Capitolo 2 ~ Speciale

246 12 94
                                    

«Chowako... CHOWAKO! Si sta svegliando, signorina Ogawa! Si sta svegliando!»

«Davvero? Oh, sono così felice! Si, okay Yuko, ma non soffocarla!»

La vicedirettrice Ogawa si avvicinò a me lentamente.

«Hitomi, va tutto bene? Come va?» Mi chiese la signorina Ogawa dolcemente.

Annuii lentamente, come per dire "Sono viva, non sto bene, ma sono viva" perchè, in quel momento, ero stupita anche di quello.

«Purtroppo sei molto malata, per fortuna Yuko ti ha trovata subito, altrimenti non saremmo mai riusciti ad estrarre abbastanza veleno per evitare il suo effetto, qualunque esso sia!» Continuò lei felice per poi darmi un bacio sulla fronte. «Ti riprenderai presto, vedrai!»

E aveva ragione.
Mi ripresi dopo circa una settimana e nel frattempo la direttrice era tornata e punì i bulli che avevano tentato di aggredirci.

Io ero guarita, sì, ma sentivo che qualcosa dentro di me era cambiato.
Se in meglio o in peggio ora non saprei dirlo.
Ma più passavano i giorni e più mi accorgevo cosa di me era cambiato e iniziai a vedere quel morso come una manna dal cielo.

··•·•☯•·•··

Stavo tranquillamente camminando per il giardino dell'orfanotrofio mentre raccoglievo dei profumati fiori.

«Vi regalerò ai miei futuri mamma e papà!» Continuai a raccogliere le mie vaste varietà di fiori per aggiungerli al mazzo che mi si stava creando in mano.

«Guardate che carino! Ho chiesto alla signorina Nakamura se potevo tenerlo e lei ha detto di sì!» Esclamò una bambina con una piccola palla di pelo nera e bianca un mano, mentre era circondata da altri suoi coetanei che guardavano l'animaletto.

«Sei il coniglietto più carino del mondo... Ti chiamerò Daiki!»

Corsi verso il gruppo di bambini per poter vedere quella creaturina tanto adorata.

«Lo posso accarezzare anche io?» Chiesi dolcemente alla padrona.

«No! Tu no!» Mi rispose secca la bambina. «Tu sei la strega stramba! Non ti permetterò di far del male al piccolo Daiki!»

In quell'attimo il mio cuore iniziò a spezzarsi.

«Io... Io... Io non sono una strega! Chi è che lo dice?» Chiesi con occhi lucidi.

«Tutti! Perché è quello che sei, Hitonta Sfigyako! Lo sanno tutti che sei sopravvissuta ad un morso di un serpente velenoso! E poi fai anche altre cose da strega stramba!» Ribattè feroce un bimbo poco più grande di me.

«Ah, si? Quando!» Risposi io mettendomi a braccia incrociate con un ghigno.

Non avevo mai avuto il coraggio di usare quel tono prima di allora, quel morso stava facendo risaltare ciò che non avevo mai avuto il coraggio di essere.

«Quando per esempio canticchi quella filastrocca su Ninjago!» Disse la bambina con il coniglietto in braccio.

«È vero solo tu la canti in ripetizione!» Ridacchiò un'altro.

«Infatti, poi ragioni pure sul significato! Come se avesse senso! Solo i pazzi fanno così!» Disse ancora quel bambino.

«Quando dico Hitonta voi dite Sfigyako, pronti? Hitonta...»

«SFIGYAKO!» Risposero in coro.

«Hitonta...»

«SFIGYAKO!»

A quel punto scoppiai.
Strinsi i pugni talmente forte che i fiori che avevo in mano rimasero schiacciati perdendo i loro petali e la loro vita.
Inarcai le sopracciglia e sulle mie labbra comparve un sadico, disumano, sorriso malvagio.
E poi...
BUM!

𝐍𝐢𝐧𝐣𝐚𝐠𝐨 ☯𝐄𝐪𝐮𝐢𝐥𝐢𝐛𝐫𝐢𝐮𝐦☯  ~ 𝐀𝐧𝐢𝐦𝐚 𝐭𝐫𝐨𝐩𝐩𝐨 𝐧𝐞𝐫𝐚Where stories live. Discover now