1. best friends

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Ti svegli di soprassalto a causa della suoneria irritante del tuo telefono che rimbomba nelle tue orecchie con incessante fastidio.
Ancora assonnata, ti volti verso il cellulare appoggiato sul comodino, intento a squillare con costanza.

Nascondi il viso nel cuscino, tentando di coprirti le orecchie, iniziando a maledire te stessa per aver impostato una suoneria tanto fastidiosa.
Dopo qualche secondo di riflessione, allunghi il braccio verso il comodino e afferri il cellulare che porti davanti al viso.

Ti stropicci gli occhi assonnati e leggi il nome del mittente della chiamata.
Dopo aver appurato che il motivo del tuo risveglio aggressivo é la tua migliore amica, premi con il pollice addormentato il pulsante verde, impostando la modalità vivavoce per pura pigrizia.

-Y/n!- grida all'istante una voce dall'altra parte del cellulare.
-che cavolo, stavo dormendo!- la rimproveri -sono solo le sette e venti, spero per te che sia importante- continui coprendoti gli occhi con il braccio.
-come pensavo- sospira la ragazza al cellulare -scema, ti ricordo che oggi é lunedì- continua.
-e quindi?- domandi divertita, tirando subito dopo un lungo sbadiglio incontrollato.

Dall'altra parte del cellulare non arriva risposta, ma questo silenzio ti porta a riflettere con un briciolo di lucidità.
Solo ora ti rendi conto della situazione in cui ti ritrovi: come sempre, sei in maestoso ritardo.

-oh cazzo é lunedì!- imprechi a gran voce, alzandoti di scatto sul materasso.
Cerchi di spostare i piedi per scendere dal letto, ma per la fretta ti ingrovigli con le lenzuola, cadendo inevitabilmente per terra.
Un grande tonfo rimbomba per tutta la camera e rimani inerme per terra per qualche secondo, per poi rialzarti dolorante.
Nonostante ciò, riprendi la tua corsa contro il tempo, gettandoti all'armadio, estraendo da esso le prime due cose che ti capitano fra le mani.

-sei la solita- ti rimprovera la tua amica dal cellulare abbandonato sul pavimento -ti aspetto sotto casa mia fra venti minuti. Vedi di essere lì per quell'ora- ti avverte.
-sí mamma- ridi mentre tenti di infilarti in un paio di pantaloni.
-che simpaticona che sei- dice ironicamente la ragazza in risposta -non dovresti prendermi in giro dal momento che quella che ha fatto la cazzata, per l'ennesima volta, sei tu e non io-
-dai non ti arrabbiare- dici con tono divertito, una volta infilatati una maglietta.
-ho perso le speranze con te- sospira amareggiata la ragazza -a dopo- dice per poi terminare la chiamata.

Sospiri sonoramente, per poi schizzare fuori dalla tua stanza, raccogliendo lo zaino.
Come sempre, il tuo appartamento è completamente deserto.
Ti infili in cucina, metti qualcosa sotto i denti e scappi di casa.

Era ormai passato qualche tempo da quando avevi preso la dura decisione di vivere da sola.
Fino a prima abitavi legalmente con la famiglia di Kyungmi, ma avevi pensato che sarebbe stato meglio iniziare a costruire la tua autonomia, allentando così il peso che i genitori di Kyungmi devono portare nel mantenere la famiglia.
Avevi iniziato a lavorare e riuscivi a pagarti, anche se con qualche fatica, l'affitto di un appartamentino nel quartiere della tua migliore amica.
Inoltre, siete sempre riuscite a trovare istituti vicini alle vostre case, così da poterli raggiungere con qualche minuto di camminata, senza necessità di prendere mezzi.

Corri a lungo e, con un colpo di reni finale, raggiungi casa della tua amica. Trovi appunto quest'ultima ad aspettarti china sul suo cellulare.
Quando ti nota affannarti davanti a lei a causa del fiatone, ripone in tasca il telefono e ti guarda severa con le braccia incrociate.

-alla buon'ora- brontola.
-ho fatto il più velocemente possibile, scusami- ansimi mettendoti dritta, tenendoti il petto pulsante con la mano.
-va beh non importa ora però andiamo che se no facciamo tardi- sbuffa la mora, iniziando a camminare verso la solita strada.

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