17.

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"L'unico modo che conosco per volermi bene è attraverso te.
Sì, attraverso te.

Sono solo lacrime...
E non è proprio niente di speciale,
una per ogni passo fatto insieme,
una per tutte quelle notti svegli ad ascoltare canzoni d'amore.
Quelle che fanno sempre stare male.
Una per ogni piccola emozione,
i tuoi vestiti in sette borse da portare chissà dove.

Lo sai che sta piovendo perché ci stiamo lasciando?
Altrimenti, sai, mica pioveva così tanto.
E queste nuvole d'acciaio fanno sparire il cielo...
Vedrai che tornerà il sereno."

Claudio

Claudio quella mattina si stava annoiando. Era venerdì, lui e Mario non dovevano lavorare e per questo erano rimasti a casa. Ma l'altro non ne voleva proprio sapere di svegliarsi, era ancora a letto, nonostante fossero già le dodici. Era strano, Mario amava dormire, Claudio lo prendeva sempre in giro per quello, ma non passava mai tutto quel tempo a letto. Si sedette sul divano e guardò, senza neppure prestare attenzione, una trasmissione di cucina per un po'. Poi cambiò canale e provò a guardare un film, ma neppure quello catturò la sua attenzione. La sera precedente a cena Mario era strano. Aveva mangiato in modo silenzioso, non aveva detto neppure una parola. Si era limitato a tenere gli occhi fissi sul piatto e non aveva neppure finito la cena. Poi si era alzato in piedi e aveva salutato Emma con un abbraccio dicendo che sarebbe andato a dormire perché non stava molto bene. E adesso era ancora a letto e sembrava non avesse proprio intenzione di alzarsi. Claudio non riusciva a capire il perché di quello strano comportamento ed era anche un po' preoccupato perché temeva che l'altro stesse poco bene. Quindi alla fine spense la tv e andò a passi silenziosi in quella che era ormai la loro camera da letto. Spesso Emma si era mostrata contraria al fatto che dormissero insieme, Mario questo non lo sapeva. Claudio non poteva darle torto ovviamente, ma lui di tenersi Mario lontano la notte, quando stavano sotto lo stesso tetto, non ne voleva proprio sapere. Così non aveva detto nulla all'altro, continuando a dormire stretto a lui. Era una delle cose che Claudio preferiva di più al mondo, da sempre. Lo osservò per un attimo, Mario era stretto al cuscino, il respiro regolare e i capelli scomposti sul viso. Sorrise guardandolo, poi si abbassò alla sua altezza. Lasciò una scia leggera di baci sul suo viso, non trascurandone neppure un millimetro, fatta eccezione per le labbra. Gli accarezzò i capelli e lo vide muoversi al suo tocco, il respiro più leggero. Capì che si fosse svegliato, quindi continuò a lasciargli piccoli baci, mentre si stendeva accanto a lui. Quando Mario aprì gli occhi e si trovò quei due pozzi neri di fronte, a Claudio per un attimo mancò il respiro.
"Buongiorno." Sussurrò, sfiorando il naso dell'altro con il suo. Quei momenti di intimità tra loro non erano mai mancati, erano ormai naturali. Spesso Mario lo svegliava nello stesso modo, con piccoli baci o con caldi abbracci. Eppure quella mattina l'altro non gli sorrise. Mario si allontanò in fretta, come scottato, mettendosi a sedere.
"Buongiorno." Gli rispose serio. Aveva un tono di voce che a Claudio proprio non piaceva.
"Tutto ok? Stai bene?" Gli chiese allora, alludendo al suo atteggiamento e al comportamento strano che aveva avuto la sera prima. Mario annuì.
"Sì, sto bene. Vado a fare una doccia, preparati anche tu, dobbiamo andare a scegliere il tuo abito." Gli disse l'altro, prima di allontanarsi in fretta da lui, lasciandolo lì da solo. Claudio non perse tempo a seguirlo e arrivò appena in tempo per impedire all'altro di chiudere la porta del bagno, ponendoglisi di fronte. Mario sospirò scocciato.
"Che hai?" Gli chiese allora Claudio, continuando ad osservarlo attentamente e portando una mano sul suo volto per tracciarne il contorno. Mario si scansò.
"Non ho nulla Clà, voglio solo fare una doccia! Sbrighiamoci, altrimenti oggi non andremo da nessuna parte e poi chi la sentirà la tua fidanzata questa sera, quando scoprirà che non hai ancora comprato l'abito?" Esclamò l'altro, prima di spingerlo fuori e chiudersi la porta alle spalle. Claudio poggiò la fronte su quella superficie fredda e restò lì per minuti, il rumore della doccia in sottofondo. Non riusciva proprio a capire cosa fosse successo, perché Mario fosse così sfuggente. Ma riusciva a percepire distintamente la sensazione di malessere che quello strano comportamento gli provocava. Era come se qualcosa fosse cambiato nell'altro e qualsiasi cosa fosse Mario non aveva intenzione di fargliela sapere. Sbuffò, poi si diresse nella sua stanza per vestirsi. Non pensava mai al matrimonio, al fatto che quel momento si stesse avvicinando sempre di più. Eppure era così, il tempo passava inevitabilmente. E lui non poteva fare nulla per fermarlo.

Quando ci rivedremoWhere stories live. Discover now