Three people you meet in Hell

Magsimula sa umpisa
                                    

Isaac si voltò verso di lui sempre con un senso di vertigine e si stupì di vederlo con del sangue secco su una tempia e sulla camicia; accanto a lui c'era Lydia, con la testa reclinata in avanti e priva di sensi.

«Che ci è successo? Dove sono gli altri?» chiese cominciando a preoccuparsi a quella vista.

«Ci hanno rapito» gli rispose la ragazza dando uno strattone alle braccia «e non ne ho idea. Per questo dobbiamo andarcene!» diede un altro strattone con un ringhio frustrato.

«Cazzo Cora smettila! Hai le mani praticamente viola, piantala» le intimò vedendo in che condizioni erano.

«Lo farei» cominciò a polemizzare «se solo qualcuno mi aiutasse a liberarmi» in ogni caso indietreggiò un po' e con sollievo di entrambi le corde si allentarono. «Ho provato a slegare il nodo ma è dietro il termo, perciò l'unica cosa da fare è spezzare la corda. Solo che sembra più facile staccare questo ammasso di ferraglia dal muro!» sbuffò irritata.
I suoi occhi e quelli di Isaac s'incrociarono e poi si spalancarono come se avesse avuto un illuminazione.

«Riesci a rosicchiare le corde?»

«Cosa?!»

«Riesci ad arrivarci?» La ragazza insisteva presa dalla foga. «Avanti, se liberi me, io libero voi e poi cerchiamo gli altri! Avanti, cerca di arrivare alle corde!»

«No! Sono coperte di strozzalupo, non intendo avvelenarmi!»

«Cristo! Non morirai per un po' di strozzalupo!» Cora alla fine si spazientì e si gettò di lato, allungandosi al massimo verso i suoi polsi.

«E ora che fai?» chiese il biondo interdetto.

«Quello che non fai tu cabron» detto ciò si mise a mordere la corda.

Isaac sentiva la guancia morbida della ragazza contro la pelle del polso, mentre ogni due o tre morsi quella sputava il veleno. Dopo un minuto la corda era già più lenta e il ragazzo sperò di potersi liberare, quando Lydia si svegliò di soprassalto.
Il corpo sussultò e la ragazza gettò indietro il capo e respirò come se avesse appena rischiato d'affogare.

«Sta per succedere...» tossì ancora col fiato corto, piegata su se stessa.

Non fecero in tempo a chiederle spiegazioni che sentirono dei passi e dei cuori avvicinarsi.
La castana sputò l'ultimo grumi di fibre e veleno e si rimise a sedere, pallida ma fingendosi calma. Dandole una seconda occhiata Isaac si accorse che era pronta a dare battaglia nonostante la situazione e sentì un brivido lungo la schiena; non aveva bisogno di essere una banshee per sapere che stava per succedere qualcosa di tremendo.
Preoccupato afferrò le corde e cominciò a lavorare per scioglierle o spezzarle; Cora aveva fatto più di quanto credesse e non ci sarebbe voluto molto prima che cedessero.

I passi continuavano ad avvicinarsi e poco dopo sentirono una porta aprirsi. Si voltarono tutti nella direzione da cui proveniva il rumore e videro entrare un uomo di altezza media, dal fisico forte, con la pelle abbronzata e a seguirlo un ragazzo più giovane, forse dell'età di Derek, ancora più scuro di pelle, alto e slanciato. Quando si avvicinarono Isaac poté notare altri tratti: il più grande sembrava ispanico e aveva rughe d'espressione intorno agli occhi e agli angoli della bocca. I capelli erano castano scuro, mossi e disordinati. Sulle guance cresceva una barba rada, di almeno tre giorni mentre sul mento era più curata e folta. Gli occhi erano scuri come i capelli, il naso dritto e le labbra sottili ma definite e l'espressione sul suo volto era sicura e altezzosa, molto diversa da quella del giovane che lo accompagnava; questo infatti aveva sul viso una smorfia strafottente di chi crede di farla franca. Indossava una giacca leggera e sotto quella una camicia di tela, poi jeans dimessi e quelli che sembravano scarponi da trekking.
Spostò la sua attenzione sul giovane, ma quando si accorse che aveva in mano il suo zaino non riuscì più a staccarne gli occhi. Era un problema in più da risolvere.

THE LEGACY OF THE NEMETON || Teen WolfTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon