Sbuffai sonoramente continuando ad assaporare il pistacchio.
"Poi ci ritorni con me." Continuò indicando se stessa, scossi la testa affermativamente, sicura di ciò che avevo detto.

"Ti ricordi quella volta che eravamo su quella specie di forbice e tu mentre ridevi sbavasti sulla testa di uno." Incominciò a ridere, facendomi spalancare gli occhi e seguendola con la mia risata acuta, tappandomi la bocca con la mano.

"E chi se lo dimentica." Sorrisi appena "mi avevi portata lì perché ero triste e tu poi saresti dovuta partire." Diedi voce ai miei pensieri.

Mi sentii picchiettare sulla gamba e voltai lo sguardo verso il diretto interessato.
"Che c'è?" Gli chiesi dolcemente vedendo la sua faccia esprimere puro dolore.

"Mi fa male." Si lamentò chiudendo gli occhi e mordendosi il labbro inferiore.
"Cerca il dottor Mistings, lui mi ha dato l'antidolorifico."

Camminai a passo spedito verso l'uscita dopo aver udito un commento di Sissie sulla bellezza di questo presunto dottore. Chiesi a tutti gli infermieri di questo santissimo ragazzo.
Fortunatamente un anziano dottore seppe darmi la risposta, scontrandomi con il giovane infermiere di cui avevo bisogno.

Gli spiegai tutto incamminandoci nuovamente verso la solita stanza.

Harry prese subito la sua medicina per poi tranquillizarsi sul lettino.

"La ringrazio." Mormorai.
"Dammi del tu." Mi fece l'occhiolino, per poi uscire dalla porta.

"Hai fatto colpo!" La guardai nuovamente con rimprovero per poi vederla sbuffare.

L'aprirsi della porta attirò l'attenzione di tutti e tre.
Un'altra infermiera fece il suo ingresso prendendo il corpo di Sissie per poi portarla in un'altra stanza.

"Quella ragazza non sta mai zitta." Sospirò subito dopo, toccandosi le tempie.
"Ti senti meglio?" Mi sedetti accanto a lui.

"Per adesso non molto." Storsi la bocca, dispiaciuta.

"Smettila di salvarmi." Scossi la testa in segno di negazione, sentendomi troppo in colpa "Non voglio che vi ferite per salvare me." 
I suoi occhi mi guardarono attentamente, come suo solito.

"Tutto questo potrebbe finire anche adesso e lo sai anche tu. Io non ho più niente da perdere." Serrai le labbra in una linea sottile, ingoiando il groppo che mi si era formato in gola.

"Sono sola." Sussurrai poco prima che la sua mano stringesse la mia come aveva fatto la sera prima.
"Non sei sola." Disse sicuro.

Il rumore della porta aprirsi interruppe quel momento.
"Sei libero di andare." Ci informò il dottore che, dopo una serie di raccomandazioni, ci fece finalmente uscire da quel posto.

Mi avvicinai alla figura della rossa che era già fuori ad aspettarci.
"Ho chiamato mio fratello, ci sta aspettando." Con una mossa della mano ci fece capire di seguirla.

Entrati nella macchina salutai Ryan che ricambiò, cercando di evitare le occhiataccie e l'inevitabile energia negativa che Harry stava sprigionando.

Arrivata alla nostra vecchia casa mi proposi per aiutarlo a scendere, ma dopo un "Ce la faccio da solo le gambe le ho ancora" mi allontanai da lui, dando il bentornato ad il solito Harry.

Scorbutico, arrogante e molti altri aggettivi non del tutto carini.

I nostri amici ci accolsero a braccia aperte invitandoci a sederci a tavola con loro per poter pranzare.
Harry rifiutò l'offerta salendo in camera senza degnarci di un secondo sguardo.

Sissie mangiò velocemente per poter parlare con Bradley dell'accaduto, andando nel panico dato che non aveva la minima idea di cosa inventarsi per la inaspettata e fin troppo prolungata assenza.

Holmes ChapelWhere stories live. Discover now