21. Ary: È il nostro ostaggio

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«Non capisco come possa essere una buona idea. Non sappiamo nemmeno da dove iniziare a cercare! E nemmeno cosa! È come cercare un ago che non sai se ci sia veramente nel pagliaio» dissi.
«Hai colto nel segno, bella mia» commentò Tiara sedendosi sulla prima panchina in vista.
Il parco era tranquillo, non c'era anima viva. D'altronde era notte fonda, sarebbe stato strano se ci fosse stato qualcuno. Anche se a San Francisco a quell'ora c'era ancora gente sul lungo mare.
«Ho sonno» dichiarai sbadigliando e stropicciandosi gli occhi.
«Anche io, ma non ci possiamo far molto... Io ho anche fame» brontolò lei.
«Paesino sperduto uguale negozi chiusi presto» dissi mettendomi accanto a lei.
«Forse hai ragione tu. Dovremmo fare qualche casino che attiri la loro attenzione» si lamentò Tiara. Stava perdendo la sua compostezza per la stanchezza della giornata. Allora anche lei era umana.
«Eppure questa città mi sembra la più logica...» si lamentò ancora.
«Non c'è un modo più veloce per sondare...» iniziai, ma lei mi interruppe balzando in piedi.
«Cos'è quella luce lassù?» chiese la ragazza indicando la cima di un edificio in costruzione.
Quell'edificio svettava nettamente sopra gli altri non era difficile da notare, inoltre nella notte senza luna era l'unica costruzione senza luci. A parte quelle che in quel momento apparivano in cima.
«Magari dei vandali stanno scoppiando petardi» dissi anche se ci stavamo già dirigendo in quella direzione.
Mentre ci avvicinavamo, tenendo sempre d'occhio l'edificio, vedemmo ad un tratto una figura in fiamme precipitare.
Senza esitare nemmeno per mezzo secondo in più corsi più velocemente, abbandonando il marciapiede e percorrendo la strada. Sapevo per certo che Tiara mi stava dietro.
Lei, invece, si abbassò e tirò fluidamente i pugni verso l'alto creando un trampolino di lancio per me.
Presi la ragazza al voltò e frenai la caduta sfruttando le fiamme avvolte da lei.
La liberai da essi totalmente quando fummo a terra e la distesi delicatamente con Tiara al mio fianco.
«Che ci fa lei qui?» fu la prima cosa che chiesi sconvolta.
«Le ustioni non sono gravi per fortuna. Ha danneggiato solo i vestiti e superficialmente la pelle» sospirò però sollevata Tiara.
Michela si trovava svenuta tra le mie braccia e io non sapevo cosa fare. Volevo correre immediatamente dentro l'edificio per capire cosa stesse succedendo ma allo stesso tempo non potevo lasciare quella ragazza ferita lì.
«Il kit» disse Tiara.
«Vado a prendere il kit!» esclamò alzandosi in piedi.
Ad un tratto, Tiara cadde a terra, così come anche io.
Un'improvvisa pressione ci pesò addosso, schiacciandoci a terra. Mi sentivo soffocare.
Dei rumori sinistri di crepe che si stavano allargando giunse dall'edificio.
Quell'inaspettato picco di gravità sparì improvvisamente così come comparì.
Ci furono dei tonfi sordi e dei corpi svenuti caddero accanto a noi.
«È viva?» chiese una voce familiare. Era affannata e piena di preoccupazioni, ma era la sua voce.
«Nick!» esclamai. 
Ero così felice di vederlo.
Stava bene, non la persona che teneva tra le braccia ma lui stava bene.
La sua sola presenza mi faceva sentire più al sicuro e ottimista.
Mi alzai per corrergli incontro ma una figura veloce mi passò accanto buttandosi su di lui prima di me, non appena lui appoggiò a terra un uomo privo di sensi.
Tiara cominciò a piangere a dirotto, piangeva così tanto e forte che le sue spalle tremavano violentemente. Il pianto era interrotto da singhiozzi e sembrava non riuscire più a smettere.
Nick le mise una mano sulla testa e l'accarezzò dolcemente con un sorriso dolce sul volto.
«Ti sei preoccupata?» chiese a bassa voce.
Tiara non rispose ma annuì sempre con il volto premuto contro il suo petto. Tremava ancora.
«Mi dispiace.» sussurrò gentilmente Nick.
Tiara aveva fatto la dura tutto il tempo e in quel momento stava sfogando tutta la sua preoccupazione. Non avrei mai immaginato che si fosse trattenuta tanto.
Teneva veramente molto a Nick. Teneva così tanto a lui. Non l'avevo mai vista così per qualcuno e la cosa mi sconvolgeva.
Quell'aperta dimostrazione di affetto mi ricordava che anche lei era umana, veramente umana e piena di sentimenti. Anche se per la maggior parte delle volte li teneva sigillati nel cuore.
«È viva.» mi schiarii la voce in imbarazzo.
Nick sembrò risvegliarsi ad un tratto e ritornò serio.
«Possiamo medicarla noi?» chiese.
«Sì, possiamo. Abbiamo il kit. Vado a prenderlo» disse Tiara soffiando su con il naso e asciugandosi gli occhi con le mani.
Sembrava una bambina.
La ragazza si dileguò lasciandoci soli.
C'era un silenzio tomba, nemmeno il suono di un motore lontano di un'auto.
Nessuno si era svegliato sentendo i tonfi dei corpi o le grida della cadente Michela.
Appena Tiara scomparve dalla nostra vista a Nick cedettero le gambe.
Posai il più delicatamente possibile Michela per correre a soccorrerlo.
«È tutto a posto. Sono solo sfinito» commentò il ragazzo forzando un sorriso.
«A proposito, che è successo?» avanzai cercando di sostenerlo.
Lui scosse semplicemente la testa.
«È meglio se ci allontanavamo da qui. Grazie al cielo siete arrivate, temevo per Michela.» disse invece di rispondermi.
«Tu... Li hai sconfitti tutti da solo?» chiesi incredula.
Nick si lasciò sostenere da me, avvolgendo il braccio attorno alle mie spalle e mi guardò da distanza ravvicinata con un sopracciglio alzato.
«Tu non ti sei preoccupata per me?» chiese sorridendo evitando nuovamente la mia domanda retorica.
«Non avevo dubbi che ce l'avresti fatta. Infatti avevo ragione» affermai insistendo sulla sua impresa.
Tutte quelle persone a terra erano vive ma sconfitte e dietro di lui non vedevo presenza né di Courtney, né di Eli. Doveva essere per forza da solo.
«Ascolta Ary... Non ne voglio parlare» fece lui. Si accarezzò il collo nervosamente e non mi guardò negli occhi quando parlò.
Scossi la testa senza capire.
«Mi spieghi qual è il problema? La tua è molto più che semplice modestia» dissi sbuffando.
«Non è davvero nulla di importante. Ora ciò che conta è aiutare Michela e suo padre ed andarcene di qui il più velocemente possibile. Dov'è Cray?» chiese cambiando discorso.
Sospirai. Anni che lo seguivo come leader e non mi ero ancora arresa al fatto che quel ragazzo poteva essere più testardo di me, ed è tutto dire. Non si poteva cavar fuori una sola mezza confessione da lui.
Anche se i suoi tentativi di depistaggio erano a dir poco imbarazzanti. Faceva solo incuriosire di più. Al contrario di Nathan che con le parole ci sapeva fare parecchio.
«Ci siamo separati» dissi.
«Cosa? L'avete lasciato andare via da solo?» chiese Nick staccandosi da me.
«Sì, ha avuto una reazione strana agli Elements. Così ci siamo separati perché voleva stare lontano e prendere un'altra pista per cercarvi.» dissi sorpresa dalla sua reazione.
«Sai? Credo che l'Elements abbia effetti diversi in base a chi lo tenga. Cioè, per Tiara è quasi un dolore fisico, per me è un disturbo emotivo, mi fa agitare e per Nathan è come se facesse emergere la sua parte... Stronza» aggiunsi fermamente convinta e sotto sotto esaltata dalla conclusione alla quale ero giunta.
Intanto Nick stava scuotendo la testa.
«Non avreste dovuto lasciarlo andare da solo» affermò.
«E perché mai?» chiesi infastidita. Non sapevo nemmeno per cosa fossi infastidita. Forse perché non aveva minimamente prestato attenzione alla mia idea.
«Tu meglio di tutti dovresti saperlo! Lui non è... Non è come noi» disse.
«Che stai dicendo?» sbuffai.
Prima che potessi avere qualche spiegazione vidi qualcuno di quei uomini a terra muoversi, ma, fortunatamente, allo stesso momento ritornò anche Tiara.
Una volta curata Michela e suo padre nel migliore dei modi, ci facemmo raccontare da Nick cosa fosse successo su quella torre.
Ci disse della Resistenza e delle sue opinioni sui membri; di cosa aveva origliato mentre era drogato; di come aveva incontrato Michela e di come non era riuscito a trovare le nostre amiche e Courtney. Aveva totalmente saltato la parte dove affrontava i nemici.
«Quindi Eli è qui fuori da qualche parte! Dobbiamo trovarlo!» esclamò subito Tiara.
«Prima portiamo Michela e suo padre in ospedale» affermò Nick nervosamente. Sapevo che ci stava nascondendo qualcosa e questa consapevolezza mi stava rodendo di curiosità.
Il mio tallone non smetteva di tamburellare contro il tappetino del catorcio, facendo traballare la gamba.
«Dobbiamo anche trovare le altre e non abbiamo nemmeno una pista! Dobbiamo...» ma Nick venne interrotto perché i vetri si infransero ad un tratto.
Ci abbassammo tutti cercando di coprirci con le mani la testa dai vetri.
Ci misi un po' a capire che ci stavano sparando addosso.
«Parti! Parti!» gridai a Tiara.
Lei non se lo fece ripetere più volte e partì facendo produrre al catorcio un movimento strano.
Io mi voltai sul sedile posteriore cercando di rimanere in equilibrio e tenendo la testa bassa per non essere un bersaglio facile.
Sondai velocemente la strada illuminata dai lampioni e puntai l'indice nella direzione da cui mi sembrava fosse venuto il colpo.
Non vidi nessuno, ci stavamo allontanando velocemente ed era buio, così, per aiutarci meglio, sparai ai lampioni facendo calare il quartiere nel buio totale.
«Seminati» dissi ritornando a sedermi. Poi notai qualcosa che non andava.
Tiara era stata colpita ad una spalla e stava sanguinando copiosamente, ma nonostante ciò stava ancora guidando. Anche dalla fronte perdeva del sangue che le copriva un occhio.
Nick non si era accorto di nulla, occupato com'era a proteggere Michela.
«Tranquilla, ce la faremo.» borbottò Tiara incontrando il mio sguardo nello specchio retrovisore.
Dovevo avere un'espressione terrorizzata se persino Tiara, ridotta in quel modo, avesse sentito il bisogno di rassicurarmi.
Guardai Nick e la sua espressione, Michela e suo padre ancora svenuti e poi ritornai su Tiara al volante. Sarebbe stata ancora una lunga nottata.

Angolo Autrice

Hi everyone!
Felici ultimi attimi del 2018 a tutti!
Probabilmente starete festeggiando ma io passerò la serata a pubblicare altre cosette: una su "Perdita" trattasi di una specie di prologo di "Rimasta"; un'altra su "Segreti" ovvero l'ID di Courtney e un piccolo proseguimento anche della revisione di Elements 1.

Non sono abituata a festeggiare i Capodanni in giro, avendo avuto solo brutte esperienze, quindi mi accontenterò così, essere produttiva mi piace.

Mi spiace esser mancata tutti questi mesi, dico davvero! Spero solo che l'anno nuovo sarà migliore!

Però se volete sentirvi "aggiornati" seguitemi su Instagram che pubblico alcuni intrattenimenti per i lettori più fedeli, certe volte.

Felici Botti a voi se vi piacciono!

P.s. non ubriacatevi troppo!
Buon Anno Nuovo!!!

Elements: RimastaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora