Capitolo 23

2K 147 31
                                    

Axel

Il mattino dopo, vengo chiamato prima della partenza dal nostro aiuto regia, il quale mi dice che Arthur Smith vuole parlarmi.

Arrivo sul set puntuale, per la convocazione e mi reco subito da lui.

Quando busso alla sua porta e la apro, trovo Megan insieme a lui che mi guarda imbarazzata.

«Vieni, Jacobson. Chiudi la porta» tuona Arthur serio.

Obbedisco e mi piazzo davanti a lui.

Megan è al mio fianco e sembra tesa, agitata e ha uno sguardo strano, come se si vergognasse.

Guardo lei e poi lui e alla fine chiedo:

«È tutto a posto?»

«Non lo so, Jacobson, dimmelo tu» fa Arthur con tono di sfida e gira il suo tablet verso di me.

Sullo schermo c'è il video di me e Megan che ci baciamo. Hanno ripreso tutto e adesso la prova di quanto accaduto ieri sera è finita sotto i suoi occhi.

«Capo, possiamo spiegare» dico ma lui mi ferma.

«Non serve, Axel. Parlerò io. Non sono nessuno per dirvi chi frequentare o con chi andare a letto, ma siete gli attori di punta di questa serie che, non credo di dovervelo ricordare, ruota attorno a voi. I vostri personaggi non sono solo i protagonisti di questo show ma sono il perno centrale attorno al quale si snodano tutte le altre vicende. E quello che vogliamo, quando manderemo in onda l'episodio pilota, è che la gente vi guardi, vi veda, vi senta. Vogliamo che il pubblico si affezioni a voi, e sappiamo benissimo che per farlo deve affezionarsi anche a voi come persone. Così comincerà a cercare il vostro nome su internet, a guardare vostre foto, a seguirvi su Instagram, a twittarvi domande. E così come osserverà quanto si vede bene in quella foto che Axel Jacobson è allenato o quanto in quell'altra foto Megan White sia attraente, così cercherà informazioni sulla vostra vita. Da dove venite, quanti anni avete, come si chiamano i vostri familiari, se avete un cane... e tutto questo gira attorno al motivo per cui siete qui: quel cazzo di video!

Non avreste dovuto farvi riprendere, non avreste dovuto farvi vedere in giro assieme. E non perché non potete frequentarvi, non me ne frega un cazzo di quello, ma perché siete sotto l'occhio del ciclone! Vivete sotto una cazzo di gigantesca, enorme lente d'ingrandimento e tutto ciò che fate è amplificato. E se non vogliamo mandare a puttane tutto e la possibilità di attirare il pubblico, di attrarlo, di piacergli, farvi vedere insieme come una coppia innamorata non è la strategia giusta, non al momento. Faccio questo lavoro da molti anni e posso dirvi con certezza che questa cosa è fallimentare. E le statistiche lo dimostrano!

Sapete quando la gente sarà felice di vedervi insieme? Quando sarà contenta di aver beccato una foto in cui vi hanno paparazzato per le vie di Los Angeles mentre camminavate mano nella mano in giro per negozi? Quando sarà felice di sentire una vostra intervista in cui raccontate dettagli di come e quando vi siete innamorati?

Quando la serie sarà finita, in TV. Quando avranno visto tutto lo show e l'avranno amato e avranno amato voi e avranno imparato a conoscervi, ad apprezzarvi, ad amarvi.

Perciò non azzardatevi mai più a farvi beccare insieme prima che l'ultimo fottuto episodio sarà trasmesso in tv e i titoli di coda appariranno magicamente sulla vostra televisione sintonizzata sulla CW.

Grazie» termina, ironico e noi ci limitiamo ad annuire, pronunciando un flebile e vergognoso "Scusa", all'unisono.

Arthur ci manda via e io e Megan camminiamo in silenzio fino all'esterno del set.

«Ti serve un passaggio?» chiedo.

«No, aspetto il taxi. Torno in albergo a prendere le mie cose e poi vado all'aeroporto. Torno a Pasadena per questi giorni» ammette e io sorrido imbarazzato.

«Io tornerò a Los Angeles. Mia madre mi verrà a trovare e starà qualche giorno da me. Sicura che non vuoi almeno uno strappo in albergo?» domando premuroso ma lei fa cenno di no.

«L'ho già chiamato, Axel, non ti disturbare» replica fredda, lanciandomi un'occhiataccia.

«Ce l'hai con me, per caso?» chiedo dopo qualche istante di pausa.

«Nooo, ma figurati, mi hai solo fatto fare una figura di merda gigantesca col nostro regista e hai messo in imbarazzo me, lui e te stesso. Ma dico, come ti è saltato in mente di baciarmi davanti a tutti? Lo sapevi che non dovevamo farci vedere in giro, te l'aveva detto il tuo agente e anche io ero stata messa in guardia da Candice. E ora per causa tua dovrò subirmi anche la sua strigliata, oltre a quella di Arthur!

Fai sempre di testa tua, Axel, credi di poter prendere ciò che vuoi, quando e come vuoi. Ma che cazzo ti dice il cervello? Chi ti credi di essere?» urla e io la guardo scioccato.

«Sai, scusami se avevo voglia di baciarti, se avevo voglia di ricordarti che è me che vuoi e non un coglione di inserviente di uno sconosciuto ristorante di un albergo di merda ad Albuquerque» replico con astio.

«È un cameriere. E comunque tra noi era finita, non avevi il diritto di baciarmi!»

«Sul serio? E allora perché non mi hai respinto, eh? Perché diamine non mi hai tirato uno schiaffo?» ringhio alzando di più la voce.

«Ah, questa è bella, stai scaricando la cosa su di me, stai dicendo che è colpa mia!»

«Non ho detto questo.»

«Sì, lo hai fatto!»

«No, non l'ho fatto!»

«Sì invece.»

«No!»

Rimaniamo entrambi in silenzio e io quasi ho il fiatone per il modo in cui mi sono infervorato.

«Sai cosa, Megan? Passa pure delle buone vacanze. Bacia pure chi vuoi, anzi, magari facci pure sesso. Ma assicurati di essere tra quattro mura, non vorrei che uscissi sui giornali. D'altronde è la tua unica preoccupazione, giusto?»

«Axel io non ho det...»

«Stammi bene» concludo con rabbia e me ne vado lasciandola lì.

Salgo in auto e accendo la musica, perdendomi nei Rolling Stones e nelle parole dei loro testi che mi daranno l'illusione di stare bene... almeno per qualche ora.

Cinematic love/ Un amore sotto i riflettori [COMPLETA]Where stories live. Discover now