Capitolo quarantasei.

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Buona lettura

Col cielo ancora macchiato di un rosso pulsante, gli occhi di Demangelus scorrono per il mio corpo ignobili. Sul volto aleggia un ghigno, contornato da carnose labbra, insolitamente uguali a quelle di Lucifero.
I capelli neri vengono scompigliati dalla brezza che si è appena creata e le pupille, l'una diversa dall'altra, trasmettono sadismo e voglia di distruzione.

-Io mi coprirei.- Commento, facendo un cenno col capo verso la sua intimità.

Non so' quanto io abbia faticato per non dire l'ultima frase senza tremare minimante, ma ce l'ho fatta.

L'ibrido scoppia a ridere di gusto. Spiega le sue ali, quelle stranissime e conflittuali ali. Da un lato piumata, candida e pura, dall'altro un ala simile a quella di un pipistrello, danneggiata su vari punti.
Tira una piuma e appena tocca la sua mano essa diventa nera, la poggia sul suo basso ventre e ad un certo punto cresce su di lui una tunica nera, simile a quelle degli antichi greci.

Rimango stupefatta da quel giochetto, ha letteralmente creato qualcosa con l'ausilio di un altro oggetto.

Incredibile.

-Va meglio?- Sento sussurrare al mio orecchio. Quella voce così affilata e roca.
Balzo dalla paura e scendo subito in picchiata verso il terreno, dove pochi instanti prima c'era lui. -Ohn... Povera piccola. Ti ho spaventata? Non volevo...- Sorride in modo maligno.

Butto un occhio sui Consiglieri, mio padre stringe un pugno, serrando la mascella, Belzebú gli tocca l'addome e fa cenno di no col capo, incitandolo a stare a proprio posto.

-Hai una simpatia unica, fattelo dire.- Mi alzo da terra.

Sorride. -Oh grazie. Me la invidiano così tanto che sono stato rinchiuso per millenni.- Ringhia l'ultima frase, stringendo i denti. La terra vacilla di poco.

L'agitazione mi sta mangiando, ma devo prendere più tempo possibile.

-Vorrei vedere te al nostro posto.- Alzo gli occhi verso il cielo.

Più o meno ho capito il carattere di questo essere, ma ciò non toglie che potrebbe perdere la pazienza da un momento all'altro e iniziare ad attaccare.

-Oh... Mia cara, carino da parte tua cercare di scovare anche un briciolo di umanità in me, ma vedi... Non ho assolutamente niente che mi renda umano.- Sogghigna, perdendo quota ed avvicinandosi a me.

-Ci ho provato.- Lo guardo in modo freddo, aumentando la presa verso la spada.

Ignora quello che ho detto e una volta che tocca i piedi nudi al suolo prende una boccata profonda d'aria. Gli occhi che aveva chiuso nell'atto li riapre come se fossero infuocati, ad un tratto inizia a guardarsi attorno, quasi irrequieto.

-Dov'è?- Sbotta, guardando verso il lato dove ci sono le armate Inferiche. -Lui... Dov'è?!- Alza la voce, facendo tremare nuovamente la terra.

Colpo al cuore. -Ehm... Chi?- Balbetto leggermente.

Lui in uno scatto si volta verso la mia direzione, mi afferra il collo con forza e mi alza verso l'alto. La paura che mi trasmettono quegli occhi così diversi, da una parte luce, come se quasi fosse illuminato, di un azzurro talmente candido che l'esistenza stessa deve ancora inventare tale purezza, mentre dall'altra ecco oscurità, tutto l'occhio è nero, come quando noi Demoni assumiamo la forma completa.

Infiltrata nei ricordi. (INM3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora