Corsi fuori l'hotel e scoppiai a ridere divertita dalla situazione. Da perfetta stronza lo lasciai lì mentre mi incamminai verso le stradine alberate di Ibiza, una qualsiasi ragazza della mia età sarebbe entusiasta di essere qui mentre a me non importava il luogo, sapevo solo che avevo bisogno di mettere in ordine i pensieri e di starmene tranquilla per un po'. Nello zaino mi restavano solo altre tre fiale da poter iniettare, poi avrei dovuto trovare il modo per averne altra, mi sentivo così fottutamente bene, ero come in paradiso.
Niente dolori da quando avevo iniziato a prendere quella roba, niente sangue e niente cedimenti, mi sentivo quasi normale se non fosse per la mia famiglia e tutti i casini che si sono creati in meno di una settimana. Il telefono prese a vibrare nella mia tasca e lo presi felice di leggere il suo nome sullo schermo, così risposi alla videochiamata

"Boss" rise nel vedermi
"Ciao tizio senza capelli" sorrisi mentre lui si finse offeso come ogni volta che lo chiamavo in quel modo strambo
"Com'è Ibiza?" domandò
"A dire il vero non ho ancora visto nulla, ma l'hotel in compenso non è male" scrollai le spalle guardandomi intorno per memorizzare la strada così da non perdermi al ritorno
"Vorrei essere lì con te Boss, almeno non saresti da sola con i tuoi genitori che rompono il cazzo" fece un ghigno
Si, Eric sapeva tutto, è successo il giorno dopo il mio ritiro dalla scuola. Ero in ospedale con Madison per la tac e lui era lì dato che la madre aveva partorito da poco. Trovarmelo davanti mi aveva sorpresa e non poco, ma a farmi ridere fu la sua stupida affermazione che mi tranquillizzò per qualche strano motivo
'anche tu hai partorito da poco Boss?' rise per sdrammatizzare
Non so perché, ma quando iniziammo a parlare, e in tono serio mi chiese cosa avessi, gli dissi la verità, risposi con un 'ho il cancro' e lui riuscì a tirarmi su il morale affermando 'bene, così potrò chiamarti anche io tizia senza capelli molto presto' e scoppiammo a ridere entrambi.

Sembra una cosa orribile da dire ad un malato, ma invece mi fece stare particolarmente bene, mi aveva trattata come sempre, come se fossi Holly e basta e non Holly la malata. La verità è che per chi giudica dall'esterno la sua potrebbe sembrare un affermazione cattiva e dispregiativa, ma mi ero sentita bene con lui e aveva portato in me un sorriso che non avevo da tempo. Eric era semplicemente straordinario, così eravamo subito diventati amici.

"Boss ma mi senti?" si lamentò riportandomi alla realtà
"Che vuoi?" domandai fingendomi annoiata
"Portami il souvenir quando torni o ti rispedisco in Spagna con un calcio nel tuo bel didietro" esclamò come un bambino
"Vedremo come ti comporterai" risi leggermente
"Come ti senti?" domandò poi con tono tranquillo
"Particolarmente bene, incazzata nera con mia sorella e i miei genitori ma sto bene, se continuo così potrò saltare la terapia d'isolamento e l'operazione, così sarai l'unico a non avere capelli" risi sinceramente
"Che noia, e io che già speravo di farmi una foto con te scrivendo su tutti i social che il duo dei Mastro Lindo era tornato" brontolò facendomi scoppiare a ridere
Passammo un po' di tempo a parlare del più e del meno fin quando non staccai dato che si erano fatte le cinque del pomeriggio e dovevo cercare di ritornare indietro.

"Perfetto" sbuffai una volta costatato che mi fossi persa
"Hol" sentii gridare e quando mi voltai vidi Chole che sorrideva sventolando una mano in aria chiamandomi dal campo di basket.
Sarebbe davvero da maleducati andar via facendo finta di niente dato che avevano visto tutti che li avevo notati, e io adoro Chloe non vorrei offenderla, così a malincuore e controvoglia li raggiunsi
"Non eri in albergo?" indicai Dylan che si era fermato dal giocare

In campo con lui c'erano Jay, Marcus, Lucas, Michael e mio padre.
"Li ho raggiunti" scrollò le spalle fulminandomi con lo sguardo ma io in risposta trattenni una risata
"Ti unisci al gioco?" domandò Michal sorridendo
"Dai, fai vedere a tutti che sorella tosta che ho" rise euforico Jay
Annuii titubante e afferrai al volo la palla che mi lanciò Dylan mettendosi poi a centro campo davanti a me
"Chi vince paga pegno" esclamò Dylan a voce alta così che potessero sentire tutti
"Tanto perdi" sorrisi per poi partire
Palleggiai schivando prima Dylan e poi Jay, andai verso il canestro dove tirai per fare punto.

In Another LifeWo Geschichten leben. Entdecke jetzt