1°: Brusco ritorno

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Erano passati due anni da quando Marinette aveva lasciato Parigi e ora le sembrava totalmente diversa . Appena scesa dal taxi di fronte la panetteria 'Dupain-Cheng' venne travolta dalla leggera brezza parigina che sapeva di caffè , spezie e un mare di reminiscenze .
" I ricordi fanno male " aveva detto qualcuno in passato di terribilmente saggio , così tanto che quel dolore era forte e chiaro nel suo petto .
La gamba era guarita ma nonostante ciò portava ancora la stampella .
- Piano bambini ! - disse con voce flebile ai due gemelli .
I due mocciosi si avviarono in mezzo alla strada attraversando e per poi spingere più forte che poterono la grande porta del negozio seguiti dalla ragazza che arrivò giusto in tempo .
Il trillo sordo e familiare della campanella all'entrata fece rizzare in alto la madre della giovane corvina .
- Nonna ! - urlarono pieni di gioia i bambini .
- Louis , Emma ! Per favore piano ! - strillò stessata .
La madre la guardò calcolando lo sforzo immane che faceva ogni volta la ragazza . Sapeva bene ciò che stava passando e per quello voleva solo riposo ma i due piccoli bimbi erano impossibili da gestire . Non ascoltavano mai ciò che diceva lei .
- Come il padre - borbottò tra sè ripensandolo frustata .
Un nodo le bloccò la gola , come se avesse ingoiato un cactus quando le passò in mente tutto quello che aveva passato . Stava risuccedendo come ogni volta . Lo odiava .
- Marinette - esclamò la madre vedendola accasciarsi - va tutto bene ?
La ragazza faceva ancora fatica e nonostante provava a non sforzarsi la voglia irrefrenabile di tornare come prima le impediva ogni raccomandazione medica .
Si abbassò anaspando vicino il bancone di entrata per tentare di trovare un appiglio dove poter riprendersi , ma il dolore le era così forte che era impossibile anche solo ascoltare o vedere qualcosa .
Una nebbiolina le si avvicinò negli occhi . Sapeva cosa stava succedendo ma non poteva certo fermarlo . Aveva capito che quando accadeva doveva accadere , poteva solo aspettare .
- Tom ! - urlò la madre mentre reggeva a fatica la figliola in pieno shock settico . La donna non poteva credere che solo il suo arrivo nei luoghi fanciulleschi aveva portato Marinette ad avere problemi di salute . Era un rimorso impossibile da depennare nella testa della figlia e della madre .
Il padre invaso dai bambini si fece spazio tra le numerose panche per raggiungere la mora .
- Chiama il dottor Lefevre ! - urlò alla moglie mentre i bambini si erano raggruppati dietro la cassa con il terrore negli occhi e la voglia di poter aiutare la loro mamma .
Marinette in completa parasonnia , mentre il padre la scuoteva per non farle perdere conoscenza , guardava gli occhioni verdi di Louis , il primo dei due che sbirciava abbracciando la sorellina . Quegli occhi così grandi e verdi , come ...... come ....... quelli di lui .
Una lacrima cerco di uscire ma lo shock l'avvolse troppo forte per via delle troppe emozioni provate nel giro di pochi minuti e in poco tempo non sentì più nulla . Aveva fatto male a tornare a Parigi , lì dove stava le piaceva , ma la nostalgia di casa era troppo forte e lei non riusciva a non desiderare il ritorno . Ma quell'anno era stato più violento quell'improvviso bisogno , tanto da portarla a star male sin dal primo giorno . Una dolce carezza la fece ritornare lì dove stava mentre si riprendeva . Era sul suo vecchio letto mentre sua madre la guardava . La ragazza in silenzio si girò intorno e ritrovò la camera come prima . La calma riprese possesso di lei .
- Come ti senti ? - chiese la donna con voce tremante guardando nella tazza che stringeva tra le mani i migliaia di ghirigori che formava il thè caldo .
- Bene - fece con accento leggermente sconosciuto .
Entrambe rimasero in silenzio per un lungo periodo mentre ognuno meditava nella propria mente e rifletteva sui vantaggi e gli svantaggi del parlare prima e dell'aprire qualsiasi argomento .
A nessuno delle due piaceva quel silenzio ma era l'unica cosa adatta in quelle circostanze .
- Un'altra volta ? - chiese spaventata la giovane .
La madre senza avere il coraggio di rispondere alzò ed abbassò la testa in cenno positivo che avvilirono la ragazza .
- Il dottore ha detto che potresti anche non farcela la prossima volta !
La ragazza rimase bloccata . Non credeva che la situazione si sarebbe fatta così grave . È tutto questo era solo per colpa di lui . Quella persona che gli faceva provare sia rimorso che rabbia , ma anche che le scaldava il cuore a pensarci tanto . Ad un tratto si sentirono fuori dei forti schiamazzi che la riportarono all'attenzione . I suoi occhi azzurri percepirono delle presenze da sopra la botola che portava alla sua terrazzina . Vide un costume nero , uno arancione , uno verde , uno giallo e nero , uno color porpora , uno dorato , uno verdeacqua , uno azzurro e uno blu . Seguito da questi costumi colorati , c'erano migliaia e migliaia di elicotteri sui quali erano presenti uomini in divisa blu .
- Cosa sta succedendo ?
La madre non la degnò di uno sguardo ma sapeva bene tutta la storia a memoria per la miriade di volte che al telegiornale ne parlavano .
- Dopo la scomparsa di Ladybug i supercattivi di Papillon hanno preso il sopravvento . Loro li sconfiggono ma dicono che solo lei potrebbe batterli una volta per tutte .
Marinette capiva bene . Sapeva che era l'unica a poter purificare l'akuma , ma dopo ciò che era successo , non poteva tornare nel gruppo dei ....
- I paladini di Parigi - disse Sabine come mortificata - sono nove ma manca l'emblema . È davvero triste come cosa !
Marinette tornò in sè , in quella che era qualche anno fa , prima che abbandonasse tutto e andasse all'accademia di moda in Italia . Ricordò il giorno della sua partenza , sola su quell'aereo con solo loro due , quei tesori che adesso stavano salendo le scale e la stavano raggiungendo .
- Mamma , mamma ! - esclamò Emma , la più piccola dei due - ci sono i Paladini di Parigi !
La ragazzina seduta nel letto accarezzava i morbidi capelli corvini della bimba mentre l'altro si arrampicava per vedere dalla finestra i supereroi .
Tom , li guardò felice e sorridendo propose di vederli dalla terrazza di Marinette .
Tutto salirono sopra dove si poteva assistere all'attuale scontro tra l'ultimo nemico creato . Un uomo robot dalla grande agilità . Aveva in mano una sorta di specchio che usava per confondere le persone .
In quel momento una del gruppo , quella dal costume dorato con un calcio lo buttò a terra . Riuscì a recuperare il suo specchio per poi romperlo . L'akuma volò via ma senza che nessuno la purificasse .
Il grande desiderio di urlare la frase " Deakumizzazione " era forte , ma lasciò perdere .
Guardava la farfalla andar via insieme al suo gruppo mentre la gente acclamava ed ammirava i supereroi . La ragazza aveva il costume dorato , e delle piccole orecchie , una cintura coda che finiva con della pelliccia che era anche intorno alla sua gola come una sorta di criniera . La sua arma era una fionda . Poi notò la ragazza col costume azzurro completamente ricoperto di ghirigori neri e con quattro dischi , due più grandi e due più piccoli , dietro la schiena che erano anche la sua arma ma sistemati in quel modo erano ali manuali . Quello col costume verdeacqua aveva una frusta . Poi c'era il supereroe con il costume porpora che aveva una cintura ed era molto simile al Gatto Nero e come arma aveva una corda  dalle estremità impugnabili . La donna dal costume blu aveva delle lunge orecchie ed un boomerang come arma . In più c'erano anche i suoi amici ed ex colleghi Carapace , Volpe Rossa e Queen Bee . Migliaia di giornalisti tra cui anche la grande Nadja Chamac si affrettarono per parlare col gruppo .
- Ci sono nuovi supereroi ? - disse con tono disgustato .
- Certo - fece la madre iniziando ad elencare i nuovi membri - quella col costume blu è LadyWolf , quella col costume azzurro è LadyFly , poi Snake Ache col costume verdeacqua ed infine Tigche col costume porpora .
In quel preciso momento , fecero domande a Chat Noir che era il nuovo leader del gruppo .
La corvina dal balcone pensò che era pazzesco che il suo collega era diventato il leader del gruppo .
- Allora Chat Noir , come pensi di rimediare per il tuo team e per il bene della città ?
Chat Noir parlava in modo serio e non da lui ma immaginava che era per via della sua lontananza dalla donna goccinella . Ma questo suo pensiero venne depennato quando vide la scena seguente .
- Di sicuro non potremmo fare altro , come ho detto altre volte l'unica che può è Ladybug - fece con tono triste - nonostante ciò però noi cercheremo sempre di aiutare la città aspettando un'illuminazione .
- Siete davvero un gruppo fantastico ! - commento uno dei presenti .
- Beh , non lo saremmo se non fosse stato per la My Lady .
Marinette arrossì pensando che si trattasse di Ladybug , dato che era il suo soprannome , ma poi capì che non lo stava dicendo a lei .
La donna col costume dorato era ancora a pensare in disparte , quando lui le si avvicinò , la prese in braccio e le diede un dolce bacio , lungo e passionale .
A Marinette venne quasi un colpo . Non poteva credere a tutto ciò .
- Lei è LadyLion - fece la madre davanti la figlia scioccata - è grazie a lei che si è formato il gruppo . È il leader ora anche se da i meriti a Chat Noir .
La corvina era sempre sconvolta . Non riusciva ad immaginare Chat Noir senza Ladybug , credendo il peggio , invece stava benissimo . Peccato che lei era più importante di tutti . Marinette iniziò a pensare che era tutto inutile : lui non si meritava una come Ladybug , che l'aveva sempre trattato male , lui si meritava una come quella LadyLion , che lo apprezzava per ciò che era e che dava i meriti a lui rendendolo il leader . Il pensiero di voler tornare indietro era grande , voleva rimediare per tutto ciò che aveva fatto e che avrebbe potuto evitare . Ma era troppo tardi anche solo il pensiero .
- Ora andiamo - urlò la maggior parte del gruppo .
Anche Chat Noir si stava avviando col resto di loro , quando i piccoli Dupain-Cheng lo acclamarono e urlarono il suo nome che risuonò tra i palazzi parigini . Il gatto nero si girò verso loro e sorridendo si avviò verso la terrazza . Marinette iniziò ad agitarsi verso l'entrata perchè non aveva intenzione di parlare o di stare al suo fianco .
- Salve ragazzi ! - disse con la sua voce squillante .
I bambini acclamarono mentre i due adulti li guardavano felici .
- Come mai sei qui , Chat ? - domandò Sabine .
- Io non abbandono i miei fan !
Marinette aveva paura . Non voleva vedere Chat Noir per il solo pensiero di poter avere un altro shock settico . Le troppe emozioni l'avrebbero uccisa .
- Ciao Marinette . Felice di rivederti !
Il suo tentativo di fuga venne bloccato da quella frase . La corvina si girò proiettandosi nei suoi grandi occhi verdi che si notavano ancora di più da sotto il costume nero . Erano come un impulso ipnotico che era sul suo volto , sotto la maschera di latex . Lei sorrise amaramente . Improvvisamente migliaia di ricordi le annebbiarono la mente . Non voleva succedesse di nuovo , anche se sapeva che era al sicuro con un supereroe nei paraggi .
Voleva rispondere ma lui la interruppe parlando del fatto di aver sentito di lei e del suo talento da stilista . Lui si complimentò dicendo che era molto dotata . Lei avvicinandosi alla terrazza lo guardò sorridendo .
- Non sei cambiata , i tuoi occhi mi incantano come sempre . Amo quell'azzurro ! - fece lui con fare da galantuomo sollevandole il viso col le dita artigliate e guantate .
Lo guardò immobbilizzata . Dopo poco , il gattone si allontanò salutando i gemelli che sprizzavano dalla gioia per aver conosciuto il nuovo supereroe che era entrato subito nei loro sogni .
Quella visita le scaldò il cuore , il fatto che era venuto a trovarla e che le aveva fatto quel complimento sui suoi occhi , e mentre metteva la tavola pensava che era stata una pessima idea quella di abbandonare il suo ruolo da supereroina .
Sabine , mentre cucinava le sue specialità ereditate dal fratello , guardava la giovane che rideva mentre posava i piatti sul tavolo .
- A chi pensi ? - chiese la donna , immaginando ciò che una ragazza di quasi sedici anni potesse pensare .
Marinette venne presa alla sprovvista , incapace di dire che stava pensando al supereroe di Parigi . Ma non poteva certo ingannare sua madre che conosceva bene la figlia e che decise di prendere la situazione con le pinze .
- Sembrava che parlasse di qualcosa in passato ?
La ragazza la guardò mentre si avviava a prendere i bicchieri al lavabo .
- Di chi parli ? - disse intontita la corvina .
Era una tecnica che funzionava sempre , il fingere di non sapere nulla . La usava quando voleva evitare una domanda , anche se la madre , ignara del suo piano , le riformulava la domanda spiegandosi meglio .
- Sto parlando di Chat Noir , vedi Marinette ! Sei con la testa tra le nuvole , cosa ti succede ?!
Lei , al solo sentire il nome dell'eroe , stava per far cadere i bicchieri . Un segno che fece capire a Sabine che aveva tirato i numeri giusti .
Marinette strinse il pugno col pensiero che la madre avesse capito .
- Tesoro , sei mia figlia , ti conosco meglio di chiunque altro - le ripetè come ogni volta .
Succedeva la stessa cosa con i piccoli gemelli : ogni volta lei era la prima a capire cosa c'era che non andava .
Presto la cena fu servita e la serata si consumò subito dopo un po' di gioco con i piccoli .
- Un giorno io sarò come i Paladini di Parigi ! - esclamò la piccola Emma tra le braccia della mamma mentre la accompagnava nella stanza dove aveva preparato due lettini per loro . Emma era la più vivace e colei che non andava mai a dormire per prima , la rispecchiava alla perfezione . La guardava dormire mentre le spostava una ciocca di capelli bruni dal viso . Poi si spostò verso Louis , che dormiva beato abbracciando il cuscino , mentre si rigirava forse turbato da qualche pensiero contorto . Dopo essersi assicurata che i piccoli dormissero , salì la scaletta e andò fuori alla terrazzina a pensare . Era davvero una bella serata , piena di calma come sempre , dopo il vespro a Parigi . Amava quell'aria così familiare . Ricordava i bei momenti passati su quella terrazza , con la sua inseparabile amica Alya o solo in compagnia della bella vista sulla Torre Eiffel . Era l'ispirazione di tutti gli artisti quel luogo . Proprio in quel momento rivide , come un flashback , lei e Chat Noir girare tra i tetti nel tentativo di sconfiggere i nemici , che in quel momento erano in agguato pronti ad attaccare . Provò un senso di rabbia nei suoi confronti , per aver ridato il Miraculous e per aver abbandonato tutto ciò a cui era affezionata . Ma non era colpa sua , ma della paura . Solo la paura di non farcela l'aveva spaventata e avvilita . Ma ora , dopo aver respirato quell'aria d'infanzia ed essersi rischiarata le idee , sapeva ciò che doveva fare . Ora era tutto chiaro . Corse giù in punta di piedi e aprì la grande cabina armadio . Cercò a fondo finchè non le ritrovò : le ballerine rosa col fiocchetto nero . Le andavano ancora per fortuna . Era strano rindossarle era come se un pezzo della vecchia sè si facesse spazio dentro di lei eliminando una parte della nuova Marinette . E così andò avanti sia quando indossò i suoi inseparabili jeans skin rosa e la maglietta bianca del contorno nero e il dolce ghirigoro floreale nero , bianco e rosa . In quei anni non era cresciuta tanto ed era rimasta con la sua solita corporatura esile che le permise di indossare quegli indumenti senza problemi . Per ultimo indossò la sua giacca e prese dall'attaccapanni la piccola borsetta che lei adorava . Era proprio tornata la ragazza di una volta . Stava per scendere passando davanti lo specchio quando si guardò , ma non si riconobbe . Fu un impulso magnetico verso il casseto dove erano stati posati anni prima i due nastri rossi che aveva sempre in testa . Li prese e legò i capelli nelle due codine come ai vecchi tempi . Ora riconosceva il suo volto , ancora di più dopo essersi struccata completamente ed essere tornata la ragazza acqua e sapone di una volta . Scese in silenzio senza fare rumore per evitare che i suoi genitori sentissero . Purtroppo però il padre , dal soggiorno chiese lo stesso dove era diretta , ma senza notare il suo "ritorno al passato".
- Ho da fare - disse lei più decisa che mai - devo rimettere a posto la situazione .
Scese le lunghe scale che la fecero arrivare alla porta d'ingresso , al cui fianco era presente la pasticceria chiusa . Si sentiva bene mentre apriva la porta e afferrava la stampella . Ma ..... qualcosa la bloccò .
"No"pensò"la vecchia Marinette non ha bisogno di stampelle , e poi cammino benissimo" .
Guardò l'appoggio affianco al muro mentre chiudeva la porta sorridente .
Le strade di Parigi erano larghe e deserte in quella calma sera di fine autunno . Marinette si sentiva proprio bene . Conosceva la strada che stava percorrendo e sapeva bene dove era diretta dato che l'aveva fatto un sacco di volte . Non toccava con i piedi a terra dalla felicità ed era tutto terribilmemte perfetto . Una dolce brezza le muoveva i capelli finalmente legati mentre le gondole e le barchette scivolavano silenziose nel grande canale della Senna .
Girò l'angolo e arrivò lì dove era diretta . Bussò qualche volta e il cuore le salì in gola . Ricordò la prima volta che era giunta in quel posto dallo stile asiatico e religioso . Una voce terribilmente familiare le disse di entrare e appena lei fece il suo ingresso chiudendo la porta , si sentì del tutto la Marinette Dupain-Cheng di una volta . Non servì nulla di nulla , l'unica cosa fu una frase , due parole che le strapparono un grande sorriso dalle labbra .
- Ciao Ladybug .

I still love you ~ Miraculous ~ LadynoirWhere stories live. Discover now