Capitolo 6: Colpo di Fulmine

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Durante una passeggiata nei boschi, Lily si trovò costretta a rifugiarsi sotti i rami di una quercia, tanto forte era la tempesta. Con un rito avrebbe potuto tornare a casa ma lei amava la pioggia. Le ricordava lui. Lily si lisciò il folto manto scuro, abbandonandosi ai ricordi...

A soli quindici anni si era ritrovata sola al mondo, costretta a vivere in un collegio. I suoi genitori si erano fatti promettere che avrebbe vissuto la sua vita, ma non era stato facile. Qualcosa dentro di lei si era spezzato

Dopo aver trascorso un anno in quel posto, era giunto il suo compleanno, il 31 Ottobre, e lei si era ritrovata a odiare quel giorno, perché non vi erano le uniche persone che avrebbe voluto accanto.

In preda a una sorta di furia, aveva cercato di fuggire e così era finita con la coda fra le fauci di una zucca tritarifiuti. Ogni giardino ne aveva una, ma quella psicopatica ingurgitava qualsiasi cosa.

Imprecando, Lily aveva cercato di liberarsi e l'arrivo della pioggia aveva solo peggiorato il suo umore. Stanca, infreddolita, le aveva dato un morso ma la libertà le era costata cara perché, per dispetto, quella creatura le aveva sputato addosso una coltre di cenere che la pioggia aveva reso ancor più densa nel giro di un secondo!

Aveva sentito qualcuno tossire ma tutto ciò che era riuscita a vedere, erano stati due magnetici occhi verdi che, per un istante, avevano brillato.

Qualcosa d'indefinibile era sbocciato dentro di lei.

«Oh Lily, ti ho cercata ovunque!» aveva mormorato una voce maschile che purtroppo non aveva riconosciuto. La sua figura, nella nebbia che Lily aveva cercato di dissolvere senza successo con un rito, era alta e snella.

«Non importa.» l'aveva rassicurata lui. «Non puoi ricordarti di me perché non ci siamo mai presentati... mi mancano le tue risate» aveva terminato con una punta di timidezza.

Quella delicatezza le aveva scosso l'anima.

«Lily, per favore, potresti tornare umana per un istante?»

Dopo la morte dei suoi genitori si era rifiutata di farlo, non importava chi fosse a chiederglielo. Eppure, si era ritrovata a trasformarsi, per la prima volta dopo tanto tempo, sopraffatta dalla dolcezza del suo sguardo. Era stato naturale, come se si conoscessero da sempre.

Un'aura di magia aveva avvolto la figura di quel ragazzo, consentendole intravedere un volto dai lineamenti dolci e, fra le sue mani, era comparsa una sfera di candida luce che racchiudeva una rosa dai petali blu con i contorni neri.

Le era sfuggito un singhiozzo. Sua madre aveva amato quel fiore perché le ricordava lei e suo padre. Aveva cercato di portarlo via con sé, ma glielo avevano impedito.

«Pensavo di averlo perduto!»

Vittima di un incanto, la rosa si era trasformata in un tatuaggio che si era ritrovata all'interno del polso sinistro.

«Ora sarà sempre con te!»

«Grazie...» la voce le si era spezzata.

«Ora devo andare ma un giorno ci rivedremo, Lily!»

Non lo aveva più visto ma non aveva alcun dubbio che sarebbe accaduto.

Lily The Magic CatDove le storie prendono vita. Scoprilo ora