"Come fa Bradley a sapere che siamo qui? L'hai chiamato tu?" Sussurrai all'orecchio di Alex che corrugò le sopracciglia scuotendo la testa in segno di negazione.
Fermai i miei passi guardando dietro di me.

Mi avvicinai, con passo svelto ai due ragazzi che stavano ancora battibeccando.

Mi fermai davanti ai loro corpi mentre si voltavano verso di me.
"Claire?" Sissie alzò un sopracciglio guardandomi preoccupata.

"Ho bisogno di parlare con Bradley." Lo indicai guardandolo duramente "da sola." Aggiunsi.
Sissie rimase colpita dal mio modo di parlare, autoritario e serio.

Notai la figura di Harry avvicinarsi, ma il braccio di Alex lo fermò forse spiegandogli il motivo.

"Che cosa vuoi dirmi?" Il suo tono era tranquillo mentre continuavano ad allontanarci dal gruppo.
Lo avrei stuzzicato, avrei studiato i suoi movimenti e avrei catturato qualsiasi cosa che ritenessi sospetta.

"Volevo dirti che Sissie ci è rimasta molto male per il tuo comportamento." Recitai.
"Hai fatto bene a venire, anche se in un momento un po' complicato." Indicai la casa dietro di me, ancora scossa da ciò che era successo.

"Mi dispiace." Non capii bene a cosa si riferisse, ma avrei indagato ancora.
"Ma tu come facevi a sapere che eravamo qui?"

Si irrigidii, anche se per qualche secondo,per poi ricomporsi.
"Me l'ha detto Alex." Annuì a se stesso cosa che feci anche io.

"Con chi credi di parlare esattamente?" Misi le mani nelle tasche dei jeans assottigliando gli occhi.
"Come scusa?" Scosse la testa.

"Credi che io sia stupida?" I miei passi sicuri lo fecero indietreggiare, inconsapevole di ciò che avevo in serbo.
"Non ti capisco." La sua mano stava maneggiando con la tasca posteriore dei jeans, tappati dalla lunga maglia.

Fui abbastanza veloce da schivare la pallottola che era rivolta me, tirando un calcio sul suo petto facendo in modo che cadesse e puntasse la pistola al cielo.

Il suo corpo cadde pesantemente per terra e, mentre ansimava dal dolore, i ragazzi vennero in mio soccorso sequestrandogli l'arma e tenendo fermo il suo corpo.

"Andiamo via da qui." Ordinai, ma appena mi voltai lo sguardo di Sissie era rivolto verso il suo ragazzo che la stava guardando di rimando.
"Posso spiegarti!" Continuava ad urlare mentre cercava di dimenarsi.

Le guance di Sissie erano, ormai, ricoperte di lacrime mentre avanzava verso il suo corpo per scaraventargli un pugno dritto in viso, facendogli sanguinare il naso.
"Bugiardo!" Urlò. "Sei un fottuto bastardo!" Continuò ad urlagli in faccia mentre, ormai, anche Bradley aveva incominciato a piangere.

Presi delicatamente il polso della mia amica, allontanandola da lui.
La guidai verso l'uscita, anche se ormai le sue forze erano ridotte al nulla.

Si fermò di scatto, mentre gli altri ormai erano saliti in auto, si aggrappò al mio corpo bisognosa di un mio abbraccio, singhiozzando e piangendo sulla mia spalla.
"Mi ha presa in giro." Ed era la cosa più brutta come potesse capitare ad una ragazza.

Mi staccai per poter guardare il suo viso. Il trucco era ormai colato sulle sue guance, le mani cercai di toglierle ma le sue si aggrapparono ai miei polsi per abbassare le mie braccia.

"Voglio che veda ciò che mi ha fatto. Voglio che sappia che mi ha distrutto, perché non avevo mai creduto in una persona così tanto, così tanto da sentirmi tremendamente bene con lui. Quando in realtà l'unica cosa che voleva farmi era uccidermi...e ci è riuscito. Mi ha uccisa."

"Ragazze! Dobbiamo andare!" Urlò Zayn.
"Dove preferisci andare?" Mi sembrava giusto chiederglielo.

"Andrò in auto con Harry, se per te va bene." Le sorrisi per rassicurarla entrando nell'auto di Zayn.
Louis era tremendamente pensieroso, continuava a guardare la strada in silenzio.

"Tutto ok?" Gli chiesi, facendolo voltare lentamente nella mia direzione.
"È stato tutto questo tempo con noi e non ci siamo mai accorti di niente." Concordai con le sue parole, notando gli occhi di Alex posati su di me.

Appena arrivammo a casa ci incamminammo nell'ufficio di Clayton assieme al nostro fidato amico.

Entrammo bruscamente, facendo alzare l'uomo, che era seduto sulla sua sedia, di scatto.
"Questo pezzo di merda è una spia di Blake." Disse amaramente Harry, spingendo il ragazzo verso la scrivania del padre.

"Tu cosa?" Urlò fulminandolo con lo sguardo. "Ho delle spiega-" fu interrotto dalla voce squillante, e allo stesso tempo rotta, di Sissie "Non ce ne frega un cazzo delle tue scuse!"

Restammo tutti in silenzio dopo il suo sfogo, tanto che riuscii a percepire il suo cuore spezzato continuare a battere velocemente da quanta rabbia potesse provare in quel momento.
"Lasciamolo parlare." Intervenni, sempre più sicura di me.

"Avevo bisogno di soldi per poter prendere delle medicine a mia sorella. Vi rispiarmio-" fu interrotto nuovamente, questa volta dalla voce di Zayn "Non tralasciare niente, sennò quello che non sarà risparmiato sarai tu." Strinse le mani in due pugni, lasciandolo vicino ai suoi fianchi.

Ci raccontò tutto nei minimi dettagli. Dlla malattia di sua sorella a Blake che si prendeva gioco di lui e in cambio non ricevette niente. Bradley lavorava per Blake da quando aveva solo 14 anni e sua sorella ne aveva 20, si era ammalata a quell'età e suo fratello non fece neanche in tempo a prenderle le medicine, per la guarigione, che si ritrovò nel letto di un ospedale attaccata ad una macchina che aveva il controllo sulla sua vita, o morte.
Questo fu il fatto che rafforzò il potere di Blake su un ragazzino di soli 14 anni, a quel tempo.
Ogni giorno lo minacciava di spegnere quella macchina se non avesse fatto tutto quello che gli ordinava.

Terminò il racconto, prendendo un grande respiro ed asciugandosi le lacrime di troppo.
"Lui vuole te, Claire." Strusciò le mani sui jeans raddrizzando la schiena.
"È attratto da te, non dai tuoi soldi." Una fitta allo stomaco fece posare la mia mano su di esso, trattenendomi dal rimettere davanti a tutti.

"Vuole il tuo corpo." Alzai lo sguardo su Harry che era già indirizzato verso di me. La vena sul collo era fin troppo evidente, la mascella serrata e gli occhi iniettati di rabbia.
"E sta aspettando il momento giusto per prenderti, non so quando, ma lo farà."

"Dobbiamo attaccare prima di lui." La voce di Harry rimbombò nella stanza, mentre la mia sensazione di disgusto  e la nausea continuavano a persistere nel mio corpo.

"Attaccherà quando sarete più deboli." Continuò Bradley "sta cercando il tuo punto debole e appena lo troverà lo userà contro di te, proprio come ha fatto con me. È il suo modo di attaccare."

"Per oggi può bastare." Prese parola Clayton, scuotendo la testa e sospirando contemporaneamente.
"Ti faremo un test della verità, non posso ancora fidarmi di te." Indicò il ragazzo che ormai non poteva far altro che piangere.

"Vieni con me." Aprì una seconda porta, sempre in quell'ufficio. Di conseguenza il ragazzo si alzò dirigendosi verso l'uomo.
"Vengo anche io." Esclamò Sissie, prendendogli la mano.

Brad sorrise amorevolmente alla ragazza, mentre entravano dentro quella sottospecie di stanza della verità.

Holmes ChapelWhere stories live. Discover now