Beautiful people, beautiful problems - Namkook.

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Plot: Jungkook si sente un pesce fuor d'acqua, e Namjoon è in grado di fargli capire che non c'è nulla di male ad essere unici.

Coppia: Kim Namjoon e Jeon Jungkook.

Parole: 1029.

Non editato, perciò scusatemi per l'orribile capitolo, se vi va votate.
——————
La prima volta che Namjoon notò Jungkook fu al ballo scolastico.
Jungkook faceva il secondo, mentre Namjoon era già al quarto.
Nella mano il maggiore stava tenendo un bicchiere, con dentro della birra. Nulla di così sofisticato, ma per il corvino era più che abbastanza. Ogni volta che la fredda sostanza gli scendeva giù per la gola si sentiva molto più sollevato, l'aria calda presente in quella stanza piena di persone sudate lo stava soffocando, motivo per cui aveva deciso di ritirarsi in un angolino un po' più isolato.
E fu allora che poggiò per la prima voglia gli occhi su Jungkook.
Stava indossando una camicia bianca che forse gli andava un po' troppo grande, abbinata a dei semplicissimi pantaloni neri, che però gli calzavano a pennello. I suoi capelli erano un po' spettinati, e questo a causa delle innumerevoli volte che si era passato la mano fra di essi per via dello stress. A risaltare il tutto il era una rossa cravatta, non ben allacciata.

Era seduto a gambe incrociate, e Namjoon aveva notato fin da subito il suo stress.
Continuava a dondolarsi sulla sedia, e aveva perso il conto delle volte che il ragazzo si era morso il labbro inferiore mentre con i suoi occhioni marroni girovagava per la stanza.
La voglia di proteggerlo e portarlo fuori da lì era immensa, ma non poteva mica presentarsi da lui come se nulla fosse, dicendogli << Ehi, ho visto che sei in ansia, mi fai molta tenerezza e pensavo che fosse un'ottima idea farti uscire dalla sala. Magari potrei accompagnarti a casa! >> Quindi lanciandogli un ultimo sguardo uscì fuori per fumare.

Dopo quel giorno, Namjoon aveva iniziato a vedere il ragazzo un po' ovunque.
E si era dato dello stupido per non aver notato prima che frequentasse il suo stesso corso di musica.
Jungkook suonava il pianoforte, e a parere di Namjoon era meraviglioso il modo in cui il minore poggiava le mani sui tasti con così tanta armonia e quanto sembrava libero mentre suonava.
Pareva stesse nella sua piccola bolla, e questo riscaldava il cuore del maggiore.

Dopo varie settimane, il professore di musica aveva deciso di dare un compito a gruppi per la sua classe.
Decidendo così che a gruppi di due, oppure di tre, avrebbero dovuto comporre una canzone e poi suonarla davanti a tutta la classe.

E dire che il cuore di Namjoon iniziò a battere più velocemente del solito quando sentì pronunciare il suo nome insieme a quello di Jungkook non sarebbe un'esagerazione.
Ma tutte le sue speranze diventarono polvere una volta che Jungkook, alzando esitante la mano chiese al professore se ci fosse una possibilità di fare il progetto da solo.

E nonostante il corvino trovasse la voce del ragazzo incredibilmente dolce ed era sicuro che sarebbe potuto rimanere ad ascoltarla per ore, le sue parole riuscirono comunque a deluderlo.

Ma fortunatamente, il destino era dalla sua parte.

Una domenica, giorno in cui Namjoon era solito fare la sua corsa mattutina notò un ragazzo in lontananza seduto su una panchina. E per quanto gli sembrasse familiare non ci diede più di tanto peso, sorpassandolo.

Ma in pochissimi istanti si fermò, avendo l'impressione che qualcuno stesse gridando il suo nome. Così, togliendosi le cuffiette si girò, e vide davanti a sé l'ultima persona con cui si sarebbe mai immaginato di avere a che fare.

Jungkook.

Sulle sue leggermente paffute goti c'era presente un leggero velo rosso, e aveva lo sguardo abbassato. In una mano teneva un quaderno, probabilmente lo aveva usato per disegnarci, ma l'altra era tesa in avanti e stava porgendo a Namjoon il suo portafogli.

<< T-ti chiami Namjoon, giusto? Beh, ti è caduto questo. >>

Il maggiore a malapena riuscì a sentirlo, ma con un sorriso sul viso afferrò l'oggetto ed una scarica elettrica attraversò la sua spina dorsale quando sfiorò la mano del bruno.

<< O-oh, beh sì, è proprio il mio nome. >>
E proprio in quel momento, Namjoon si maledì mentalmente, sia per aver balbettato che per l'orribile risposta — che aveva reso la situazione ulteriormente imbarazzante —

<< Ti ringrazio davvero tanto, Jungkook.
Non che fosse stata una grandissima perdita, dopotutto non ho dentro più di qualche spicciolo, ma i documenti potrebbero ancora essermi utili. >>
Ridacchiò leggermente, e si grattò la nuca, cercando di alleggerire la tensione.

<< B-beh, sì, questo di sicuro. E comunque, Namjoon >>
Aggiunse il minore deglutendo
<< Vorrei scusarmi per sai, aver rifiutato di fare il progetto con te. Ma non prenderla sul personale, semplicemente vado un po' in ansia quando devo aver a che fare con persone nuove. E probabilmente avrei finito per darti buca >>

<< Allora conosciamoci>>
E Namjoon sorprese anche sé stesso con la sicurezza che era riuscito a trasmettere.

<< Piacere, sono Kim Namjoon >>

<< Piacere mio, Jeon Jungkook >>

E fu così che sia Jungkook che Namjoon passarono la miglior giornata della loro vita — una delle tante insieme —

Avevano riso, scherzato, ma Jungkook si era soprattutto tolto un peso dal petto.
Era sempre stato convinto che non sarebbe mai riuscito a relazione con qualcuno ed aprirsi in così poco tempo. Ma la stessa sera, per cellulare, era riuscito a raccontare a Namjoon di quanto la sua vita fosse difficile da quando i suoi genitori avevano divorziato. Su quanto essersi trasferiti e dover condividere la camera da letto con la propria madre visto che non avevano abbastanza soldi per comprare un appartamento più spazioso facesse schifo.

E quanto si sentisse in colpa per non poter fare nulla per aiutare sua madre che aveva ben tre lavori — uno del quale notturno —
Per Jungkook quella fu una piccola conquista.
E la stessa cosa vale per quando riuscì a farsi più amici grazie a Namjoon e sconfiggere la sua ansia sociale.

O di come, una volta laureatosi con il massimo dei voti, riuscì a diventare un pediatra — lavoro che aveva sempre sognato di fare, dal momento che amava i bambini — creare una famiglia con la persona amata ed avere dei figli.

E finalmente, Kim Jungkook poteva ritenersi una persona felice.

One shots || BTSWhere stories live. Discover now