrei raccontarti questa affascinante storia davanti un cioccolata".

Sorrisi ed annuì. "Mi piacerebbe" risposi, ma non nego che non appena sentì dire la parola 'cioccolala' pensai a Liam.

Hayl, svegliati!

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