Infiltrata nei ricordi. (INM3)

Capitolo cinquantatre.

Oggi, 16 Dicembre, il gruppo Telegram di Infiltrata nel Male ha ufficialmente compiuto un anno.
Dedico questo capitolo decisivo a loro, che tra risate e scherzi mi hanno fatta sia arrabbiare, che gioire.
Dedico questo capitolo a loro, che grazie al mio gruppo hanno conosciuto persone speciali.
Dedico questo capitolo a loro, che sono stronze, ma estremamente simpatiche.
Ma sopratutto, dedico loro questo capitolo perché sono estremamente fiera delle mie ragazze e che non avrei potuto chiedere persone migliori, vi voglio bene❤️
Auguri a noi✨

Vi lascio al capitolo e... Mi raccomando: commentate!✨

La Corona di Venere pesa sul mio capo come un macigno, ma al contempo è come se fosse la batteria che mi mancava per dar vita ad una carica mai avuta.
Apro gli occhi che avevo chiuso e mi ritrovo nel Coro dei Serafini. Noto come tutto ai miei occhi sia più chiaro, più limpido e nitido. Il bianco e l'azzurro hanno un impatto devastante sulla mia vista, sono molto più accentuati e cristallini, mentre se assottiglio lo sguardo sono capace di vedere anche i chicchi di polvere nell'aria, seguendoli nel minimo dettaglio, uno alla volta.
I sensi sono talmente alti che nel mio cuore posso sentire le urla di miliardi di umani che a poco a poco stanno per morire, sotto effetto delle catastrofi che Demangelus sta portando nella terra.
Il Limbo, dove le anime vagano alla ricerca della loro meta, è colmo di entità che si domandano cosa stia succedendo: tutto ciò posso sentirlo nelle orecchie ed osservarlo chiudendo gli occhi.
Il tutto è talmente nuovo che a malapena mi concentro, è una forte luce sotto di me, accompagnata da un grande tuono, che mi riporta alla mia missione.

Demangelus.

Mi lascio cadere, senza che le ali si aprano e senza che io plani. Mi faccio portare giù dalla gravità che mi fa scendere per i vari cori ad una grossa velocità, la Corona di Venere non si muove di un millimetro, essa sembra essere fatta appositamente per me, solo per me.

Un così grande potere... Fatto solo per me.

Oltrepasso la soglia della Volta Celeste, trovandomi sulla terra. Sotto ai miei occhi una nuova battaglia si sta annunciando. Demangelus, più rabbioso che mai, sta sterminando Demoni su Demoni, Angeli su Angeli, in una furia incontrastata.

-DOV'È LEI?!- Tuona. Tra le mani ha quella che era la mia spada, donata da Michael, al collo la collana di Emachiele.
Dalla spada fuoriesce un grandissimo fascio di luce, che colpisce schiere di soldati che muoiono inermi, impotenti davanti a tutto ciò.

Con i miei sensi alterati controllo per terra. Mi balza subito all'occhio i cadaveri di molti soldati, tra gli alberi mia madre e Felixa con i rispettivi cadaveri dei mariti in braccio. Sdraiate per terra piangono e li guardano, come per proteggere la loro integrità.
Dephana è con loro, assieme a mio fratello, Reox e Valila.

Belzebú?! Dove si trova?

Apro finalmente le ali. Non mi ero neanche resa conto che ho fatto tutta questa moltitudine di pensieri in pochissimi secondi.

-Tu...- Demangelus è di spalle, non mi vede. Da lontano prende Belzebú e lo poggia con la schiena al suo petto. Gli si avvicina con la bocca nell'orecchio e anche se sono molto lontani riesco a sentire. -L'ultima volta che ho ucciso un Consigliere lei si è precipitata. Bene... Sei ufficialmente la mia nuova esca!- Ride diabolico. -Hai delle ultime parole?!- Rende la sua voce profonda, quasi magnetica, mentre gli punta la spada di Michael sulla gola.

Ancora quel giochetto.

-Impara a guardarti le spalle, razza di abominio!- Ringhia.

Mai parole furono più giuste.
Con la forza che mi dona la Corona, faccio sii che Belzebú sfugga dalle braccia di Demangelus, che, rimasto di sasso, si volta di scatto verso di me.
Mi osserva in un modo che non posso decifrare, punta subito gli occhi sul mio capo, poi dopo sui miei occhi.
Vedo colorarsi sul suo viso la piena consapevolezza di quello che sta succedendo, il terrore nei suoi occhi è palpabile di fronte a quella che sarà la sua rovina.