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La villa è bruciata per metà. La zona della sala da pranzo, la cucina e la sala da ballo è completamente fuori uso, tra la cenere ed i soffitti crollati, da ciò che mi riferisce Evan. È tutto quello che dice, poi si rinchiude in un silenzio ostinato mentre mi porta in camera, tenendomi tra le braccia. Spalanca la porta con un gesto secco e mi adagia sul letto, poi fa per andarsene, senza guardarmi mininamente.

- Evan - lo chiamo, e lui si ferma. Non si volta.

- Cosa succede?

Rimane in silenzio così a lungo che temo non risponda più.

- Ermine avrà la punizione che merita - sussurra soltanto.

- Ciò che ha detto Amelia...

- Non voglio parlarne. Ora dormi, hai bisogno di riposo.

- Evan...

- No - ringhia, poi apre la porta della stanza e se la rinchiude alle spalle.
Non posso sopportare di restare chiusa in questa gabbia dorata ancora. Ho bisogno di sapere, di capire ciò che sta davvero accadendo. Inzio a camminare avanti e indietro per la stanza, percorrendo la breve distanza dal letto al camino con frustrazione.
Ermine avrà la punizione che merita.
Rabbrividisco ricordando le parole di Evan che, glaciali, mi rimbombano in testa. La torturerà? La ucciderà direttamente, senza perdere tempo? E cosa ne sarà di Amelia?
Passano minuti interminabili in cui il silenzio regna sovrano, interrotto solo dal rimbombo dei battiti frenetici del mio cuore, poi un ringhio, forte, seguito da un urlo così straziante da farmi rizzare i peli sulle braccia.
Era Ermine, senza dubbio.
Non posso resistere qui dentro ancora per molto.
Apro la porta della stanza con decisione e vengo subito accolta da un buio innaturale e odore di cenere e legna bruciata. Le grida di Ermine sono più deboli adesso, ma riesco comunque a capire da dove provengono: la sala da ballo.
La raggiungo di corsa, sollevandomi il vestito, sporco e lacero, preparandomi mentalmente a ciò a cui sto andando incontro, alla scena che mi troverò davanti una volta varcata questa soglia.
La sala da ballo non esiste più.
Le pareti sono completamente bruciate, annerite, ed i bei dipinti e quadri che le ornavano persi per sempre.
Qualcosa richiama la mia attenzione sul pavimento sporco, a pochi passi da me. Mi avvicino, incuriosita, cercando di capire di cosa si tratti. Nonostante la mia preparazione psicologica, non riesco a trattenere il conato che mi risale in gola e mi scuote violentemente le spalle, così vomito sul pavimento, accanto a quella che è certamente la mano di Ermine.

- Eleanor.

- Che cosa hai fatto? - chiedo a fatica, la bocca impastata.

- Ti avevo detto di rimanere in camera - il tono di Evan è perentorio, ma è visibilmente provato anche lui. I capelli in disordine, i vestiti sgualciti.

- Ermine ha avuto quello che meritava da tempo.

Evan si scosta di lato, scoprendomi la visuale del cadavere della cameriera, steso sul pianoforte, senza arti e senza testa. Il solo busto, completamente insanguinato.
Rabbrividisco, trattenendo un altro conato.

- Ti suggerirei di tornare in camera, a meno che tu non voglia giocare alla caccia al tesoro con le parti del corpo di Ermine in questa stanza.

- Ora che Ermine è morta, che succederà?

Evan sospira, si passa una mano tra i capelli.

- Amelia la seguirà a breve - ringhia, riacquistando vigore. Gli occhi due braci ardenti.

- Fortuna che Jamie se ne sia andato prima di tutto questo - sospiro, sollevata al solo pensiero di lui ormai lontano, al sicuro. Forse sarà riuscito a tornare a Londra dalla sua famiglia ed ora la sua esperienza qui sarà per lui solo un brutto incubo, persino il mio viso, il ricordo di me.
Evan non controbatte, ma c'è qualcosa di sbagliato in tutto questo. Una sensazione che voglio soffocare inizia ad insinuare nella mia testa un pensiero terrificante, abominevole.

- Evan, - dico, la voce tremante,
- Jaime è al sicuro, vero? Lo hai lasciato andare?

Evan continua a rimanere in silenzio, non mi guarda.

- Evan! - le lacrime già mi rigano le guance.
Non è possibile, non è vero. Evan non gli avrebbe mai fatto del male, quando era sul punto di lasciarlo andare. È un uomo di parola.
Ma allora perché mi ha fatto uscire dalla stanza per rimanere solo con lui? Un attimo prima che io venissi portata nel labirinto con l'inganno da Ermine, prima che succedesse tutto questo, cosa è accaduto invece tra Evan e Jamie? Hanno discusso? Evan ha perso le staffe e...
I dubbi e le domande iniziano a turbinarmi in testa, confondendomi. Non voglio dubitare di Evan, né perdere la fiducia in lui e nella sua parola come uomo d'onore, ma...
Evan parla finalmente, la sua voce forte e chiara che mette a tacere la confusione nella mia testa per un attimo, confermando ogni dubbio e rigettandomi nella confusa oscurità:

- Jamie è morto.

Bleeding RosesWhere stories live. Discover now