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Tossisco per l'ennesima volta quando finalmente usciamo dall'angusto passaggio segreto in fiamme. Strizzo gli occhi e sbatto le palpebre ripetutamente per abituarli nuovamente alla luce, poi cerco di orientarmi osservando il paesaggio circostante.

- Evan non avrebbe mai ordinato di portarmi qui - dico prendendo consapevolezza di ciò che sta accadendo. Ci troviamo esattamente nel cuore del labirinto, ai piedi della fontana, la quale ora ha inaspettatamente perso le mie sembianze, lasciando Evan al fianco di una donna apparentemente sconosciuta e senza nome.

- Siete perspicace, Miss Donato, ma non abbastanza - ribatte Ermine, ed un suo movimento repentino della mano mi fa scorgere un preoccupante luccichio. Nonostante io indietreggi, la ragazza è più veloce e mi afferra il polso destro, stringendo la presa talmente forte da farmi male.

- Lasciami immediatamente, Ermine - ordino, tentando di mantenere un tono distaccato ed allo stesso tempo efficacemente tagliente. Le mie parole non sembrano ottenere l'effetto desiderato.

- È per il bene del signor Woods. Del mio signore.

Estrae un pugnale affilato da sotto la veste e me lo punta alla gola.

- Fate tutto ciò che vi ordino senza obiettare. Non siete solita a comportarvi in questo modo ma dovete imparare a mettere a tacere la vostra impertinenza.

Lo sgomento sul mio volto è così grande da non permettermi di replicare come avrei desiderato.

- Dovete andare incontro al vostro destino, Miss Donato. Camminate.

Mi impongo di non muovermi ed avverto il freddo della lama del pugnale pungermi la carne.
Qualcosa di caldo mi scivola lungo il collo macchiandomi l'abito chiaro.

- Forza! - esclama Ermine dandomi una spinta che mi fa spostare in avanti, costringendomi ad avanzare.

- Nella fontana.

- Come?

- Entrate dentro - ribadisce lei impaziente.

Mi vedo obbligata ad entrare nella fontana circolare, l'acqua tiepida che mi arriva ai polpacci.

Ermine si avvicina all'immensa siepe che circonda la fontana, iniziando a toccare ed esaminare ogni singola rosa presente in essa.
La brezza leggera che fino ad ora mi ha carezzato diventa improvvisamente un vento tumultuoso accompagnato da un ululare simile ad un lamento straziante.
- Nessuna di esse è bagnata...uscite dall'acqua, Miss Donato! - urla Ermine con urgenza.
Mi afferra per i capelli e mi trascina fino alla siepe.

- Qual è la vostra?

- Non capisco...- gemo, quando stringe la presa sulla mia testa.

- La vostra rosa maledetta! - esclama, poi sospira profondamente.
- Suppongo che lo scoprirò per conto mio.

Detto ciò, con un brusco movimento mi apre una profonda ferita su un fianco, da cui il sangue inizia a fuoriuscire copiosamente.
Emetto un lamento simile ad un grido straziante e mi accascio al suolo, boccheggiando.
Ermine si avvicina maggiormente alla siepe, assottiglia gli occhi.

- Cosa...stai...facendo? - rantolo.

- Siete ferita, la vostra rosa dovrebbe sanguinare come voi, ma il signor Woods l'ha nascosta. Deve essere stato così - ribatte in fretta.

- Eleanor!
Un grido in lontananza.

- Evan...- bisbiglio.

Ermine nasconde il pugnale insanguinato sotto l'abito e corre da me, inginocchiandosi al mio fianco.

- Miss Donato, riuscite a sentirmi? Non preoccupatevi, andrà tutto bene, il signor Woods sta arrivando.

Non ho le forze per mostrarle il mio disgusto per la sua recita improvvisata.
Dei passi frettolosi annunciano l'arrivo di Evan, che, affannato, fa per raggiungermi non appena mi vede in queste condizioni, ma è inizialmente fermato dall'intervento di Ermine:

Bleeding RosesWhere stories live. Discover now