Capitolo trentotto.

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Quando apro gli occhi sento una sensazione strana.
L'Inferno ha ceduto per un attimo, è successo qualcosa che lo ha quasi danneggiato, qualcosa che però non capisco.
Già, ce ne sono tante di cose che non comprendo e anche se da un lato provo una certa indifferenza, dall'altra sono furioso perché non lo sopporto.

Questo fuoco che brucia dentro di me non mi appartiene, per niente, non fa' parte di me, io stesso non faccio parte di me.

E se penso a quegli occhi fatti di ghiaccio puro, dei brividi si fanno strada fin dentro le ossa. Come può un essere avere degli occhi così chiari?! Come può avere un distacco netto tra pupilla ed iride, facendola sembrare sempre così piccola, tranne quando guarda me.

Eppure non sono io colui che lei ama, non sono io colui per il quale sta combattendo con corpo ed anima, si vede dai suoi occhi.

Per quanto la cosa non mi interessi, allo stesso tempo mi fa' impazzire.

Ad un tratto sento un altro colpo, più potente, qualcosa che sembra aver scombussolato qualche ingranaggio.
Il problema è che se continua così finirò per rompere i sigilli e non vorrei causare problemi futili che farebbero solo perdere tempo a tutti.

-Lo hai sentito anche tu?- Una guardia appostata fuori dalla mia stanza parla col suo collega.

-Si... È strano, non mi piace affatto. Che sia... Successo qualcosa alla Regina?- Sussurra l'altro, non capendo che posso sentirlo perfettamente.

-È probabile... Questo cedimento accade quando succede qualcosa alle Colonne Portanti degli Inferi.- Sento bussare forte. -Mio Re, va tutto bene?-

Osservo la porta, scettico. Che possa essere successo qualcosa di grave a Lucia?

Mi alzo di soppiatto, stando attento a non far sentire alcun rumore. Quando mi son posizionato davanti alla porta, aspetto.

-Mio signore!- L'altra guardia bussa ancora più forte.

Un ghigno mi pervade.

Dopo pochi secondi vedo la porta spalancarsi e i Demoni fiondarsi nella stanza, entrambi con il respiro affannato, forse dettato dall'ansia.

-Ma dove...-

-Scusate... Non avevo intenzioni di farvi preoccupare, ma la curiosità di vedere cosa sta accadendo alla mia Regina è troppa. Spero possiate perdonarmi.- Faccio un leggero inchino teatrale e chiudo la porta a chiave, facendoli rimanere sigillati dentro.

Nemmeno ascolto i loro insulsi lamenti, non ne presto nemmeno la minima attenzione. Più che altro dove potrei trovare Lucia? Se si fosse sentita male in un posto strano del Castello non saprei arrivarci.

Cammino, passando per questo grande e immenso corridoio. Mi stupisco di come sia bello e perfettamente adatto ai miei gusti, il pavimento è fatto da quello che sembra marmo, nero e rosso, due colori che lo rendono stranamente mistico.
Per non parlare delle pareti, ornate da affreschi e alte in un modo vergognoso.

Quando arrivo alla fine del corridoio noto una testa bionda camminare, diretto non so' dove.

-Michael.- Lo chiamo, vedendo come rabbrividisce nel vedermi.

-Lu... Lucifero, cosa ci fai fuori dalla tua stanza?!- Domanda frettoloso, assumendo una posizione come se per pararsi.

-Mi stavo annoiando.- Rimango distaccato, evitando la verità.
Non mi piace affatto mettermi tanto in mostra, non ne trovo la dovuta utilità.

Ad un tratto sentiamo delle urla strazianti, come se fossero degli insulti o urla di aiuto.
Io e Michael ci scambiamo uno sguardo, accompagnato da una connessione che dubitavo di poter provare. -Proviene da l'ufficio di Lucia.- Il biondo mi guarda serio.

Infiltrata nei ricordi. (INM3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora