~ Capitolo 8 ~

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Mi sistemo la maglia verde scuro assicurandomi che sia infilata bene nei jeans neri a vita alta. Mi specchio nella vetrina della galleria e penso di aver scelto l'abbigliamento sbagliato. Non sono comoda e non mi stanno nemmeno bene questi abiti. Perché ho voluto sperimentare proprio questa sera? Non so nemmeno dove voglia portarmi Claude a cena.

Prendo un respiro profondo cercando di calmarmi, ma quando sento una mano sul mio braccio ci manca poco che mi metta a urlare.

«Ciao.» dice Claude incerto.

Sorrido sperando che la serata migliori e tutto questo nervosismo svanisca. Perché ho accettato? Sono uscita completamente di testa? Claude si farà strane idee e dovrò spezzare tutto l'entusiasmo che leggo nei suoi begli occhi verdi. Questa volta devo essere chiara, non posso continuare così perchè Claude deve usare le sue energie per un'altra ragazza e non me.

Si è vestito bene, con eleganti pantaloni scuri e una camicia chiara a cui ha tirato le maniche fino ai gomiti mostrando le braccia e il suo tribale sull'avambraccio destro.

«Pronta per cenare?» chiede allungando un piccolo mazzo di margherite verso di me.

Sorrido prendendo il mazzo nelle mani in modo tale da averle occupate. «Grazie. Dove mi porti di bello?»

«Lo scoprirai.» dice porgendomi il braccio che accetto, anche se vorrei evitare.

Camminiamo in silenzio e non so dire chi sia più nervoso dei due. Claude sembra tenerci davvero tanto a questa uscita, invece io non vedo l'ora che finisca. Vorrei tornare nel mio piccolo appartamento e stare nella pace delle mia solitudine a guardare qualche film.

Oggi i ricordi sono stati difficili da cacciare via e non riesco a farli andare via completamente. L'immagine della cintura e il suo suono che fende l'aria mi fa venire i brividi, tanto da farli notare a Claude che mi mette un braccio intorno alle spalle per scaldarmi e io mi sento ancora peggio.

Sono un pezzo di ghiaccio e penso a come allontanarmi senza sembrare una pazza completa, ma la mia testa non riesce a ragionare correttamente. Voglio solo spostarmi e allontanarmi dal suo calore, voglio che levi il suo braccio e non mi tocchi più.

«Arrivati.» dice allontanandosi di un passo.

Tiro un sospiro di sollievo e sorrido nel vedere che mi ha portato nel posto in cui lavora.

Salutiamo il ragazzo che ci accompagna al nostro tavolo e Claude, da perfetto gentiluomo mi sposta anche la sedia per farmi sedere. Apprezzo il gesto, ma quando mi sfiora il braccio mi irrigidisco nuovamente.

Perché non riesce a tenere le mani ferme? Spero che non continui tutta sera perché altrimenti darò di matto. Cavolo, perderò un amico. Non dovevo accettare questa uscita, ho sbagliato. Che stupida che sono!

«Sono felice che hai accettato.» dice sedendosi di fronte a me sorridendo.

Annuisco e dopo aver appoggiato il mazzo di fiori sul bordo del tavolo prendo in mano il menù per non guardarlo negli occhi.

Forse potrei chiamare Arielle e dirle di raggiungermi e salvarmi da questa situazione. Non è male come idea, ma poi dovrei spiegarle perché ho avuto bisogno del suo aiuto dopo nemmeno venti minuti dall'inizio di questo appuntamento.

Appuntamento. Cavolo, non avrei proprio dovuto accettare. Sarebbe stato meglio un caffè veloce, o una colazione, ma non la cena. La cena é molto più formale, più decisiva e al pensiero che anche domani sera sarò coinvolta in una nuova cena mi sento male. Sono una completa idiota.

Mi concentro sui piatti, ma il senso di nausea continua e lo stomaco mi si è chiuso.

Sarà un bel problema scegliere, ma quando arriva il cameriere a quanto pare non ho il problema di scegliere perché Claude lo fa per me. Vorrei ribattere che a me le ostriche non piacciono, che non mi vanno gli spaghetti e che il mio dolce preferito é quello al cioccolato e non alla fragola.

L'atelier dell'amore Where stories live. Discover now