“Non è che ti va di riprendere gli allenamenti, vero?” 

Jungkook si voltò verso il principe. Stava spiegando a un uomo come montare una tenda e l’altro gli era arrivato da dietro.

“Ora che vi trovate sul campo di battaglia volete imparare, eh?”

“Dai, puoi o no? Sono fermo da una vita per colpa tua.”

“Oggi no. Sto per andare a caccia.”

Taehyung inclinò il capo.

Jungkook a caccia? Dopo tutte le volte che aveva rinnegato di essere un cacciatore? Non era una cosa brutta. Era solo strano.

“A caccia?”

Jungkook diede all’uomo le ultime indicazioni, poi si girò per parlare faccia a faccia.

“Andiamo a procurarvi la cena, Vostra Altezza. Siete felice?”

Non era stato Jungkook a parlare. Matt era spuntato da chissà dove e aveva passato un braccio attorno al suo collo. Il vecchio amico del castano era armato di tutto punto e sembrava parecchio su di giri. Taehyung non sapeva che si fosse aggregato alla missione. E se c’era lui c’era anche l’altro.

Al arrivò più trafilato e porse a Jungkook arco e frecce. Fece a Taehyung un cenno col capo in segno di rispetto (tutto il contrario di Matt) e prese a tirare i suoi amici verso il bosco.

In procinto di sparire dietro un albero, Jungkook si voltò un’ultima volta.

“Altezza!” chiamò. “Se vi svegliate prima della partenza possiamo allenarci domani mattina!”

Taehyung fece di sì con la testa, sorrise. Jungkook si calcò la faretra sulla spalla e sparì.

I tre cacciatori vennero accolti a festa una volta tornati.

Il San Bernardo corse loro incontro. Li seguì fino alla tenda delle cuoche dove scaricarono la selvaggina mentre la carovana li acclamò dall’enorme falò a cui si erano radunati. Era un turbine di arancio in quella che si prospettava essere una notte nera.

Riposte le armi, i cacciatori raggiunsero il gruppo. Al e Matt trangugiarono subito i rimasugli della frutta portata dal castello, Jungkook fece il giro del falò e andò a sedersi esattamente dalla parte opposta di Taehyung. Si fece passare acqua in quantità e se la scolò tutta, assetato.

Taehyung lo fissò bere senza dire niente. I colori delle fiamme storpiavano facce e sensazioni, ma in quel momento Jungkook gli sembrò più vivo che mai. Era sporco di sangue dalla testa ai piedi e aveva un’aria tremendamente sbarazzina. Sedici anni.

“Allora, come ammazziamo l’attesa?” chiese uno dei tanti soldati. “Sto morendo di fame.”

“Prendi esempio dalla principessa Charlotte. Sta bevendo come una spugna.”

“Beh, un modo per sopravvivere alla vita da suora dovrà pur trovarlo, no?”

La gente rise a spese della ragazza. Era seduta a gambe incrociate e i piedi nudi le spuntavano da sotto il vestito. Teneva in mano un calice di vino e le sue guance erano così scure che le fiamme gialle non potevano nasconderlo.

“Guardate che si scoprono delle cose interessanti.”

“Tipo? Quante Ave Maria devi recitare per uscire di lì?”

Altre risate. Charlotte buttò giù un sorso. “Ridete, ridete. Il confessionale della cappella ha le pareti sottili.”

Per un attimo calò il silenzio. Metà gruppo spalancò gli occhi, l’altra metà esultò. Incitarono Charlotte a raccontare qualcosa e lei non si fece pregare due volte. Prese un altro calice alla mano, si alzò in piedi. Iniziò a passeggiare nell’anello di spazio che si era creato tra il fuoco e i suoi compagni di viaggio, come se tenesse le loro vite legate al mignolino.

“Dovreste scegliere con più cautela i peccati di cui volete liberarvi. Potrei scoprire… del tradimento di un marito!”

Charlotte si voltò di scatto. Puntava il dito contro un uomo sulla trentina e la donna di fianco gli rifilò una gomitata nelle costole. Lei scappò via dal falò, lui la rincorse. Tutti ridevano a crepapelle.

Charlotte proseguì il suo giro, come uno squalo.

“Potrei scoprire di un titolo comprato!”

Il cavaliere baffuto che indicò doveva essere ubriaco, perché rise più di tutti.

“Del sale messo di proposito nella zuppa del Re!”

Una cuoca arrossì.

“Della volta in cui vi siete dati malati per non andare in guerra!”

Bennet alzò le braccia in segno di resa, tranquillo.

“O della passione carnale che brucia le anime dei più giovani.”

Jungkook sbiancò. La principessa teneva l’indice a due centimetri dalla sua faccia, un sorrisetto sbieco sulle labbra rosse di vino.

Un tripudio di mani gli picchiarono la schiena per complimentarsi, ma lui non reagì.

“Ci siamo!” urlò una voce lontana. Apparteneva ad una delle cuoche e tutti urlarono di gioia, troppo affamati per pensare ad altro.

La carne venne portata al falò e venne distribuita. Tutti sgranocchiavano la loro razione fino alle ossa, ma Jungkook aveva perso l’appetito. Cercava lo sguardo di Charlotte aldilà del fuoco.

THE SLEEPLESS KING (Libro 1) (BTS FanFiction - Taekook)Where stories live. Discover now