Capitolo 34: Tempesta incombente

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Il vento soffiava impetuoso, smuovendo violentemente gli alberi rischiando di sradicarli; molte foglie si erano già staccate, venendo trasportate nel vento fino a incastrarsi tra i miei capelli, che mi si stavano attorcigliando attorno al viso e al corpo.

Ecco perché dovevo tagliarli, dannazione!

Il cadavere di Sasori giaceva davanti a me, immerso in una pozza di sangue. Osservai il suo volto, che ancora mostrava lo stupore di quel momento, mentre gli occhi ormai erano vuoti e senza vita, non più nocciola ma sbiaditi dalla morte.

Ma chi era stato a recidergli l'anima?

Mi guardai intorno, sfruttando lo sharingan ancora attivo: controllai tra le macerie del covo di Orochimaru, nella foresta e tra le nuvole, grigie e cariche di pioggia, che si stavano ammassando in tutta l'area, trasportate dal vento.

"Almeno il lavoro è fatto. Tu che ne pensi Kurama?"

"Penso che per essere morto così in fretta doveva essere proprio una mezza calzetta. Neanche il piacere di assistere a uno scontro all'ultimo sangue, che gentaglia!" commentò imbronciato.

"Già, certa gente è proprio noiosa." dissi a mia volta. "Visto che abbiamo ancora tempo, ci facciamo un giro?"

"Si, perché no."

Kurama si materializzò accanto a me, alto un metro e mezzo, e annusò l'aria in cerca di tracce.

«Cosa c'è?» domandai perplessa.

«Non siamo soli.» affermò ringhiando verso il cielo.

Alzai il capo, assottigliando lo sguardo per scrutare meglio il cielo soprastante e sgranando gli occhi appena individuai due figure scendere rapidamente dall'alto.

«Ma stanno volando?!» esclamai sorpresa.

Ora che li avevo visti, e che loro sembravano aver visto me, percepii chiaramente il loro immenso chakra. Poteva essere persino più di quello che possedevo io, ma forse mi sbagliavo.

Atterrarono a una decina di metri da noi; uno aveva i capelli bianchi, l'altro invece scuri come la notte. Indossavano entrambi dei kimoni: quello albino ne aveva uno bianco, decorato da alcuni fiori di loto rossi nella parte in basso; mentre l'altro portava un kimono sui tono dell'azzurro e del nero, ma ciò che più mi colpì fu la sua mano sinistra ricoperta di sangue.

Entrambi gli individui avevano uno sguardo fisso e serio; nessuna espressione trapelava dal loro volto, ma nei loro occhi si potevano vedere ribollire rabbia e potere.

«Questa storia non mi piace per niente.» commentò Kurama allarmato.

«Nemmeno a me.» concordai squadrandoli. «Chi siete?» domandai loro, ottenendo in risposta solo silenzio. «Dei tipi socievoli insomma.» scherzai sfoderando la katana regalatami da Kisame e impugnandola con la mano sinistra.

«Aspetta, non sappiamo quali siano le loro intenzioni. Potrebbero non volere nulla da noi.» mi suggerì Kurama.

«Chissà perché ho la sensazione che non sia così.» borbottai mettendomi in posizione di difesa. «Combatterai con me?» gli chiesi non distogliendo lo sguardo dai nostri avversari.

«Sì, è passato troppo tempo dall'ultima volta che ho avvertito la sensazione del sangue in bocca e lo scricchiolio delle ossa frantumate dai miei denti.» asserì macabro ghignando e mostrando le zanne e un filo di saliva gli colò dalle fauci.

Ghignai a mia volta, con una scintilla nel petto; una scarica di adrenalina risvegliò i miei muscoli indolenziti dalla botta presa col crollo e sentii il chakra ribollirmi in corpo.

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⏰ Last updated: Jan 22, 2019 ⏰

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