Capitolo 4: Mai dire mai...

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Lily si avvicinò al lago e si accucciò sulla riva. Con la zampetta sfiorò la superfice dell'acqua e scivolò nel limbo dei ricordi.


Elise amava essere adorata come una dea

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Elise amava essere adorata come una dea. Far parte di una specie che poteva assumere sia sembianze feline che umane l'aveva resa più consapevole della sua femminilità. Si era sempre mossa lungo i corridoi dell'università come una regina, i lunghi capelli biondi ad avvolgerle le spalle come un manto, i bei occhi verdi che concedevano uno sguardo, un sorriso. Crescere con due genitori in costante lotta l'aveva convinta che l'amore fosse solo una vile menzogna.

Infine era giunto lui a distruggere le sue certezze. Lo aveva notato per caso e si era sentita trafiggere da un fulmine. Alto, scuro, con due magnetici occhi blu, dall'aria così esotica!

Ajit veniva dalla selvaggia terra di Tyren, ma in lui vi era una nobiltà che la sua natura silenziosa rendeva disarmante... e distante. Elise sembrava non esistere per lui.

Una sera, finite le lezioni, Elise aveva percepito una melodia di piano così dolce e irresistibile da spingerla a cercarne la fonte.

Aveva trovato lui, Ajit, le mani che danzavano sulla tastiera e il suo volto, di solito inaccessibile, le era sembrato perso in un mondo in cui le note prendevano vita, danzando nell'aria della sala, simili a stelle luminose.

Ogni notte, di nascosto, aveva continuato a osservarlo, perdendosi in un sogno che la malattia aveva distrutto.

Le restavano pochi mesi di vita.

Elise aveva compreso di amarlo quando ormai era troppo tardi.

Un'ultima notte, si era detta. Nel vederlo, si era portata una mano alla bocca e aveva trattenuto un grido disperato. Quale senso avrebbe avuto dichiarargli i suoi sentimenti?

Sul punto di andarsene, un caldo abbraccio glielo aveva impedito.

«Ho suonato per te, per tutto questo tempo» le sussurrò Ajit. «Vi era così tanta tristezza nei tuoi occhi che non sapevo come lenire quella sofferenza.»

Elise si era ritrovata a tremare.

Ajit aveva guardato oltre le apparenze, salvandola da se stessa.

Si era voltata, stringendosi a lui, vinta da una disperazione che la sua tenerezza aveva reso più dolorosa.

«Ti amo, ma sto morendo!»

Lui aveva scosso il capo, posando le labbra sulle sue con una dolcezza che Elise non aveva mai conosciuto.

Intorno alle loro mani giunte, era apparso un filo luminoso color rubino che l'aveva fatta sobbalzare. Il filo del destino, un incanto che lei conosceva. Ajit le aveva donato parte della sua vita, legandosi alla sua sorte.

«Non importa quanti anni ci saranno concessi, voglio viverli con te e nessun altro.» le aveva detto.


Durante la notte degli spiriti, scendeva una nebbia sottile sull'acqua che rendeva il lago inaccessibile ai mortali e, al tempo stesso, consentiva alle creature magiche di vedere gli spiriti dei propri cari

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Durante la notte degli spiriti, scendeva una nebbia sottile sull'acqua che rendeva il lago inaccessibile ai mortali e, al tempo stesso, consentiva alle creature magiche di vedere gli spiriti dei propri cari. Fra di loro c'erano anche i genitori di Lily, che stavano ballando con gli occhi persi l'uno nell'altro. Erano morti quando lei aveva solo quindici anni.

Lily non piangeva mai... tranne che in quella notte.

Lily The Magic CatDove le storie prendono vita. Scoprilo ora